Arthur's pov:
La mattina della gara mi alzai pimpante dal letto, ero emozionato per mio fratello ma ancora incazzato per la storia di Isabella. Dopo una doccia calda indossai un jeans chiaro e una felpa rossa della scuderia, con tanto di berretto abbinato! Era un fan numero uno della Ferrari, non a caso io e Charles gareggiavamo per la stessa. Presi il telefono e chiusi la stanza a chiave dirigendomi al circuito in macchina
<Buenas tardes Carlos>
<Días, Arthur, buenos días> mi corresse senza speranze; dai ero monegasco, come facevo a sapere lo spagnolo
<In ogni caso, sai dov'è mio fratello?> mi guardai intorno senza però incontrare il suo sguardo
<Quale dei due?>
<Charles> non appena pronunciai il suo nome sbucò dal suo motorhome più splendente che mai
<Sono qui, chi è che mi cerca> indossò il suo berretto della scuderia e venne verso di me a passo svelto, recuperando una penna
<Ah eccoti Arthur, ti cercavo>
<A dire il vero anch'io ti cercavo; volevo augurarti buona fortuna per la gara> mi mise un braccio intorno al collo ringraziandomi e insieme ci incamminammo verso il bar
<Ti sei calmato vedo>
<Non ricominciare> lo ammonii e lui rise alzando le mani in aria; camminammo a lungo e lui si fermò a scattare un sacco di foto e firmare autografi, libri, poster e quant'altro; anch'io ne firmai molti e la mano mi si indolenzì poco dopo
<Arthur, Arthur> mi sussurrò mio fratello
<Cosa?> parlai piano anch'io
<Guarda chi c'è> con la testa mi fece cenno di guardare verso sinistra così mi girai, ma non vidi nessuno
<Idiota in alto!> roteai gli occhi al cielo e guardai verso la terrazza del ristorante, Bella era lì, con in braccio la bambina che guardava il percorso: aveva i capelli sciolti; indossava un paio di occhiali da sole, una camicia bianca e un jeans chiaro a palazzo; giocava con la mano della piccola e trovai così dolce quella vista; poi apparve Lewis che le mise sulla testa il berretto della Mercedes e carezzò le guance della bambina; la prese in braccio e lasciò un bacio sulla fronte a entrambe, allontanandosi dalla ringhiera
<Fanculo> sussurrai a denti stretti dirigendomi nel motorhome di Charles, tanto sarebbe stato fuori tutto il giorno. Perché ero geloso di lei? Perché mi dava fastidio vederla con qualcun altro al di fuori di me? Perché? Semplicemente perchéIsabella's pov:
Il ristorante era pieno di persone: piloti con i loro team principal, meccanici, tecnici, fan, spettatori, chiunque. Sgranocchiai qualcosa insieme a Lewis prima di salutarlo e auguragli buona fortuna per la gara che come di consueto iniziò nel primo pomeriggio. La vista dalla terrazza era la migliore, si vedevano tutte le auto sfrecciare, sorpassare: era un'emozione unica. Scelsi di rimanere lì con Tris invece di seguire la gara dai maxi schermi nel paddock un po' per comodità e un po' per cambiare. La gara procedeva bene, se non fosse che al ventisettesimo giro una delle McLaren uscì fuori pista, non riuscendo più a ripartire. Al trentaquattresimo giro anche Lewis ebbe qualche intoppo, il che mi fece stare con il cuore in gola fino alla fine della gara, che finì con Verstappen al primo posto, Lewis al secondo e Russel al terzo; insomma, un trionfo per la Mercedes! Anche papà era contento che entrambi i piloti della nostra scuderia fossero finiti sul podio, così organizzò una delle sue solite feste che si sarebbe tenuta in un ristorante di lusso e che ovviamente sarebbe finita con me, Lewis e George in una discoteca a fare baldoria
<Ragazzi siete stati grandi!> li abbracciai con entusiasmo, sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi
<Dove si va stasera?> mi fece l'occhiolino George
<Stavo pensando, c'è questo nuovo locale a una ventina di minuti dal ristorante, che ne dite?> presi il telefono e insieme guardammo le varie foto del locale che era davvero magnifico
<E in più fanno dei cocktail fenomenali!> ci guardammo tutti e tre e scoppiammo a ridere battendoci il cinque; adoravo quei ragazzi!Arrivammo al ristorante intorno alle nove di sera e la cena andò bene, brindammo e festeggiammo il podio dei due piloti inglesi: il più giovane, George, indossava un pantalone nero e una camicia bianca a maniche corte, Lewis un pantalone beige e una camicia nera, sempre a maniche corte, e io, come al solito, indossavo un vestito viola di seta, con le bretelle sottili e la schiena leggermente scoperta; ai piedi avevo un paio di scarpe con il tacco. Intorno alle undici mio padre, la piccola e gli altri tornarono in hotel, mentre io e i due piloti ci dirigemmo nel locale prestabilito
<Sei sicura che sia questo Bella?> chiese George insicuro guardando il grosso edificio dinanzi a noi
<Ma no che non è questo George> dissi ricontrollando le indicazioni
<Non vedi che è una chiesa?> aggiunse Lewis
<Aspettate, la sentite questa musica?> ci soffermammo a sentire la melodia che arrivava piano alle nostre orecchie, segno che la discoteca era lontana ma allo stesso tempo vicina. Difatti qualche metro più avanti si intravedevano delle luci e delle persone ferme davanti a un ingresso
<Permesso, fate passare> i buttafuori ci aprirono un varco così da farci entrare e l'atmosfera era magica: tante lucine colorate facevano avanti e dietro per la sala e un sacco di persone ballavano e sorseggiavano cocktail, così noi a ruota facemmo lo stesso. Io optai per un Mojito, Lewis per un Negroni e George una Piña Colada. Ballammo per tutta la sera fino alle tre del mattino, quando stanchi e un po' brilli decidemmo di tornare in hotel; George e Lewis erano messi peggio di me che mi ero trattenuta, vista l'ultima volta, così guidai io mentre i due piloti dormicchiavamo sui loro sedili
<Cucciolotti sveglia, siamo arrivati> avevano gli occhi gonfi e rossi, erano stanchi e anch'io lo ero, così ci salutammo e ognuno andò nella propria stanza, solo che nella mia mi aspettava una sorpresa, e non una di quelle piacevoli, purtroppo🏎️
Ciao a tutti, eccomi tornata!
Il capitolo precedente l'ho pubblicato poco fa dopo una lunga attesa, scusate...
Per agevolare sia me che voi lettori ho deciso di pubblicare due volte a settimana, il martedì e il venerdì, che ne dite? Cercherò di rispettare la promessa e magari riuscirò a pubblicare anche più di due volte a settimana, ma tutto dipende dalla scuola e dagli impegni che ho. In ogni caso arriverà prestissimo anche un altro capitolo. A presto❤️
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SEI SEMPRE STATA TU || Arthur Leclerc
ФанфикIsabella, a soli diciannove anni, si ritrova a fare i conti con una situazione difficile. Su di lei gravano il giudizio altrui, il peso delle aspettative e la consapevolezza di non essere ciò che gli altri desideravano che fosse. Al suo fianco un...