Capitolo 1 [kaila]

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Mi svegliai alle 6:55, come ogni mattina oramai da qualche settimana dall'inizio della scuola.
Non mi aspettava nessuna coccola da mamma o da papà non sono mai state persone da coccole o da preparami la colazione, mostravano il loro affetto in altri modi.
La testa mi fece più male del normale, probabilmente per tutto il tempo a leggere della sera prima.
Si mi piaceva particolarmente leggere soprattuto quelle storie molto imbarazzanti e romantiche, (proprio come me) o almeno speravo di esserlo ancora.
Mi sentivo un po' persa da un po', la mia anima non trova pace. Anima . La chiamo così non saprei come definirla, magari dovrei darle un nome. Come ad un cane non so.

Continuo a leggere storie che non mi rappresentano sperando in un mio cambiamento o un cambiamento in questa vita assurdamente senza un senso effettivo.
Mi alzai, cadendo quasi e mi aggrappai al pomello dell'armadio per poi mettermi per bene in piedi e decidere che mettere, e (mentirei se dicessi che sono il tipo che prendo la prima cosa dall'armadio).
Mi piace apparire, consapevole di non essere notata,non fa nulla, non so per chi o per cosa lo continuassi a fare.
Ma ci tengo particolarmente alla mia estetica in pubblico, ci tengo forse ad apparire a me stessa per dirmi<< dai kaila non è mica tutti perso vedi puoi essere carina>>
Ma non pensavo nemmeno quello purtroppo.
Presi un cargo di quelli larghissimi di qualche taglia in più a me, una canottiera bianca abbastanza ma non troppo aderente, ne trasparente, e sopra un crop top a maniche lunghe stile crochet penso si chiami così. Adoravo quei cosi, si possono abbinare ovunque e sono caldi , anche se siamo solo a metà settembre.
<Non ti noterà nessuno ugualmente potresti andare in pigiama e nessuno se ne accorgerebbe>
, mi ripetevano le voci nella testa ma avrei comunque camminato come se qualcuno mi stesse ammirando, con una canzoncina da girlboss nelle cuffie, una canzone che stonava i timpani dal volume alto, per non ascoltare più quelle voci che rincorrevano le mie giornate.
Presi le mie converse over-utilizzate che dovrei assolutamente cambiare,mi spazzolai un po' i capelli che raccolsi in una coda, e mi truccai come in usuale per scuola. Un po' di mascara, correttore, rossetto un po' più scuro di un beige e illuminante sul naso. Mi piaceva quel luccichio sulla punta del naso.
Mai di mattina osavo mettere cibo in bocca mi sarei sentita troppo in colpa a pensare che il cibo (ancora una volta) fosse uno dei primi dei miei pensieri.
Questo era solo un altro dei primi casini mattutini

<Siete pronti?> era mia mamma che urlava dalla cucina per farsi sentire.
"Siete" si io e mio fratello minore, 10 anni credo forse undici? Anni di stupidità
è un rompipalle ma gli voglio bene infondo, infondo, infondo (si molto in fondo)
Andammo in macchina e in pochi minuti fui arrivata a scuola.  Buona giornata a scuola forse disse non ne sono sicura avevo le cuffie al massimo ma accenó un sorriso e feci lo stesso.
Che bel sorriso che so sfoggiare, mentre dentro la paura mi sta mangiando gli organi piano piano, uno ad uno, mi sentivo uccidere lo stomaco come ogni mattina prima di entrare a scuola.
Sapevo cosa mi aspettava.
Le solite cazzate adolescenziali o magari definiamoli bambini che fanno cazzate e le reputano scherzi divertenti, e poi mi trattano come amica.
Mentre a me quelle cose fanno male dentro davvero. La mattina incomincia. Un ragazzo si siede al mio postonon ero in vena di stare in silenzio e cambiare il mio posto per un capriccio. <alzati>
Riuscii a vedere un sorriso beffardo su quella faccia irritante
<non fare la bambina vai a prenderti un altro posto>
avrei potuto si ma non ne avevo davvero voglia
Gli spinsi lo zaino appoggiato sullo schienale atterra e mi guardò domandandosi probabilmente che problemi avevo.
Il prof era appena entrato
<non vorrai fare brutta figura da vanti al professore nuovo? Cosa penserebbe di te? Che prendi il posto ad una ragazzina?> insinuai sorridendo
Penso di aver fatto centro anche se i ragazzi dietro continuavano a ridermi in faccia
Prese e si alzò, fui effettivamente soddisfatta di me anche se la mia mente iniziò a pensare ai mille motivi in cui ora sarei potuta essere presa in giro.
Mi sedetti e sentii gli occhi di quel ragazzo è degli altri su di me come a deridermi per aver fatto quello che avevo fatto.
Misi una cuffietta nell'orecchio con una canzone di Mac Miller a massimo volume.
Inizia la lezione. Amo filosofia, (era la prima lezione) ma ne ero sicura, discorsi persi nel nulla, nelle domande, risposte ipotesi, cazzo amavo tutto quello.
Mi persi completamente nelle lezioni e presi tantissimi appunti che avrei riletto per tantissimo giorni. ( e che probabilmente quei ragazzi di prima mi avrebbero chiesto come vermi)
Ci furono altri momenti bui nella giornata. Come quando a merenda riuscii a capire come non mi fossi integrata di nuovo. Tutti insieme a mangiare, e io al mio banco con una cuffietta rileggendo le parole ascoltate pochi minuti prima dette dal professore. Ero sul punto di piangere senza motivo mi sentii soffocare improvvisamente per quella sensazione. Probabilmente nessuno mi stava deridendo, nessuno mi stava osservando, ma intorno a me sentivo gli occhi di tutti che mi deridevano per chissà quale motivo. Avrei voluto solo un secondo senza sentirmi in quel modo.
Avrei voluto il vuoto per un po'.
La giornata finì effettivamente presto, salutai la professoressa a fine ora, e mi incamminai verso le scale cuffie sempre presenti.
Avevo creato infatti da poco una playlist perfetta per tutte le occasioni.
Triste felice, mentre leggevo, mentre studiavo, se cercavo di distrarmi. Perfetta
Nelle orecchie una canzone dei neighborhood, un gruppo che stavo imparando ad apprezzare.
Arrivai alla macchina di mia mamma
<Come è andata a scuola tutto bene?> chiese con i suoi soliti toni gentili
<si normale> cercai seriamente di non vomitare tutte i pensieri negativi; che avevo sulla giornata con tutta me stessa .
<cosa è successo? Sei triste?> mia mamma sapeva sempre cosa succedeva senza nemmeno chiedermelo
<non mi sono integrata nemmeno quest'anno con la classe,ho paura che vada peggio>
Non mi guardò sorpresa, mia mamma sapeva del mio carattere particolare. Per una parte della mia vita mi disse che magari incontravo le persone sbagliate. Ma da poco mi confessò che pensava che potessi essere io il problema.
Effettivamente se non riuscivo ad avere rapporti la colpa poteva essere solo mia. Di nessun altro.
Ma il fatto che lo avesse detto anche mia mamma bruciava dentro come fuoco.
<andrà tutto bene, non fa niente concentrati su altro> mi sorrise e scombinò un po' i capelli.
Arrivata a casa mi guardai nello specchio, avevo i capelli completamente in disordine e dal panico iniziai a pettinarli per la paura che mi avesse vista qualcuno. Le voci nella mia testa mi facevano brutti scherzi quando si parlava della mia apparenza.
I miei capelli sono di una media lunghezza neri corvini (media lunghezza sempre per le voci nella mia testa che dicevano che tagliandoli facendomi un caschetto super corto avrebbe alleviato i miei problemi) grazie voci, non fu così ma almeno stavano crescendo e avevano quarti raggiunto il seno. Mi fermai ad osservarmi per un po'
La mia frangetta corta e scombinata non trovava una posizione, avevo messo il mascara che ora colava da un occhio, il mio naso probabilmente era una cosa decente era alla francese, forse anche le mie labbra che erano effettivamente carnose. Ma le voci nella mia testa devono far sentire anche quelle parti magari carine, solo decenti e quasi insicure.
La giornata prosegui normale,
Mangiai con ulteriori sensi di colpa.
Lèssi il mio solito libro che divorai e finii
Dormii per 2 ore il pomeriggio
Mangiai
Lèssi
Dormii
Che giornata emozionante.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 20, 2022 ⏰

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