CAPITOLO 2.

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POV LOGAN.
Non ho mai capito Anne, è sempre riservata e a me non m'importava più di tanto della sua vita. Ma da quando ho visto quelle lacrime bagnare il suo viso ho sentito una strana sensazione.
Mi sento in colpa,non ho mai visto piangere nessuno,soprattutto non mi sarei mai aspettato di vedere Anne piangere.
Mi metto in macchina e mi dirigo verso casa sua impresa ardua, ho scoperto in quale strada vive, ma non ho scoperto la sua casa.

Dopo aver bussato ad una decina di case mi avvicino all'ultima, una villetta molto bella e abbastanza grande con una giardino molto spazioso.

Mi avvicino al cancello, lo apro e vado verso la porta,busso nella speranza che sia la casa giusta.

La porta viene subito aperta,mi compare la figura di Anne in pantaloncini e canottiera.

"Che ci fai qui?" chiede lei corrugando la fronte. Infatti,che ci facevo qui? non lo sapevo nemmeno io.

"Posso entrare?" chiedo facendo un sorriso.

Sembra pensarci un po. "Certo.." dice accennando un sorriso.

"Carino qui." dico guardandomi in torno

"Grazie" dice sottovoce ma io la sento lo stesso.

Guardo alcune foto e noto un uomo, molto familiare l'avevo già visto da qualche parte ma non ricordo dove.

"Chi è? " chiedo, lei appena guarda la foto si irrigidisce.
"mio padre." dice balbettando e facendo uscire qualche singhiozzo.

"Hei stai bene?" le appoggio una mano sulla spalla e la mia schiena si riempe di brividi. Sarà il freddo.

"si-" viene interrotta da un forte rumore proveniente dal piano di sopra. Si gira di scatto e corriamo sopra.

Apre una porta e troviamo una bambina per terra che piange.

"SARA!!" urla correndo verso di lei per prenderla tra le sue braccia e abbracciarla.

"shhh" sussurra nell'orecchio alla bambina. "Va tutto bene amore tranquilla ora ci sono io" dice baciandole la testa.

"mamaa" singhiozza la bambina stringendosi al petto di Anne. ASPETTA L'HA CHIAMATA MAMMA!!

Lei non risponde e inizia a piangere. La stringe ancora più forte e si alza da terra per poi andare verso le scale.

"Devo portarla in ospedale,resta qui non Cecilia ti prego" dice uscendo di casa.

Anne è ancora in ospedale sono le nove di sera ed io sono ancora qui ad occuparmi di Cecilia.

"Logan?" mi chiama la bambina venendo verso di me, ha tra le mani un libro, Cenerentola.

"Me la leggi?"mi chiede facendo gli occhi dolci.

"Okay,ma solo questa, nessuno deve saperlo okay?" dico puntandogli il dito contro.
Alza gli occhi al celo e annuisce. Inizio a leggerle la storia.

Vengo svegliato dal rumore di una porta che si chiude e dei passi.

"Ciao.." dico con la voce assonnata.

"Hei.." dice lei con Sara in braccio che dorme.

"Come sta?" chiedo vedendo una fascia sulla testa della bambina. Le accarezza la testa fasciata lasciandole piccoli baci tra i capelli, proprio come una mamma.

Forse dovrei chiederglielo, oppure no.Cazzo non lo so. Oh fanculo io mi butto.

"Emh, vedi, ecco, volevo, chiederti se, se-"

"Volevi chiedermi se è mia figlia?" dice Anne completando la frase al posto mio.

"No,non è mia figlia." dice salendo le scale e ignorandomi completamente.

"Allora perchè ti ha chiamato mamma?" insisto.

"Perche crede che sia io la sua mamma,quando in realtà sono sua sorella." dice arrabbiata ma ha una voce triste.

"Scusa ma tua madre?" continuo.

"Lei non c'è." taglia corto.Non ne voleva parlare,ma volevo sapere,sarebbe stata lei a farlo quando era pronta.

"Allora...ti va di vedere un film oh,non so una lotta di popcorn?" dico prendendo dalla ciotola che mi ero preparato una manciata e tirandoli addosso ad Anne.

"hei!" disse togliendo i popcorn dai suoi lunghi capelli castani ridendo.

"ah, hai sorriso." dissi sorridendo. la sto guardando, sto guardando i suoi bellissimi occhi. Lei non parla, mi svuota tutta la ciotola in testa, scoppia a ridere contagiandomi.

"I capelli sono un colpo basso." dico ridendo. Lei sorride di nuovo.Ha un sorriso stupendo.

"perché non ti ho mai vista cosi a scuola?" chiedo.

"Perchè ti preoccupi per me? a stento ci conosciamo." eccola è scattata.

"Perchè ti ho sempre vista mandare via tutti, sempre la solita stronza, invece tu non sei così ma sei cosi." la indico.

"TI sbagli"dice acida.

"sarà, è tardi devo andare." dico infilando la felpa.

"Di già?" Mi volto di scatto per poter incrociare i nostri occhi.

"voglio raccontai la mia storia." dice tenendo i nostri occhi incollati.

"Ne sei sicura?" non ne era sicura. "Non sono nessuno, non devi essere obbligata, voglio solo che possa esserti amico." dico sedendomi accanto a lei sul divano. Cavolo è bellissima,ma non posso dirglielo lei mi odia si sa.

"ti mi odi" dice.

"no." rispondo subito "voglio aiutarti."

"vuoi aiutarmi?" dice confusa.

"Si voglio aiutarti." dico facendola sorridere. "Amici" le tendo la mano.

"amici." sorride.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 15, 2015 ⏰

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