Quando Manuel aveva regalato quel pigiama a Simone, non pensava che la cosa gli si sarebbe ritorta contro, un giorno poco lontano. Tuttavia, si ritrovò alle sette e quarantatrè del mattino a fissare il cellulare con una scarpa mezza infilata e l'altra a giacere abbandonata sul pavimento di camera sua.
Il ding di una notifica gli segnalò l'arrivo di un altro messaggio che però non si degnò di visualizzare, troppo impegnato a scandagliare con gli occhi l'immagine che aveva appena aperto.
Non aveva mai realizzato -o forse sì- quanto Simone potesse essere adorabile con addosso quel pigiama blu pastello e quella fragola stampata che sembrava riprendere il rosso delle sue gote nascoste dietro al cellulare.
Avevano visto quel pigiama insieme, al centro commerciale, e Simone era impazzito per quella stampa gigante, per quanto fosse carino e per quanto lo volesse, ma non si fosse portato dietro abbastanza soldi. Fu naturale, per Manuel, tornare il giorno dopo e comprarglielo con i soldi che gli erano rimasti dall'ultimo lavoro in officina.
Quel giorno stesso era andato a casa del più piccolo e, con assoluta disinvoltura, aveva lasciato la busta rossa e bianca sul suo letto, sotto lo sguardo incuriosito dell'altro, intento a completare qualche esercizio di algebra.
"Cos'è?" gli chiese, incuriosito, tamburellando il tappo della biro blu sul quaderno.
Manuel fece spallucce e si gettò sul letto perfettamente ordinato, accanto alla busta in questione.
Simone si alzò, perché era curioso di natura e questo Manuel lo sapeva, e si avvicinò alla busta di carta riciclata.
"Allora?"
Il maggiore sbuffò, divertito dall'insistenza dell'altro.
"Aprila, no?"
Un sorrisino sul volto, Simone stava già scostando i lembi della busta e subito dopo i suoi occhi grandi si posarono sul volto dell'altro.
"Ma è il pigiama che ho visto ieri!"
Manuel ridacchiò, conservando quell'espressione sorniona che Simone adorava segretamente da quando si erano conosciuti.
"Eh, 'o so."
Simone afferrò il morbido tessuto di cotone e spiegò la maglietta, osservandolo con due occhi enormi, manco stesse tenendo tra le mani un dono preziosissimo e non un pigiama da sedici euro e novantanove.
"È per me?"
Manuel sbuffò l'ennesima risata e si tirò a sedere, appoggiandosi alla testiera del letto.
"E pe' chi, se no? Te piaceva, no?"
E nella sua testa il pensiero che, sì, poteva fare regali al suo migliore amico solo per il gusto di farlo, lo rassicurava su quella sensazione di calore che gli si dipanava nel petto ogni volta che guardava gli occhi grandi dell'altro.
Chè dopo tutto quello che aveva passato, ci stava che volesse coccolarlo un po', accontentare ogni suo capriccio e assicurarsi che fosse contento e soddisfatto.
Forse a volte esagerava, certo, ma non era quello il caso.In effetti, poche settimane dopo si erano messi insieme. In un modo un po' strano, perché Manuel lo aveva realizzato quando, camminando per Roma, gli era venuta davvero voglia di stringere la mano di Simone, di intrecciare le loro dita e lo aveva fatto, aspettandosi che l'altro si scostasse; ma lui non lo fece, anzi, strinse le dita attorno al suo palmo e continuò a camminare, mangiando il suo gelato, fingendo che nulla stesse accadendo. Manuel, però, non voleva far finta di niente, non più.
Quindi si girò verso Simone e gli prese il viso tra le mani; si guardò un attimo intorno e si rese conto che erano arrivati all'altezza del Colosseo e c'erano dei gruppetti di ragazzi intorno a loro che stavano facendo la loro serata e Manuel sentiva un po' il disagio stringergli lo stomaco, nonostante fossero vicini alla Gay Street e di ragazzi che si baciavano ce ne fossero a bizzeffe. Per quanto il disagio e il senso di inadeguatezza gli annodassero la gola, si rese conto che gli occhi grandi di Simone che lo guardavano, con quell'espressione un po' persa e un po' speranzosa, erano capaci davvero di inglobare tutto il resto; e si era sentito stupido, chè se lo avesse capito prima, davanti al Colosseo lo avrebbe baciato mesi prima di allora.Stare insieme a Simone era stata l'esperienza più totalizzante ed appagante della sua vita, perché erano come un macchinario ben oliato che funzionava alla perfezione, si completavano e si opponevano nei modi più disparati e non c'era stato mai nemmeno un momento in cui Manuel si fosse pentito di quel secondo-primo bacio. Simone rispettava i suoi tempi e lo sapeva che in tanti immaginassero ciò che era successo tra loro, ma di conferme eccessive non ne avevano mai date e a Simone non mancavano quei tipici atteggiamenti da coppietta davanti scuola; gli bastava stringersi a Manuel in vespa, quando lui passava una mano sulle sue intrecciate sul suo stomaco, anche solo per assicurarsi che si stesse tenendo ben saldo. Quando si chiudevano in camera e, prima di pensare a qualsiasi compito da fare, Manuel gli accarezzava la linea del naso e vi posava un bacio leggero. Quando gli preparava il caffè come piaceva a lui e quando pioveva, che portava un ombrello anche per lui perché sapeva che lo avrebbe dimenticato.
Manuel amava stare con Simone, gli piaceva poterlo baciare quando voleva e poter essere l'unico a sfiorargli il fianco in quel punto che sapeva lo faceva rabbrividire.
Amava anche le piccole cose, come le serate a guardare un film sul divano, sepolti sotto una sola coperta; le nottate prima di un compito, quando studiavano insieme e si tenevano svegli a suon di risate e baci schioccati sulle labbra.
Manuel amava tutto, ma c'era un solo infinitesimale intoppo: non riuscivano ad andare oltre.
Si sentiva stupido al solo pensarlo, ma da un po' di tempo era un dettaglio che gli saltava agli occhi.
E ci provava spesso, ad avvicinarsi a Simone in quel senso, che lo voleva da matti e sentiva quanto anche l'altro lo volesse allo stesso modo; ma niente, Simone si scostava con le gote rossissime e gli schioccava un bacio candido sulle labbra ogniqualvolta approfondivano i loro baci e si ritrovavano stesi a sospirare su qualsiasi superficie orizzontale.
E Manuel, semplicemente, non capiva.
E quando si ritrovò seduto sul suo letto, con una sola scarpa mezza infilata, a fissare quella foto del suo ragazzo con indosso il pigiama che gli aveva regalato lui, la maglietta che gli lasciava l'addome scoperto, l'espressione assonnata mezza nascosta dal cellulare e una ciotola di cereali in un mano, realizzò due cose fondamentali: primo, che Simone fosse incredibilmente attraente anche appena sveglio, e secondo, che di solito non si faceva vedere con tanta pelle scoperta da lui e questo era tutto dire, anche perché Manuel si era bloccato a fissare l'addome bianco dell'altro e sentì la gola seccarsi alla vista del bordo dei pantaloni così basso sul bacino.
Ignorò il messaggio che era seguito alla foto in cui semplicemente Simone gli dava il buongiorno, con tanto di 'stronzo', che Manuel non avrebbe mancato di commentare più tardi e si infilò svelto le scarpe, prima di prendere chiavi e portafogli e fondarsi fuori casa, in direzione di Villa Balestra.
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The essence of the matter
FanfictionQuando Manuel aveva regalato quel pigiama a Simone, non pensava che la cosa gli si sarebbe ritorta contro, un giorno poco lontano. Il disegno in copertina è della mia meravigliosa @bespectacled98, chiedo umilmente scusa.