Salve a tutti!
Questa è la prima OS che scrivo sulla RivaMika, speriamo che non sia andata troppo tragicamente. C: Spero che la OS piaccia e.. non saprei! Buona lettura :)
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La mensa brulicava di vocii disordinati, parole sussurrate all'orecchio e sguardi confusi. Le reclute, sedute su panche di legno, mangiavano la porzione abbondante preparata da una delle cuoche migliori di tutta la legione, provando un certo senso di stranezza, si lanciavano occhiate sospettose e sembravano confabulare strane teorie.
"Il Capitano, si sa.. Sembra avere qualcosa di strano in mente. E' da molto tempo ormai che si comporta in modo inusuale.." sussurrò un giovane dai capelli castano chiaro.
"Sì, hai ragione. E poi avete visto come guardava quella ragazza? Mi pare si chiamasse Mikasa, tutto ciò che si sa su di lei è che è una sua sottoposta, ma secondo alcune fonti sembrano nascondere qualcosa!"
Disse una nuova recluta; aveva una folta chioma bionda e degli occhi color verde prato. Si capiva da come parlava che era una nuova, non sapeva mantenere basso il tono di voce e non si era ancora resa conto di quanto quello che stava dicendo avesse potuto compromettere la sua carriera nel Corpo di Ricerca. In realtà, era ben evidente che nessuno si era reso conto del peso delle parole che stavano pronunciando. Se solo Levi avesse voluto, avrebbe potuto far passare un brutto quarto d'ora ad ogni singolo di quei soldati. Mikasa si sentiva come se tutti la stessero classificando come una poco di buono, con un intuito che pochi avevano le era bastato poco per capire che stavano parlando di lei. Tuttavia, con il viso rivolto verso la sua porzione continuò a mangiare, sperando che prima o poi l'avrebbero finita.
Nel bel mezzo di quei sottili vocii la porta si aprì lentamente, emettendo un leggero cigolio. Lo sguardo rigido del capitano bastò per mettere a tacere l'intera sala, aveva tutta l'attenzione delle reclute e, con passi lenti e regolari, si addentrò fino al centro della mensa. Sì guardò intorno, ma niente. Probabilmente era troppo nascosta per essere notata, o forse era lei che non voleva farsi notare? Non si sentiva pronunciare una sillaba, solo la bionda continuava a parlare all'orecchio del castano. Levi, con uno sguardo fulminante la scrutò immediatamente. Si sentì una mano sbattere su uno dei tanti tavoli ed in men che non si dica il viso di Levi si trovava di fronte a quello della ragazza.
"Tu, mocciosa. Dato che hai tanto da raccontare, perché non mi dici dove si trova la mia sottoposta?"
La bionda deglutì, guardando quasi spaventata il capitano. "Se intende la ragazza cupa, con i capelli neri e la sciarpa rossa allora è proprio dietro di lei, Sir!"
Levi scrutò ancora una volta la bionda, non fidandosi della sua affermazione. Il grado di serietà di quella ragazza era pari a quello di una dodicenne con squilibri ormonali alle prese col suo primo amore: completamente inesistente. Si sentì provenire una voce fredda e sottile, una voce femminile che Levi riconobbe all'istante.
"Sir, non c'è alcun bisogno di trattare in quel modo questa povera recluta. Sa benissimo che se deve parlarmi deve necessariamente farlo tenendo un comportamento rigoroso. Detto ciò non ritengo opportuno ricordarle che-" ma venne bruscamente interrotta, a Levi non erano mai piaciute le regole dettate dai suoi sottoposti. L'intera sala si stupì dello spettacolo a cui stava assistendo: nessuno e dico, nessuno si era mai permesso di parlare in quel modo al Capitano, se non i suoi superiori. La straordinaria ed apparente freddezza della ragazza li colpì come una pugnalata al cuore, cosa diamine le saltava in mente? Voleva per caso passare guai seri? Nella mensa regnava incontrastato un silenzio di tomba, e tutti guardavano i due, lanciandosi sguardi confusi.
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Realizing
Short Story"La ragazza non aveva alcuna idea del perché si trovasse lì, forse quei documenti avevano qualcosa a che fare con ciò che il Capitano dovesse dirle, ma rimase tutta un’incognita, una “x” in un’equazione di quarto grado."