Mi raccomando, cerca di non morire.
La prima cosa che vede è il soffitto bianco. Si sente intorpidito, assediato da un leggero senso di nausea. Trova con lo sguardo la finestra, cercando di capire dove si trova. Il sole del tardo pomeriggio lo abbaglia e vorrebbe schermarsi gli occhi con la mano. Si accorge così di essere incatenato al letto: il polso destro, fasciato con cura, è legato con una manetta a una catena. Socchiude gli occhi, mentre tenta di dare uno strattone. Prende coscienza di essere molto debole, lo assale il panico. Cerca di controllare il respiro ora agitato, mentre la nausea si fa più invadente. Chiude gli occhi. Fruga nella testa: cosa è successo? Gli tornano in mente i volti dei suoi cari amici, morti. Il dolore, la frustrazione di quei momenti; la rabbia e la forza sovrumana che lo hanno pervaso. E poi lui. Quel bastardo di Erwin. Spalanca gli occhi, mettendosi a sedere. La testa gira e si accascia in avanti mentre la nausea sta per prendere il sopravvento.
Il tocco leggero di una mano sulla spalla lo fa trasalire:
<<Non dovresti sforzarti, credo sia meglio tu stia sdraiato, Levi>>, si trova accanto Hanji, quella maledetta quattrocchi. A una prima occhiata, gli sembra abbia uno sguardo più adulto rispetto all'ultima volta che l'ha vista. Ma quanto tempo è passato?
<<Coraggio, mettiti giù>>, mentre aggiusta i cuscini, lo spinge giù con delicatezza.
<<Cosa, io non...>>
<<Sshh. Cosa ti aspetti dopo essere rimasto senza conoscenza per un mese? Se Erwin ti vedesse agitarti>>, lascia la frase in sospeso, spingendolo giù sempre con delicatezza ma molto ferma. La testa di Levi gira vorticosamente, la debolezza gli leva la poca voglia di discutere che ha. Si lascia sistemare le coperte. Quando Hanji gli solleva con molto tatto il polso legato, lui alza lo sguardo verso di lei e la vede arrossire.
<<E' per la tua sicurezza, e per la nostra>>, taglia corto, risoluta. << E' stato un mese molto, molto lungo. Sono ordini del comandante>>.
Comandante? Chi? Erwin? Sospira disgustato, stringendo gli occhi per cercare di tenere a bada la nausea.
<<E' come quando sei ubriaco, vero?>>, Hanji lo fissa con quella sua solita espressione tra il pazzo e il curioso. Gli avvicina una tazza di tè fumante. Vedendo il suo sguardo perso si affretta ad aggiungere:
<<Scusami, è l'abitudine. Comunque il tè ti sistemerà lo stomaco!>>.
<<Anche questi sono ordini del comandante?>>.
<<Ahah! Bravo ragazzo, se sei così arrogante, significa che stai meglio!>>, gli sorride, dandogli una leggera pacca sulla spalla.
Levi vorrebbe replicare, ma vedendola sinceramente sollevata, decide di lasciar perdere e prende la tazza. Il profumo del tè gli penetra nel naso. È la prima cosa buona dopo tanto tempo. Quando ne sorbisce un piccolo sorso, con gli occhi di Hanji puntati addosso, deve ammettere che davvero il suo stomaco si è finalmente sedato.
Un mese.
Ho perso un mese.
Lo sgomento gli fa tremare le mani. Hanji subito gli prende la tazza dalle mani.
<<Riposati, ci vorrà un po' di tempo. Il peggio è passato. Scusa se ti ho disturbato, passavo di qua e ho sentito dei rumori, non potevo credere che ti fossi finalmente svegliato! Eravamo tutti molto in pena per te>>, segue il suo sguardo che fissa laconico la catena. <<Stasera. Stasera quando Erwin tornerà, verrà sicuramente qui. Vedi, noi non possiamo...>>
<<Ordini del comandante>>, bisbiglia Levi.
Hanji abbassa lo sguardo.
La stanchezza avanza come un'onda di densa melassa. Levi vorrebbe chiedere a quattrocchi tante cose, ma sa che la risposta sarebbe sempre la stessa. Deve aspettare Erwin. Stringe i pugni. Hanji poggia la mano sul suo pugno, è calda e confortante.
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GHIACCIO&FUOCO - AOT - ONESHOT
Short StoryIl rapporto tormentato tra Levi e Erwin ha origini lontane e si perde nel tempo. Storia autoconclusiva ambientata subito dopo la fine di Bird of Levi. Per gli amanti di EruRi, mi è venuta in mente vedendo l'immagine di copertina, che ho trovato sul...