1 Novembre 1918
Non aveva nessuna voglia di celebrare il suo compleanno ma non poteva deludere per l'ennesima volta suo padre. Doveva impacchettarsi come un albero di Natale, sfoggiare il suo più bel sorriso e sopportare le critiche che quel vecchio gli avrebbe lanciato addosso come velenose lame appuntite. Aveva ormai 30 anni, perché non si era ancora deciso a sposarsi? Perché insisteva nel voler diventare il più grande scrittore di tutti i tempi se la sua arte non pagava? Perché non voleva arruolarsi e seguire le orme del celebre generale Elias? Perché insisteva con le sue passioni immonde e peccaminose? Aveva 30 anni e, secondo suo padre, era troppo giovane per capire il mondo ma ormai troppo adulto per reindirizzare il suo cammino. Era un'anima persa, non c'era più salvezza per lui. Ricordava tutte le discussioni con suo padre mentre si sistemava il papillon allo specchio, alle sue spalle il letto ancora sfatto, Mary aveva ricevuto ordini da Elias. < Ti proibisco di entrare nella sua stanza finché non sarà capace lui stesso di pagarti per i tuoi servizi! >. Quell'uomo era abituato alla guerra, ogni pretesto si convertiva in un casus belli e quella casa si convertiva in un campo di battaglia. D'altra parte, suo figlio non era da meno, non avrebbe alzato bandiera bianca così facilmente.
< Sei ancora qui? > ha proferito una voce rauca sotto le coperta. Fra le lenzuola di raso ha fatto capolino il volto di un ragazzo di circa vent'anni, biondo e con la pelle di luna. Non aveva un filo di barba né un pelo in tutto il corpo, ancora nudo e caldo. L'altro ha annuito serio ultimando il nodo al papillon, ha afferrato la bottiglietta di profumo ed ha iniziato a spruzzarselo attorno al collo. < Quante volte devo dirti che quel profumo puzza? > ha aggiunto un'altra voce, questa volta più dolce e femminile. La figura di una ragazza totalmente nuda è sbucata dal corridoio che portava al bagno, i capelli corti e castani le ricadevano sulle spalle formando delle onde sinuose. Si è lanciata sul letto coprendosi con le lenzuola per riscaldarsi con il corpo dell'altro giovane. < Benjamin... > ha poi detto maliziosamente la donna <...potresti rimanere un altro po' qui >. L'altro ragazzo ha annuito aggiungendo < Che miglior forma di festeggiare i tuoi trent'anni se non fra i nostri corpi? >. Benjamin, ancora silente, si è guardato di nuovo allo specchio. Si è odiato per un attimo. Ha odiato quei suoi ricci biondi, quel viso duro e chiaro. Gli occhi di ghiaccio, le labbra carnose e le fattezze di un vikingo nordico. Ha sbuffato ed è uscito di casa senza rivolgere la parola a nessuno. Era sempre stato un ragazzo silenzioso, solitario e un po' diffidente ma dalla morte della madre aveva creato una corazza d'acciaio puro, ora più che mai doveva difendersi dagli attacchi perfidi di suo padre, il grande Generale Elias Lochshield. Un infame, un traditore. Il rumore degli zoccoli dei cavalli sull'asfalto lo riportarono alla grande fuga. Aveva all'incirca 12 anni, scortati da delle spie americane stavano scappando da Berlino. Suo padre aveva venduto dei documenti che dimostravano che la Germania stava preparando un attacco, previsto per il 1901, per conquistare New York e Boston. Elias aveva venduto il suo paese e il suo migliore amico, il tenente Eberhard Von Mantey. Mentre fuggivano dal suo paese natale, altre spie americane stavano massacrando le famiglie di tutti i partecipanti in quel piano, suo padre aveva salvato l'America da un attacco, soprattutto in un momento in cui era occupata in altri fronti, l'avrebbero ripagato offrendogli protezione e ricoprendolo d'oro. Mentre vedeva allontanarsi quei paesaggi, diceva addio a Adalbrecht, a Florian, a Friedger, a Hubert e a tutta la sua infanzia. Li stavano catapultando con veemenza in un viaggio duro e lungo. 18 anni dopo osservava quelle strade che era costretto a chiamare "casa", a parlare quella lingua che era ormai la sua lingua, a circondarsi di gente che voleva definire amici ma di cui non riusciva a fidarsi. Suo padre gli aveva dato la lezione più grande della sua vita: anche il più caro dei tuoi amici può voltarti le spalle e massacrarti.
< Siamo arrivati Don Lochshield > gli ha detto l'autista fermando i cavalli. Avrebbe festeggiato il suo trentesimo compleanno in una location che conosceva solo suo padre e la lista di invitati che aveva creato ad hoc per l'occasione, un cumulo di militari e le loro noiose famiglie. Elias era ormai paranoico, era convinto che delle spie tedesche lo stessero spiando da anni e che, prima o poi, l'avrebbero ucciso, non poteva essere mai troppo attento.
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Jacob, Countdown
FantasyE' arrivato il momento di riunire i pezzi della Leggenda, salvare Anna dalle grinfie di Devil, trovare il primo prescelto Benjamin, riunirsi con Margaret e il Nox Temporis ed iniziare la battaglia finale. L'ultima vera missione: Quattro prescelti...