wet yourself

6.2K 175 783
                                    

"Il bagno è mio!"

Una testa riccia, veloce come un fulmine a causa delle lunghe gambe, sorpassò un Louis, assonnato e col viso contratto; posto davanti alla porta del lungo corridoio strofinava gli occhi. 
Questo fece in tempo a ritrarre la mano alla rapidità con cui gli venne rubata la maniglia da sotto il naso, essa chiusa poi da un tonfo.

"Harry!" strepitò. "Devo andare in bagno, cazzo!" sbatté i pugni chiusi sulla porta in protesta.

"Devo fare la pipì!" disse alzando il tono di voce per farsi sentire dall'altra parte della stanza. 
Il liscio sbuffò sonoramente e grugnì, grattandosi il volto e poi sbadigliando. 

Udì poco dopo lo sciacquone azionarsi e la porta aprirsi; neanche notò il viso sereno e felice del ragazzo - sorridente addirittura - desideroso di togliersi il pantalone e lasciar andare l'urina trattenuta durante la notte. Di alzarsi e farla non ne aveva mai voglia, amante del sonno com'era. Louis era sicuro che una delle cose peggiori del mondo fosse quello; svegliarsi, trascinare il corpo morto lungo il corridoio con un occhio aperto, pisciare e cercare di dormire ancora. 

Sorpassò il corpo poco più alto di lui, abbassò il tessuto del pigiama che scivolò oltre la curva del sedere - era solito dormire senza intimo, gli piaceva la sensazione di libertà e freschezza - e sospirò sollevato nel rilasciare il flusso d'acqua che colpiva il bordo del water creando un rumore cristallino e rimbombante. 

Harry dalla porta non si mosse, a braccia conserte osservò il ragazzo più basso scrollare le spalle da un brivido piacevole e scrollarsi il membro flettendo anche le ginocchia. Azionò lo scarico, si protrasse al lavandino e si lavò le mani poi per svegliarsi si sciacquò anche il viso per riprendersi definitivamente. 

Quando gli occhi di entrambi si incrociarono il riccio sorrise beffardo, mimando un 'scusa' con le labbra; dolce e innocente.

"Mi stavo per pisciare addosso! Fanculo le tue scuse, caramella" espresse Louis scrollando le mani e seguendo a passi leggeri il corridoio che lo avrebbe portato in cucina, a fare colazione - la sua parte preferita - ignorando il ragazzo, che mise su un broncio carino al non essere notato. 

Questo lo seguì in silenzio, vide che era intento a versarsi un bicchiere d'acqua e con un muffin confezionato al suo fianco già metà mangiucchiato. 
Il riccio prese posto allo sgabello vicino all'isola della cucina e appoggiò i gomiti sul marmo freddo, poggiando poi la testa sulle mani conche. Provocazione, era civettuolo. 

"Mi scusi, Signore" sorrise maliziosamente. 

Non capitava spesso all'inizio della loro relazione che il riccio si riferisse al maggiore con quel nomignolo, anche sapendo quanto l'altro si sentisse forte e speciale; mesi di amore e convivenza avevano portato a galla desideri e dichiarazioni su cosa fosse concesso e piacevole per entrambi. Si era addentrato in un luogo completamente rosso che Louis gli aveva fatto scoprire; era tutto leggero e sottile poi iniziò ad essere coinvolgente e rude, tra giocattoli e appellativi. Quando poteva, e voleva, chiamava l'altro Signore; che poi sfociasse nel sesso era inevitabile per loro. Si erano ripromessi di essere chi volevano fino a quando entrambi erano immersi in una sessione. 

Come in quel caso. 

Ridacchiò alla vista del suo amato quasi strozzarsi col bicchiere d'acqua poggiandolo in fretta sul ripiano e tossendo, si diede qualche colpo sul petto. Girò lo sguardo, e Harry giurò di averci bene del fuoco ardere a quella piccola scintilla. Non sapeva se fosse perché lo avesse provocato o se lo avesse provocato di prima mattina. 

Louis odiava essere disturbato di mattina presto. 

"Come mi hai chiamato?" volle essere certo di aver sentito bene, e conoscendo il ragazzo lo aveva fatto. Non staccò le sue iridi in quelle verde del riccio che prese a tremare dal tono di voce roco e assente, autoritario e accusatore. 

don't you dare get wetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora