Capitolo 2. Rinascente

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La miglior sensazione al mondo è svegliarsi per conto proprio. Senza sentire sveglia, urla o vari rumori. Peccato che a me non succeda mai, soprattutto con il sonno leggero che possiedo.

Delle piccole risate interrompono il mio lieve russare, facendomi svegliare da uno strano sogno che mano a mano tende a svanire.
Stropiccio leggermente i miei occhi, per poi voltarmi a vedere che ore siano.

Le otto e trentaquattro. Cosa ci fa sveglia Giorgia a quest'ora?

Una risata si fa leggermente più forte, ma poi tende a calare. Sbuffo e roteo gli occhi, devo vedere che cosa sta succedendo.

Controvoglia mi metto a sedere sul mio morbido materasso e creo una piccola coda improvvisata, così da essere un po' più presentabile.

Con un passo lento e cauto mi avvicino alla mia porta, cercando di ascoltare meglio e capire che cosa stia succedendo.

Apro il varco e percorro in silenzio il piccolo corridoio che c'è. Lentamente inizio a sentire anche vari sussurri man a mano che mi avvicino.

Arrivo davanti al salotto, sbattendo la mano sul volto vedendo chi è in compagnia con la mia migliore amica.
Lei non appena sente il mio schiocco si gira dalla mia parte, rimanendo pure sorpresa nel vedermi.

«Titi! Vieni qui che ti presento Luigi!»

Questo tipo lo avevo visto solo dalle foto che non faceva altro che mostrami Giorgia, tutti i santissimi giorni.
Non posso crederci che l'abbia portato in casa.

Mi avvicino con il volto di totale disprezzo nel vederlo, ma soprattutto perché mi hanno svegliato.
Mi posiziono a sedere vicino alla mia amica e gli porgo la mano.

«Nefertiti»

«Luigi» afferma lui sorridente e stringendo la mia mano «Carola mi ha parlato un sacco di te»

Corrugo la fronte, non capendo di chi stia parlando, dato che non conosco nessuno con quel nome.

Prima che le mie labbra potessero muoversi per chiedere chi fosse questa ragazza, Giorgia mi tappa subito la bocca con la sua magra e lunga mano.

«Grazie, ora così si monterà la testa e mi farà fare una figuraccia!» esclama lei nervosa, mentre lui molla la presa dalla mia mano e si concentra totalmente sulla ragazza accanto a me «Forse è meglio se te ne vai, ora che è sveglia possiamo finalmente fare un giro»

Lui annuisce alzandosi «Va bene. Allora a stasera»

Giorgia annuisce sorridendo, tendono sempre la mano sulla mia bocca; che piano piano tolgo senza che lei se ne renda conto.
Luigi si avvicina e le dà un leggero bacio a stampo, per poi andarsene.
Appena sento la porta dell'appartamento chiudersi, mi giro totalmente e bruscamente verso la mia amica.

Lei rotea gli occhi «Fai piano, Dio! Carola sono io, cretina!» corrugo la fronte non capendo niente «Invece di dirgli il mio nome, gli ho detto uno a caso»

«Perché? E cosa cazzo ci faceva qua?» domando innervosita.

Lei sbuffa andandosi in piedi «Smettila di dire cazzo! Cazzo!» prende un grande respiro e inizia a camminare in avanti e indietro «La prima volta che l'abbiamo fatto non mi sentivo di dire il mio nome, così ne ho detto uno a caso, non pensavo che sarebbe successo di nuovo!»

Appoggio cautamente la testa sul chiaro tavolino di legno. Faccio un grande respiro e poi mi volto verso di lei.

«Ci hai rifatto sesso?»

Giorgia si blocca e si volta verso di me con una faccia semi felice «Si»

Sbatto la testa sul tavolino, ripetutamente.
Non posso credere che ci sia ricaduta di nuovo.
Di sicuro l'ha incontrato alla festa, non sarebbe il tipo che chiama per scopare, o almeno così sembra.

«Dio, Giorgia!» sbotto scattando in piedi «È fidanzato, cazzo!»

«L'ha lasciata» risponde tranquillamente lei «È da un paio di settimane che è single»

Mi sbatto una mano sulla fronte, avendo già sentito questa storia la prima volta.
Decido di non replicare, sarebbe inutile.

Lentamente mi incammino verso la mia attuale camera, non vedo l'ora di buttarmici. Ho solo voglia di ritornare a dormire e continuare quel sogno bizzarro che neanche mi ricordo.

«Ma dove vai?»

Roteo gli occhi e mi giro verso di lei fermandomi «A dormire?»

«Nei tuoi sogni. Ora ti vai a cambiare che andiamo alla Rinascente»

La mando a fanculo con la mano e ritorno verso il mio letto. Con il sonno che ho, è già tanto se mi reggo in piedi in questo momento.

Entro in camera e chiudo la porta dietro di me.
Sbuffo e mi tuffo nel mio morbido materasso.
Chiudo gli occhi e cerco di addormentarmi, ma in pensieri annebbiano la mia tranquilla mente.

Giorgia era arrivata ora a casa?
Dove ha dormito? Ha effettivamente dormito?
Che cosa vuole fare alla Rinascente? Perché vuole andarci?

Butto fuori l'aria dalle mie labbra, innervosita dalle mie inutili paranoie.
Prendo il cuscino da sotto la mia testa e lo poso con violenza sopra il mio capo. Ormai mi è impossibile riprendere sonno.

Lamentandomi, mi alzo dal letto e vado verso l'armadio, cercando qualcosa con cui uscire presentabile.
Prendo un top celeste e dei jeans neri strappati, così da poterci abbinare le mie classiche all stars nere. Odio i pantaloni corti, preferisco indossare sempre quelli lunghi, così da nascondere la mia insicurezza più grande, le cosce.

Non faccio in tempo ad uscire dalla camera che in pochi minuti mi ritrovo sulla metro per il Duomo. Sbuffo picchiettando il piede sul pavimento, avendo cose più importanti da fare, tipo dormire.

La mia amica, invece, ha un bellissimo sorriso sul volto, mentre si guarda intorno. Come fa a prendere tutto così con leggerezza? Perché io non ci riesco?
Anche se il mondo andasse a rotoli, lei se ne sta tranquilla da una parte; mentre quella che andrebbe nel panico sarei io.

«Prossima fermata: Duomo»

Incrocio lo sguardo con quello di Giorgia, che si trova davanti a me, facendomi sparire ogni mio pensiero.
Mi sorride, non vedendo l'ora di entrare in quel maestoso e costosissimo negozio.

«Siamo a: Duomo. Aperture porte a destra»

Sia io che la castana ci alziamo e ci giriamo verso la direzione adeguata. Senza dire nulla, mi prende a braccetto sorridente.
Usciamo dalla metro, cercando di non andare addosso a nessuno. Sorrido osservando la piazza piena di turisti che ammirano il duomo meravigliati.

Purtroppo non riesco a vedere di più per colpa di Giorgia che non fa altro che strattonarmi per andare in quel cavolo di posto per fare shopping o solo per vedere cose che non si potrà mai permettere.

Andiamo nei piani superiori con le scale mobili, mentre la mia amica accanto non fa altro che parlare e parlare.
Non ascoltandola, mi guardo intorno, rimanendo colpita da ciò che vedo al piano che ho appena lasciato. Il ragazzo con le vecchie e scolorite puma rosse.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 25, 2022 ⏰

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Movida || Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora