A mia madre, che ha sempre tentato di salvarmile scrivo in lacrime per rivelarle la mia più profonda infelicità e solitudine, dovuti allo scorrere di una vita che ho spesso odiato e spesso desiderato di cambiare
le scrivo per informarla che nonostante il suo incessante impegno, il fiore da lei tanto amato ha perso quasi tutti i petali
e rischia di morire dissanguato
le domando scusa per non essere riuscito a migliorarmi, bensì a rovinare quel poco di buono che era rimasto in me
le chiedo perdono per le mie egoistiche lamentele e per averla resa partecipe della mia perpetua agonia
sono oltremodo dispiaciuto per aver fallito nella battaglia che mi ha spesso intimato di combattere contro me stesso,
di essermi lasciato sopraffare e tormentare dai miei demoni brutali fino a non poterli più controllare
mi vergogno dell'ingratitudine che provo nei confronti delle meraviglie di questo mondo
nonostante lei mi abbia educato sin dalla giovinezza ad amarle
temo il futuro e il presente
del passato ho memorie cupe.
Tuttavia, mai permetterò ai tuoi limpidi occhi di leggere le mie ferite, madre
poiché potrei cogliere ogni singola sfumatura della tua più intima amarezza, udire il tuo fragile cuore affrettare il suo battito, sentire le lacrime salire irrequiete e sgorgare impetuose lungo la tua fine forma
ragion per cui tali parole mai verranno pronunciate da me e da alcun altro elogiatore della mia poesia
neppure la tua morte concederà un simile diritto sicché
rimarrai dentro me
per l'eternità
il mio Infinito
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Leopardi a sua madre
PoetryUna lettera che Leopardi non ebbe mai il coraggio di far leggere alla propria madre.