Non sono mai stata una bambina, non sono cresciuta in un corpo umano, come essi usavano svilupparsi. Erano rinchiusi in una gabbia di ossa e carne, la loro mente limitata e il loro spirito intrappolato da sbarre invisibili che loro stessi si erano creati. Io non ero così, nonostante la mia forma fosse simile a quella umana, non ero una di loro. Sono stata creata dalla terra, dal fango, dalla roccia, e dallo spirito del mio Signore, che mi aveva donato la coscienza; "tu sarai il più potente tra i miei sogni" mi aveva detto, sono state le prime parole che ho udito, ancora prima di riuscire a scorgere qualcosa con gli occhi. E lo avevo seguito, ero pronta a servire il mio creatore come egli mi ordinava, soprattutto se a farlo sarei diventata la creatura più potente nel Regno dei Sogni, dopo di lui.
Al tempo, la mia mente era pressoché vuota, tutto ciò che conoscevo era la mia identità e il luogo in cui mi trovavo, ma non sapevo neanche la sua storia. Non avevo informazioni riguardo gli altri regni, il mondo della veglia, le abitudini delle creature che abitavano qui, né quelle degli umani. Il sovrano era stato chiaro, prima di iniziare a servirlo avrei dovuto conoscere quanto più possibile, sulle tematiche riguardanti il regno dei sogni e non. Mi aveva presentato la bibliotecaria, e avevo capito subito che si trattava di una creatura saggia, e soprattutto di cui il mio signore si fidava. Non era facile da leggere, lui. Ci era voluto del tempo affinché capissi le sue espressioni, e le sue intenzioni. Spesso lo avevo trovato addirittura immaturo, per essere un re del suo rango, ma non posso stupirmi né biasimarlo; dopotutto, ogni creatura qui è una personificazione fatta a immagine e somiglianza degli uomini, e nonostante il potere che alcune di esse posseggono, non ci si può aspettare che siano perfette e prive di passioni e peccati.
Dopo la mia creazione, Lucianne mi aveva istruito, e presto avevo iniziato a studiare per conto mio, leggendo di ciò che mi interessava sapere all'interno della biblioteca. Essa era vasta, un labirinto, spesso mi chiedevo se fosse infinita e anche se nel mondo della veglia si potesse trovare una cosa del genere, ma sapevo già che un luogo così ricco di conoscenza e sapere non l'avrei trovato in nessun altro regno terreno e non. Dopotutto Lucianne mi aveva sempre detto che in questo luogo si trovavano tutti i libri già scritti e tutti quelli che saranno scritti in futuro. La consideravo quasi casa mia, la biblioteca, passavo qui i giorni e le notti a leggere e studiare, scoprendo cose nuove in un'atmosfera sempre confortevole e mai stressante, tranne quando il Signore veniva a far visita a Lucianne. Spesso il suo egoismo, e il mio signore mi perdonerà se lo penso, li aveva portati ad avere discussioni, più o meno gravi a seconda della faccenda da affrontare. Io non mettevo bocca nei loro discorsi, non mi sarei mai permessa, ero solo un sogno, molto potente certo, ma neanche accennavo a volermi mettere contro chi mi aveva dato la vita, una casa e un'infinita conoscenza.
Ciò che amavo fare nel Reame dei Sogni non era solo leggere. Esso era immenso, un intero mondo, con montagne, laghi, regioni innevate e radure verdi, i luoghi in cui spesso preferivo andare a meditare. Quando decidevo di uscire dal Palazzo, mi piaceva volare fino alla mia destinazione, sentire il vento fresco del reame del sogno attraversare il mio corpo e le ali piumate che il mio signore mi aveva donato. Grandi e resistenti, mi aveva detto che mi sarebbero state utili, e io già le avevo più volte testate, volando in alto tra le nuvole del regno e scendendo a grandi velocità, rialzandomi appena in tempo per non urtare la superficie del suolo. Volavo tra le montagne e i picchi innevati, avevo risalito cascate, visto creature dei sogni aggirarsi tra gli alberi dei boschi, e solcato il cielo con volatili di fantasia. Le nozioni sul regno dei Sogni non si imparavano solo attraverso i libri, si faceva pratica; avevo già esplorato gran parte di quel regno, preso nota di tutto ciò che mi incuriosiva, mi ero presa cura delle creature che vi abitavano e le studiavo. Facevo finta di non notare il corvo che spesso mi seguiva, e fingevo anche di non sapere che il mio Signore mi guardava ovunque andassi. Secondo la storia del regno, il sovrano aveva spesso incontrato dei nemici nei suoi stessi incubi, creature come me, a cui lui stesso aveva dato la vita. Per questa ragione, non potevo dargli torto se nutriva dei dubbi sulla mia lealtà, ma gli avrei dimostrato col tempo che non sarei stata anche io una traditrice della mia terra.
Non so di preciso quanto tempo io abbia passato nel Reame dei Sogni, libera di fare ciò che più mi compiaceva; il periodo che percepivo era di qualche settimana, forse qualche mese. Tuttavia non avrei fatto affidamento né sul tempo né sulla mia percezione di esso, non ero sicura che avesse sempre avuto un andamento lineare, in quel mondo. Ma non mi preoccupava. Finché Sua Maestà non mi avesse chiamata sarei stata libera di fare ciò che volevo.
Fin da quando avevo aperto gli occhi per la prima volta, nella radura in cui ero stata creata, avevo trovato questo reame incredibilmente piacevole alla vista, in tutti i suoi paesaggi e le sue strutture. Trovavo il Palazzo così magnifico da essere, appunto, degno di un sogno. Il Sovrano in persona di aveva accompagnato a Palazzo la prima volta; dopo la radura avevamo attraversato uno straordinario ponte di pietra, sorretto da enormi mani, anchesse di pietra, che ci permise di camminare sopra il lago da cui esse emergevano, e che separava la radura dal Castello. Esso era imponente, lingresso sorvegliato da tre guardie impeccabili, che ammetto, mi erano sembrate statue quando allinizio le avevo osservate da lontano: sui due pilastri si posavano un Grifone e un Pegaso, sopra lingresso invece un grande Drago, il primo tra le guardie. Mentre avanzavamo si notavano sempre di più i dettagli del castello, tutte le colonne e i pilastri massicci, sostenevano le aree più grandi del Palazzo, su cui poggiavano cupole dorate monumentali, la più alta al centro, tutte che sembravano toccare il cielo con le alte guglie con cui terminavano. Vedere quel paesaggio, una gioia per gli occhi, mentre venivo accarezzata dalla brezza del lago che mi smuoveva i capelli e la veste leggera, sentendo la pietra fredda sotto i miei piedi, respirando laria fresca che mi riempiva i polmoni per la prima volta, e tutto in presenza del mio Creatore, aveva generato una sensazione di pace e armonia in me, che non avrei trovato in nessunaltra situazione. Quasi avevo le lacrime. Anche le emozioni per me erano nuove. Ancora non sapevo di preciso come avvenissero, eppure sapevo che in quel luogo mi sarei sentita sempre in pace, protetta, e a casa.
STAI LEGGENDO
Dreams Die - I Sogni Muoiono
FantasyLa storia del Regno dei Sogni, da un punto di vista non canon. Un Sogno creato da Morfeo si trova ad affrontare questioni più grandi di lui... e forse anche di Morfeo stesso, minacciando la sicurezza del Regno, del Mondo della Veglia, e di tutti gli...