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La leggerezza conduce alla più sensibile forma di libertà, accostando l'animo umano alla meraviglia.

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«Papà esco, vado da Ethan!»

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«Papà esco, vado da Ethan!»

Infilo il cellulare nella borsa e mi dirigo verso l'ingresso per indossare le Converse bianche.

«Non fare tardi, signorina. Domani hai scuola» replica lui dalla cucina.

Come se non lo sapessi, deve sempre puntualizzare che la scuola e lo studio sono al primo posto. Non riesce a togliersi di dosso l'abito da preside del liceo, neanche all'interno delle nostre quattro mura.

Insopportabile.

«Certo. A dopo.» Gli schiocco un bacio sulla guancia barbuta e brizzolata, appena si affaccia nell'atrio, poi mi volto e chiudo la porta dietro di me.

In pochi minuti sono davanti alla villetta a schiera dalla staccionata bianca; sembra appena uscita da una qualsiasi cartolina raffigurante un quartiere americano che si rispetti.

Non so dire con esattezza quante volte abbia varcato questa soglia. Fin dall'infanzia, io ed Ethan siamo stati una cosa sola; come la nutella sul pane, come i nachos con la salsa piccante, come la panna e il cioccolato nella coppetta gelato.

Va bene, ho fatto tutti esempi culinari, ma insomma, il punto è che siamo inseparabili dalla nascita, anche se in questo momento sembro Forrest Gump che si diletta con similitudini alimentari per spiegare concetti come la vita o l'amicizia.

In ogni caso, nulla rende giustizia al nostro rapporto.

Abbraccio forte Caitlin, la mamma di Ethan. Cosa darei perché fosse la mia, di mamma!

Non nego che quando ero bambina più volte mi è capitato di fantasticarci sopra. La mia vera madre è di origini scozzesi e, qualche anno dopo avermi partorita, ha pensato bene di abbandonare baracca e burattini per ritrasferirsi nella sua amata Scozia.

Non ho sue notizie da almeno dodici anni, da quando si palesò senza preavviso durante un Natale e papà discusse a lungo con lei, finché non si allontanò di nuovo da noi. Così come era apparsa, era volata via più veloce di una fatina delle favole.

Finalmente, giungo nella camera del mio amico e sprofondo nel suo morbidissimo letto con il materasso ad acqua.

«Non così comoda, carina. Abbiamo una missione da compiere quest'oggi!»

«Come, scusa?»

«Aspettiamo la nostra biondina preferita per esporti il piano di questa sera e poi saprai» annuncia soddisfatto.

Si riferisce ad Ally, all'anagrafe Allison Martin, una bionda tutto pepe e, a tratti, svampita. All'inizio del liceo si è aggiunta al nostro duo, stravolgendolo completamente con la sua esuberanza spumeggiante.

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