1 - L'arrivo a Corte

26 1 0
                                    


La giornata prometteva bene, il viaggio in carrozza era iniziato con un'andatura lenta per poter ammirare il paesaggio che si sviluppava al di fuori del finestrino. 
Donna Vi sventolava velocemente il suo ventaglio di un colore azzurrino chiaro. Le sfumature dei suoi capelli erano in tinta con i vestiti che portava. Si aspettava un clima più mite, rispetto a quello che ci si poteva aspettare presso la contea di Serenity. 
Di fronte a lei, la duchessa Debra stava facendo patire le pene dell'inferno alle sue unghie, non trattate a modo dalla sua ultima cameriera. Forse era proprio per quello che aveva deciso di licenziarla, la cura delle mani  era molto importante per lei. 
La sua governante la aveva già avvisata delle difficoltà che avrebbe intercorso nel trovare una cameriera personale abbastanza adeguata. Alla fine era stata abituata ad avere trattamenti perfetti. 
Le altre carrozze seguivano dietro, come se fossero coordinate. I movimenti lenti d'un tratto diventarono bruschi quando iniziarono ad arrivare verso destinazione. Un grosso scossone fece muovere i cavalli che dal passo cauto iniziarono a correre per le vie della contea. 
Donna Vi quel momento cadde in avanti verso la duchessa e un attimo di panico iniziò a farsi strada all'interno della cabina. 
La gente per strada iniziava ad accalcarsi per vedere la sfilata di carrozze. I contadini si ammassavano sulla strada e iniziavano a gridare per la gioia di vedere quei colori che si susseguivano, stemmi elaborati che facevano ben capire la posizione di chi stava arrivando. 
Tutti avevano sperato di arrivare in silenzio, forse avevano sperato in un viaggio notturno per tutelare la loro privacy almeno per un paio di giorni. Certo, la contea era piccola e la voce del loro arrivo sarebbe circolata in fretta, ma adesso sapevano di essere un punto di riferimento per quei cittadini che speravano in un cambiamento. 
Alle porte di Briggiardo li aspettava il Conte Trancerton, vestito di tutto punto, che si pavoneggiava facendo avanti e indietro mentre il suo cameriere personale, Donato, continuava a muoversi intorno a lui e spolverava i suoi vestiti che si riempivano di terra, a causa dei suoi passi veloci e pesanti che muovevano il suolo. 
Appena vide le carrozze iniziò ad urlare :"Stanno arrivando, preparate le trombe! Dobbiamo festeggiare." Donato  dovette correre oltre l'ingresso della città, un grande muro bianco che si stagliava per diverse decini di metri, e chiamare tutti i musicanti. Essi si erano addormentati, sotto quel sole cocente che ad una certa ora richiamava il bisogno di dormire, nonostante ci fosse ancora del lavoro da sbrigare. 
Ed eccoli, già in piedi scattanti, con le loro trombe e con la poca voglia, di chi non era stato pagato per mesi e continuava a mangiare patate bollite la domenica di festa. 
Un suono poco graziato uscì dal foro dello strumento, e ancora la gente da dentro le mura iniziò ad accorrere e a lanciare riso, come se fossero degli sposi in arrivo. 
La duchessa Debra spostò la tendina dal finestrino e guardò fuori con aria preoccupata, quella folla avrebbe solo fatto tardare l'arrivo alla dimora.  Dietro di loro, seguitava la carrozza della contessina di Elgherton, accompagnata dai rispettivi genitori con il quale aveva un rapporto contrastante. Nonostante fosse ormai grande da stabilirsi in altri luoghi, continuava a necessitare delle cure e delle attenzioni come se fosse una bambina in fascia. La madre le sistemò i lunghi capelli biondi che cadevano in graziosi boccoli, e la rimproverò ancora una volta della sua postura scomposta. 
Di certo non voleva sentire ancora sua madre criticarla per le sue posture o per i suoi modi di essere. Sperava solo di poter annullare il più in fretta possibile il suo fidanzamento con il conte, vista la distanza. Sapeva bene cosa ne pensavano i suoi genitori, sarebbe stato un rapporto comodo per tutti. Eppure lei cercava ben altro che ulteriori titoli o beni, voleva l'amore travolgente come quello che leggeva nei romanzi classici che era obbligata a leggere per non annoiarsi troppo. 
La città si era svuotata per accorrere al lieto evento, dieci della grande nobiltà dell'intera penisola si sarebbero trasferite lì per rimettere in sesto la contea. Forse erano riposte troppo speranze nel ruolo che queste giovani fanciulle avrebbero avuto, o forse troppo poche. Ma i commenti erano già stati fatti, chi si aspettava che arrivassero con carrozze modeste e chi pensava che ciò che stavano mostrando fosse troppo poco per il loro titolo. 
Il sorriso sardonico avvolgeva la faccia del conte Tranceton che, tutto bello pomposo, stava in piedi, dritto, pronto ad essere venerato come se fosse il re. La sua fama lo precedeva, e tutti sospettavano che fosse arrivato a quella posizione con tutti quei beni, solo tramite le raccomandazioni fatte dalla Regina Virgilia. 
Le carrozze smisero di muoversi tutte insieme, coordinate e perfette nei movimenti. 
Le porte della carrozza vennero aperte dai cocchieri, tutte fecero un gran respiro, pronte a scendere in silenzio ma un gran baccano distolse l'attenzione da nove di quelle porte per concentrarsi su quella della Marchesa di Elgherton, amica della contessina. 
Ed eccola, la marchesa Drew che urlava a squarciagola :"Siamo venuti a salvarvi, adesso riponete tutta la fiducia su di noi. Vedete i colori del mio abito? Re Sole stesso utilizza questi colori ed ecco cosa ha portato, un regno immenso come lo sarà il nostro." 
Donna Vi si mise una mano sugli occhi, i giochi erano appena stati aperti e sapeva già che le cose poi non sarebbero state così tranquille. 

Le corti del SalentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora