Presa da un'inspiegabile buon umore, Faye Prince aveva comprato un mazzo di peonie bianche, simbolo di purezza.Passeggiando, aveva intravisto un fioraio e cinque minuti dopo ne teneva tra le sue mani un mazzo mentre avanzava, con passo frettoloso, lungo la Redcliffe Road.
Stranamente, in quel giorno di inizio giugno, il cielo sembrava essere stufo di coprire i molteplici edifici con le nuvole scure che abitavano, spesso , l'atmosfera inglese.
Redcliffe Road, illuminata dai raggi solari, sembrava splendere di luce propria.
Il tutto era ampliato dai colori tenui e rosei dei fiori che, puntualmente, sorgevano sugli alberi posti in fila su entrambi i lati della strada.
Impalpabile, come un atomo, il vento sembrava espirare flebile smuovendo i ciuffi castani che sporgevano dalla coda che Faye aveva fatto.
Seppur odiasse non essere perfettamente composta, quella mattina non ci fece caso.
Aveva indossato una gonna nera di jeans e una camicia bianca che aveva sistemato con una cravatta bordeaux.
Quest'ultima era stata abbinata ad un blazer di pelle dello stesso colore.
Non era però questo il motivo della sua agitazione. La vera causa del vortice di paranoie che sembrava essersi stanziato nella mente di Faye, era Odette La Croix, la donna con cui Faye passava parte dei suoi pomeriggi.
Odette La Croix era nata in autunno a Tolosa. Fino all'età di quindici anni aveva vissuto poi la sua famiglia aveva deciso di trasferirsi a Parigi.
Qui, Odette aveva convinto i genitori a farla studiare recitazione ed era diventata, così, celebre in un attimo.
Difatti, a ventun anni aveva ottenuto un posto in una prestigiosa scuola: l'Ecole Internationale De Théâtre Jacques Lecoq.
Odette, pur conosciuta per la sua fama e per la sua aria severa, era una persona dall'animo estremamente dolce.
Il motivo dell'ansia di Faye era dovuta, però, alla notizia che la donna doveva darle.
Intanto, con fare frettoloso, Faye era arrivata di fronte a una casa composta su tre piani.
L'abitazione di color niveo appariva elegante e graziosa. Per accedere era necessario passare per un cancelletto non molto alto, il quale,ai lati, era sostenuto da due colonne bianche.
Poco più avanti prendevano luogo delle scalette di marmo bianco che conducevano all'entrata, essa era coperta da un porticato decorato con diverse ornature sulle quali poggiavano le radici di fiori di bignonia.
Questi ultimi scendevano verso il basso creando un porticato immaginario che si arcuava nascondendo parte dell'ampia finestra del piano terra.
Un giardinetto limitato da cespugli e da una recinzione in ferro, stanziava davanti alla grande finestra.
Faye osservava l'abitazione avvicinandosi alla grande porta a due ante di color nero e nel mento un sospiro rassegnato lasciava la sua faringe.
Poggiando il dito sul campanello di marmo aveva provocato un trillo ovattato che aveva risuonato nell'aria facendole fare un passo indietro.
D'un tratto la porta si era aperta mostrando la figura di una donna abbastanza alta il cui viso era incorniciato da tenui boccoli biancastri.
Odette La Croix, fresca dell'aria mattutina, le sorrideva dall'uscio della porta facendole segno di entrare.
Indossava un completo elegante di colore blu, le spalle erano invece coperte da una blusa grigia che contrastava il colore scuro del completo.
"Ti stavo aspettando" l'eco della voce limpida di Odette risuonò agonizzante nelle cavità auricolari di Faye.
Mentre allungava le peonie verso la donna, Faye sorrise "Questi sono per lei, passeggiando li ho notati e mi sono ricordata di ciò che mi avete raccontato"
La risata di Odette colmò l'animo della ragazza che preoccupata com'era, era rimasta immobile vicino alla porta d'ingresso.
"Ti ringrazio tesoro" La donna le fece segno di seguirla verso la cucina mentre si incamminava "Ho giusto adesso terminato di preparare del tè, ne vuoi un po'?"
Era stata invitata in Francia.Odette, che la guardava in attesa di una risposta, le aveva chiesto di passare le vacanze nella sua villa di famiglia.
Faye, le cui guance erano baciate da miti sfumature rosate, era consapevole che i suoi genitori non avrebbero avuto problemi. Dopotutto erano stati loro a indirizzarla dalla famiglia La Croix.
Mason Prince, infatti, conosceva bene la suddetta famiglia poiché suo padre aveva conosciuto Odette e suo marito ormai defunto, Benedict, a Teatro.
Si era così creata un'amicizia tra le due famiglie o almeno così era in passato. Difatti, l'unico pensiero che ostacolava il tremante "sì" che Faye tratteneva tra le labbra, era Nathan La Croix.
Il nome le scivolava, fluido e colpevole, sulla lingua solo a sussurrarlo. I capelli biondi incorniciavano il volto sul quale spiccavano due gemme azzurre. Era facile riconoscerlo tra la folla: la camminata sempre arrogante ma vivida di quell'educazione a cui era stato abituato, le spalle larghe e il fisico magro ma allenato.
Nathan, il cui solo pensiero le faceva contorcere lo stomaco, era nato per emergere. Viveva col sorriso stampato in faccia, gli occhi pronti a scrutare il mondo alla ricerca di ogni insignificante dettaglio e una battuta sempre, e sottolineo sempre, pronta.
Faye, lo ammirava da lontano e in silenzio. E lui quegli sguardi, pur non volendo, li cercava e ricambiava.
"Tesoro" Scossa da Odette, la ragazza la guardò e la donna comprese cosa, o chi, era il colpevole di quell'esitazione. "Non sentirti costretta ad accettare se non te la senti, pensaci un po' e domani mi darai la tua risposta"
Odette, la voce calma ma colma di affetto, le sorrise in modo comprensivo bevendo il suo tè e in quel momento Faye aprì gli occhi.
spazio autrice
La storia non sarà in terza persona! Potete stare tranquilli che i POV dei nostri protagonisti ci saranno, non sono così crudele!
Spero che il prologo vi sia piaciuto, un bacino per voi lettori e ricordatevi di mettere una stellina!🫶🏻
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𝐇𝐎𝐍𝐄𝐘 𝐋𝐈𝐅𝐄
RomanceFaye Prince proviene da una buona famiglia, ha un quoziente intellettivo abbastanza alto e una bellezza spropositata. Da alcuni mesi fa la volontaria per avere dei crediti extra, infatti, passa parte del suo tempo con Odette La Croix, un'attrice fr...