Doncaster non è perfetta. Anzi, è piuttosto bruttina con le sue case tipiche inglesi tutte in fila che vanno avanti per chilometri. E dove non ci sono le solite case ci sono quelle con i tetti spioventi e pure quelle si trovano ovunque tu vada. Dove non ci sono case, invece, ci sono spiazzi verdi, strisce d'erba e cespugli disposti casualmente, parchi con forme strane e collinette. Però, c'erano pure cose carine. Come il cinema che aveva sempre le premiere dei film puntuali, la pizzeria e il centro città che aiutava Doncaster a non sembrare un posto desolato nel nulla.
Doncaster non era perfetta ma, verso la fine dell'estate tutto era diverso. Alcuni direbbero pure che è un bel posto dove vivere. Gli alberi sono ancora verdi e ci sono pure fiori nei giardini. La cosa migliore di Doncaster alla fine dell'estate però, è la sensazione dei tacchetti delle scarpette da calcio sull'erba ancora fresca.
Harry sapeva dall'età di sei anni che voleva giocare a calcio per il resto della sua vita. Suo padre si era trasferito per lavoro con tutta la famiglia dal Cheshire a Doncaster all'inizio dell'adolescenza di Harry. E, grazie alla sua scuola gigantesca e al campo da calcio, se ne era innamorato subito. La scuola aveva infatti investito sulla squadra di calcio e la squadra maschile aveva pure avuto dei gran riconoscimenti. I primi ricordi di Harry a Donny erano quindi basati sul desiderio di essere scelto per i try out della squadra. Ovviamente le classi più giovani(?) avevano le proprie squadre ma, secondo Harry, lui aveva bisogno di qualcosa più serio. Aveva sempre voluto essere all'altezza della Premier e Champions League, FIFA world cup e poter indossare le famose parole Youth, Courage, Greatness sulla sua maglia. Harry quindi aveva fatto tutto quello in suo potere per allenarsi più forte che poteva e imparare meglio che poteva. Suo padre lo portava a Manchester a vedere lo United giocare a Old Trafford nei weekend, e poteva solo sognare di poter stare di fianco a Sir Alex un giorno e vincere con lui. E' passato molto tempo da questo momento ma, quella voglia di impegnarsi e raggiungere il suo traguardo continuava a essere presente dentro di lui.
Harry adorava il campo da calcio della scuola. Durante questo periodo, all'inizio della stagione, l'erba era perfetta. Era morbida e dura allo stesso tempo, dandogli la superfice perfetta per far scivolare la palla sul campo fino al gol. Ma, non era solo il modo in cui scivolava la palla; era anche il profumo che aveva, cosi nitido e fresco mentre si disintegrava sotto i tacchetti, ginocchia e gomiti. Le serate estive mentre tramontava, passate a correre sul campo e a fare gol, erano il simbolo della perfezione.
Sorprendentemente, quando ha finalmente provato ad entrare nella squadra di calcio, è stato più facile di quanto si aspettasse. Harry non aveva avuto problemi a fare gli esercizi con i più grandi, velocemente innamorandosi dell'atmosfera e la passione che questo gruppo di ragazzi aveva. E ovviamente, durante i try-outs, aveva notato lui. Come avrebbe potuto non farlo? C'era un ragazzo. Veloce e decisamente pieno di talento. Un po' sopra le righe. I suoi piedi erano più veloci delle gocce d'acqua sul parabrezza durante un temporale, e sembrava che per lui la precisione fosse la cosa più importante. Era il ragazzo con la frangia e gli occhi azzurri. Sembrava nato per quello sport e, per un minuto Harry era eletrizzato. Un ragazzo del suo anno con la sua stessa passione e voglia di fare. Giocare con uno come lui sarebbe stato fantastico. Era però un grandissimo peccato che questo tizio era un completo idiota.
Louis Tomlinson. Quello era il suo nome.
"Piacere Louis," ha detto durante il primo e vero allenamento con la squadra. La sua faccia era abbronzata dopo l'estate appena passata, e i suoi occhi erano blu. Harry l'aveva visto brevemente durante la lezione di inglese, ma non gli aveva mai parlato veramente.
"Harry," ha espirato. La squadra era radunata in un semicerchio sul campo. La cassetta con l'acqua era nel centro, con i loro nomi scritti ciascuno su una borraccia. Louis allungò il braccio per prendere la sua e, i suoi occhi indugiarono sulla cassa per un attimo prima di prendere in mano pure quella di Harry.