Ho provato a fantasticare su un'eventuale gravidanza di Zeynep, questo è ciò che ho immaginato. Spero possa essere di vostro gusto :)
ZEYNEP
La città dorme e tutto intorno a me tace: sono padrona della notte. Nel mentre mi avvolgo nella mia coperta preferita di flanella rossa. Rosso. Rosso come l'amore, come la passione, come il sangue che da oggi il mio cuore pomperà per due dentro me. Per me e per lui...O per lei. Se dicessi che ho sempre desiderato il dono della maternità starei mentendo a me stessa, alla mia coscienza e al mio vissuto che è ancora parzialmente intriso di dolore. Mettere al mondo una creatura è una grande responsabilità: Hai letteralmente in mano la vita di un essere umano. Beh la vita me la immagino come un quadro ricoperto di colori caldi, rosso, arancione e giallo. E colori freddi come il blu scuro, il viola pesto...nero. E noi, io e tuo papà dovremmo essere un po' bianco per attenuare il dolore ma non tanto coprente da farlo scomparire. Il dolore rende umani, piccolo mio. Il dolore rende liberi. Contrariamente a quello che la gente pensa, non c'è male che per bene non venga. È un campanello che, magari sei indaffarato in casa o sei a lavoro e suona, suona, suona e se non apri troverà il modo per irrompere in casa tua. E non sarà affatto gentile finché non sarà ascoltato. È un po' come la spia dell'olio motore della macchina: è ora di riempire il serbatoio altrimenti la vettura non cammina. Se l'essere umano non cammina, non evolve e se non evolve muore. Muore nei sensi di colpa, muore all'interno di quel contesto familiare o sociale in cui ci sente intrappolato...Muore per se stesso e vive per gli altri. Piccolo mio, io ne so certamente qualcosa: Ascoltami mentre ti accarezzo dall'unica barriera che ci divide, la carne. La tua mamma non ha avuto una vita semplice. Si, ho studiato nelle migliori scuole e nella migliore università di Istanbul. Si, ho avuto quella sciarpa firmata e costosa che tutti volevano. Ho addirittura ricevuto in regalo quell'auto che anche chi lavora da 20 anni, brama. Ora però ti dirò un'altra cosa: ho avuto soltanto quelle cose.
A che prezzo, mamma?
Già ti immagino nel chiedermelo tra vent'anni. Oggi gioco d'anticipo amore mio e di tutta quell'acqua che è passata sotto i ponti, ti racconto di quella che non hai visto. Sono stata strappata dall'amore di mia madre, tua nonna, senza che potessi pattuirlo. Ero appena un vasetto e sono stata sradicata dal mio orticello. Ho cambiato terra, ho cambiato aria, ho cambiato nutrimento. Sono stata rinvasata che ero piantina in un nuovo cortile: Dove soltanto ora so che il terreno era più fertile. Per questo ringraziamo nonna Nermin. Ora non sono più una fogliolina: Ora sono un albero di ciliegio, ma come ti dicevo...Ahimè la mamma si perde sempre in tante chiacchiere...Perciò sappi che la mamma è una grande logorroica. Papà Barış è più diretto. Tuo padre è stato il mio fertilizzante, mi ha aiutata a crescere. È stato la mia acqua piovana...E tu, il nostro piccolo semino d'amore. Ma facciamo qualche passo indietro, ti dicevo cuore mio: Prima di essere ciliegio sono stata germoglio debole, quel germoglio che ci crede...ma non troppo. Il mio è stato terriccio impastato con i sensi di colpa, a modo mio volevo mostrare gratitudine a mia madre Sakine, a tua nonna, per avermi concesso il lusso di formarmi, di vivere con un piatto caldo ed un tetto sotto la testa, una coperta calda...La stessa in cui si sarebbe volentieri rannicchiato tuo Zio Remi. Ma lui non ha avuto questa fortuna, le sue radici sono state estirpate prima ancora che potesse irradiarsi. Ho fatto tanti errori per compiacere gli altri: Ho dato corda a persone che poi quella stessa corda me l'hanno stretta al collo gettandomi e gettandoci nella disgrazia. Ho buttato al vento lacrime di dolore e urla strazianti. Pensano non mi fosse più rimasto nulla di integro. Sono caduta una, due, tre, quattro addirittura cinque volte però poi mi sono rialzata. Ho fatto di mia madre l'epicentro di tutti i miei mali. Solo ora però, sperimentando la bellezza brutale del dolore ho compreso una cosa: Soltanto chi non ha mai amato non ha mai sbagliato. Ti racconto il giorno più doloroso della mia vita che, incoscientemente è diventato il giorno della mia liberazione: