6-un "salve"

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Avevo rischiato di perdere i sensi a causa della troppa emozione che nuovamente mi aveva invaso. Mi ero seduta perciò sul letto e dopo aver fatto un grande respiro avevo premuto con le mani che mi tremavano i tasti del telefono fisso, ancora non convinta di fare la cosa giusta.

Appena dopo alcuni istanti avevo udito dall' altra parte della cornetta una voce molto dolce e soave:

<<Salve Taylor?>> Taylor, ma chi era questa Taylor furono i pensieri che mi passarono per la testa. L'ansia mi sovrastò: che avessi sbagliato numero? Sottovoce udii poi:

<<Stia al gioco, per favore.>>. Un brivido mi percorse per la schiena, suonava come una frase pronunciata da un malvivente, da uno psicopatico, ma mi tranquillizzai immediatamente, poi, quando una voce in lontananza disse:

<<Oh Mike è Elisabeth? Posso salutarla?>> era una voce di un uomo di mezza età

In quel momento fui sicura che dall' altra parte della cornetta c' era davvero Michael Jackson, almeno così mi pareva poiché quella voce misteriosa si era rivolto a lui con il nome Mike che poteva essere un suo diminutivo.

<<No, no perdonami ora devo andare la saluto e poi chiudo subito!>> Sentii passi veloci ed una porta che sbatteva, poi silenzio per alcuni istanti. Non decisi però di chiudere perché mi aveva detto di stare al gioco, quindi aspettai.

<<Mi scusi immensamente, ho dovuto, si insomma nascondermi. Non si può nemmeno fare una telefonata tranquilli! Comunque non si preoccupi per l'orario.>>

Mi intristii pensando a tutti i problemi che gli stavo causando, ma d' altronde lui mi aveva detto di chiamarlo. Iniziai a guardarmi intorno, mentre facevo qualche sbadiglio. Oramai erano le tre del mattino e perciò non vedevo la ora di chiudere occhio. Mi vergognai tantissimo nell'aver avuto il coraggio di chiamarlo a quell' ora di notte fonda, ma mi cercai di tranquillizzare dato che sembrava non dargli molto peso. La mia mente fu trasportata alla realtà quando lui continuò dicendo:

<< È la ragazza del concerto di stasera vero? Mi scusi se non mi sono ancora presentato, sta parlando Michael Jackson, tuttavia penso che già lo sappia.>>

Annui vocalmente, non sicura però che mi avesse sentito dato che a causa dell'ansia avevo parlato molto sottovoce.

<<Come si chiama, se posso sapere.>>

<<Diana >>Quasi bisbigliai

<<Wow, non so se conosce Dirty Diana, ma non si offenda per la canzone. È ispirata ad un fatto realmente accaduto...mi scusi, non le interessano forse queste cose...>>

<<Ehm...no, si figuri.>>

<<Ehm allora...per...insomma le volevo chiedere se ha letto quello che ti ho scritto, le potrà essere sembrato, anzi io le potrò essere sembrato maleducato anche con quello...>> disse successivamente sghignazzando poi continuò dicendo:

<<Mi scusi è che sono nervoso...>>

<<Si l'ho letto>>Non mi uscivano le parole di bocca. Avrei voluto fare in discorso interessante ed apparire io interessante, ma ero agitata non solo poiché stavo parlando con il re del pop ma anche perché mi stavo sforzando di creare un discorso coeso in una lingua che non mi apparteneva.

<< È a disagio vero? Mi perdoni, ma non sono molto bravo a mettere a proprio agio le persone. Poi d' altronde anche adesso sono nervoso di essere scoperto, ed insomma di parlare con lei...>> Mi sorpresi al comprendere che anche lui era nervoso durante la chiamata, ma tuttavia non ne comprendevo il significato dato che ero solamente una donna qualunque, una donna comune:

Applehead - A Man Like No OtherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora