Azhdaha

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Azhdaha è una creatura mitica nella mitologia iraniana, più o meno equivalente al drago.  Sono gigantesche creature simili a serpenti che vivono nell'aria, nel mare o sulla terra.   Nella letteratura persiana, gli Azhdaha sono raffigurati come un serpente gigante o una lucertola con le ali.

Secondo la tradizione, ha un corpo enorme, un viso feroce, la sua boccha é larga, con molti denti e i suoi occhi sono luminosi. 
Gli Azhdahā sono in realtà serpenti normali, secondo Ajāyeb ul-Makhlooghāt, un libro di Mohammad b.  Mahmud b.  Ahmad-e Tusi (scritto nel 1160 d.C.), "quando un serpente vive 100 anni e la sua lunghezza diventa 30 Sguardi (un'unità di misura tradizionale approssimativa di un metro), è chiamato azhdahā".  Ha anche scritto che "a causa delle loro molestie ad altre creature, Dio alla fine le getterà in mare e lì dentro il loro corpo continuerà a crescere in modo tale che la loro lunghezza diventa più di 10.000 Sguardi.
Poi nel mare si evolvono e gli cresceranno due ali, come un pesce, e le onde del mare sono dovute ai loro movimenti. Mangiare il cuore di un Azhdahā porta coraggio e la loro pelle rimargina la ferita causata dall'amore, e se qualcuno seppellisce la testa di un azhdahā dentro  suolo, le condizioni di quel suolo diverranno buone».

Un'altra opera, il Nuzhat al-Quloob, completato nel 1339-1340 da Hamd Allah Mustaufi Qazvini, descrive l'azhada con un aspetto terribile, con occhi fiammeggianti, una bocca larga e un corpo di enorme lunghezza.  Come Ahmad-e-Tusi, anche lui sostiene che il drago all'inizio fosse un serpente, e fu solo dopo che divenne lungo più di trenta metri che venne chiamato azhada.  Dice che dopo che l'azhada fu gettato in mare da Dio, per aver terrorizzato le persone sulla terraferma, sviluppò pinne e continuò a crescere nel mare.  Alla fine crebbe così tanto da causare danni in mare e, dopo essere stato ucciso, il suo corpo fu gettato sulla riva per fornire cibo agli abitanti della Terra di Gog e Magog.

Fonte: Wikipedia

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