1 Ottobre 2020
E anche oggi mi sveglio. Sono di malumore. Ho il ciclo. È lunedì. Ho due compiti in classe. Sono in ritardo. Può andare peggio di così?
Fino ad oggi, credevo di no. Non sapevo che da lì, ad un paio di mesi, la mia vita avrebbe preso una svolta enorme. Non sapevo che avrei passato dei momenti così brutti, da pensare al suicidio; ma non sapevo neanche che avrei trovato LUI.
Ma andiamo con ordine.
Mi preparo in fretta, saltando la colazione, sapendo di star sbagliando. Mi reco alla fermata dell'autobus e, dopo averlo visto passare davanti ai miei occhi e aver avuto l'istinto di spaccare qualcosa, rincorro il mezzo che mi avrebbe portata a scuola, finché non cado. Mi si sbuccia un ginocchio e, dopo aver sentito i miei occhi farsi lucidi, decido di alzarmi e continuare a correre, per paura di perdere l'autobus anche alla prossima fermata. Per fortuna lo trovo lì, quasi che mi guarda con compassione, ad aspettarmi. Salgo sull'autobus, scombinata, e arrabbiata, diretta ad andare a scuola.
Appena arrivo noto che tutti mi guardano, forse per i pantaloni strappati sulle ginocchia, o per i capelli totalmente in disordine. Vorrei davvero sotterrarmi, ma non credo che servirebbe a molto, perché forse la vergogna mi raggiungerebbe fin lì.
Nemmeno il tempo di entrare in classe e sedermi, che la prof distribuisce i compiti. Leggo le prime due domande, e mi accorgo di non sapere niente .... Ottimo.
Di solito sono una persona abbastanza positiva e solare, che cerca sempre di trovare una cosa buona, nel disastro, ma oggi non me la sento proprio.
Vorrei scappare, e andare a casa, al caldo, tra le coperte. E invece sono qui, in condizioni pietose, aspettando in un miracolo per questo compito. "Forse potrei andare in bagno e scappare dalla finestra ... no i miei se ne accorgerebbero e mi punirebbero a vita. Potrei chiede a qualcuno di aiutarmi, oppure potrei copiare dal libro ..."
Mentre penso ad una strategia per copiare, mi assale un dolore alla gamba, improvviso.
Non capisco cosa sia, ma è il dolore più forte che abbia mai provato in vita mia. Non credo esista un'altra cosa paragonabile a questa, ma cerco davvero di trattenermi, finché non ce la faccio più. Urlo. Urlo più forte che posso, facendo girare i miei compagni, allarmati. Vorrei tagliarmi la gamba anche solo con una forbice, pur di alleviare questo dolore. Tutti mi guardano e, per la milionesima volta nella mia vita, mi sento sbagliata. Dopo circa due minuti, i peggiori della mia vita, il dolore si attenua.
Mi stanno guardando tutti, qualcuno ridacchia, qualcun altro si gira dall'altra parte, imbarazzato. La prof è uscita, per chiamare aiuto, e qualche compagno ne approfitta, per copiare meglio. Nessuno, però, mi chiede come sto.
EHILA'! AMMETTO CHE QUESTO CAPITOLO SIA ABBASTANZA FRETTOLOSO: SUCCEDONO TANTISSIME COSE IN POCHISSIME RIGHE, MA ABBIATE PIETA'. HO INIZIATO QUESTA STORIA UN PO' DI TEMPO FA, E ORA HO DECISO DI RIPRENDERLA. INIZIALMENTE LA STORIA AVRA' UNA NARRAZIONE PIU' VELOCE, POI, PERO', RALLENTERA' TUTTO! EH NIENTE, SPERO VI PIACCIA. BUONA LETTURA!
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Abbi cura di me
RomanceLudovica è una ragazza solare e positiva, una di quelle che cerca il buono anche quando non c'è, una di quelle che non si arrende. O almeno credeva di esserlo. Da poco, infatti, le è stato diagnosticato un Sarcoma di Ewing, un tumore alla tibia, che...