Prologo

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Le giornate erano sempre le stesse da un po' di tempo.
Continuo a pensare a come sono finita in una situazione così monotona, non riesco a darmi una vera e propria risposta. Non so trovarne un colpevole, probabilmente perché l'unica persona da biasimare sono proprio io. È strano, circa un anno e mezzo fa mi lasciai con questo ragazzo, e mettiamo in chiaro fui io a lasciarlo. Non ci stetti male più di tanto (dentro di me sapevo cosa fare già da un po') semplicemente non ne trovavo il coraggio. Le cose andavano male o almeno per me'. Mia mamma stava vivendo una situazione orribile un tumore alla ovaie che ha affrontato come solo lei sa fare, come una donna una di quelle vere, una di quelle che ha paura ma non lo fa vedere, magari ha pianto ma non ha voluto ammettere nemmeno di aver sofferto tutti quei giorni in ospedale da sola.
Ma io? Io non sono sempre come lei coraggiosa e forte io no.
Quella situazione di preoccupazione costante per me non era una cosa normale per la mia anima, e infatti mi sconvolse cosi tanto da isolarmi. Non era usuale per me stare male per le persone, mi veniva facile capire come stessero tutti quelli che mi circondavano si, ma non avevo tutta quella compassione.
L'unica cosa che avrei voluto nel momento in cui capii di essere anche io così debole?, così umana? era una persona, e avrei anche dovuto averla no? Il mio ragazzo.
Una persona che mi costringesse quasi a parlare, mentre la persona con cui ero, non si accorse nemmeno delle mie necessita.
Non solo da lui eh. Mentre io sembrano un pronto soccorso vivente per tutti,che capiva le esigenze senza farmi spiegare nulla, io sembravo sempre incompresa, anche se provavo ad esprimermi e ci provavo davvero.
Così finì.
gli prima inviai un messaggio, poi parlammo dal vivo. Ora cosi su due piedi non ricordo bene come andarono le cose, tanto che non fu così tanto rilevante per me.

Una cosa che ricordo bene e tutto quello che successe dopo la rottura. Avvolte sono nostalgica dei momenti in cui stavo bene, e si ero con questa persona, ma non mi manca lui, mi manca sentirmi bene e avere persone al mio fianco, un gruppo di amici, persone.
Poiché quel giorno mi sembrò andare tutto a rotoli, le mie sicurezze oscillarono per tanto.

È passato un anno e mezzo ed è tutto monotono.
Anzi, definire monotona la mia vita mi piacerebbe, ma non c'è un momento in cui non vada tutto a rotoli.
In tutta questa monotonia ci è arrotolato un mio casino interiore, uno? No direi più di uno.
Così tanti che non saprei da dove iniziare se qualcuno me lo chiedesse, ma fortunatamente succede raramente che mi chiedessero cosa frulla nella mia testa e ancora più raramente accade che io mi confidi con qualcuno, su quelle cose.
Ogni rapporto umano, ogni relazione che io provo di instaurare con qualcuno mi sembra inconcludente e non abbastanza. Sarò io a non essere abbastanza la dura e straziante verità.

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