Dead or alive

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<3

Il ragazzo fece la sua entrata nell'atrio bianco. C'era odore di candeggina e morte. Un'infermiera gli lanció un'occhiata furtiva, non ricordandosi di averlo mai visto lí. Il ragazzo si diresse alla reception.
«Salve, sono qui per vedere Jung Wooyoung.»
La donna dietro il bancone lo guardó dritto negli occhi, ed il ragazzo sostenne lo sguardo senza problemi.
«Nome?»
«Choi San. Sono un suo amico.»
«Choi San.»
La donna annuí, scrivendo il nome su un documento, probabilmente la lista dei visitatori.
Sempre lei accompagnó il ragazzo fino alla camera 27. La porta era chiusa.
«L'orario delle visite termina alle 7.»
Dopo aver detto ció, la donna in camice bianco se ne andó. San rabbrividí.
Bussó forse troppo piano contro la porta bianca. Il cuore gli batteva forte nel petto. Troppo forte.
«Avanti.»
Sentí parlare da dentro la stanza. Aprì lentamente la porta, prendendo un gran respiro. Davanti a sé una grande finestra e un letto in parte disfatto. Sulle lenzuola bianche una figura magra. Il cielo era azzurro e arancione, il sole stava già per tramonatare.
«Ciao.»
Sussurró il biondo. Non vedeva quella figura da anni. Gli sembrava fosse passata un'eternità.
La figura scattó sull'attenti.
«S-San? Choi San?»
Il ragazzo sul letto sbatté le palpebre infinite volte, cercando di convincersi che quella non era un'illusione. Choi San era davanti a lui.
Wooyoung scese dal letto, lentamente. E lentamente si avvicinó al visitatore. Era debole fisicamente, e San lo notó. Per questo gli andó incontro.
«N-non sforzarti.»
Si preoccupó il biondo.
«Sei davvero qui?»
Chiese incurante il piú basso, con ancora gli occhi strabuzzati e lucidi di emozioni.
«Sí.»
«Non é un sogno?»
«Forse. E se lo fosse?»
«Non vorrei svegliarmi.»
Con le sue ultime forze il moro cinse le braccia attorno i fianchi del piú alto, stringendolo piú forte che poté. Gli poggió la testa al petto e chiuse gli occhi, come aveva fatto tante volte tempo addietro. Wooyoung ora stava piangendo. San accarezzó i capelli scompigliati del piú basso, per poi stringerlo a sé. Era magro. Quasi scheletrico. Avrebbe potuto contargli le vertebre della spina dorsale.
Quando Wooyoung si allontanó, il biondo sorrideva.
«Mi sei mancato.»
«Anche tu mi sei mancato, Woo.»
Il piú alto accompagnó il ragazzo col pigiama al suo letto.
«Che ci fai qui, San?»
Il moro colse di sorpresa il visitatore, che gli stava rimboccando le coperte.
«I-io... Ho saputo che non ti rimane molto tempo.»
«E chi te lo ha detto?»
«Seonghwa.»
«Quel tizio ha la bocca troppo larga.»
Il moro si imbronció.
«Perché non mi hai mai detto della tua malattia?»
San guardó negli occhi il paziente. Aveva occhi infossati e stanchi. Eppure era ancora bello.
«Perché non avresti dovuto vedermi in queste condizioni. Avresti dovuto ricordarmi come il ragazzo bello e sorridente che hai conosciuto sei anni fa.»
«Sei ancora il ragazzo bello e sorridente che ho conosciuto sei anni fa.»
San prese una mano del piú basso fra le sue.
«Apprezzo il tuo tentativo, ma ti prego di non mentire.»
Il biondo scosse il capo.
«Pensavi che dopo quel giorno sarebbe tutto finito? Che non ti avrei piú cercato?»
«Sinceramente? Sí, pensavo di sí.»
Wooyoung sospiró, ripensando a quel giorno. Il giorno in cui disse addio a San, al suo amore. Il giorno in cui scomparve dalla sua vita e si rinchiuse in quella clinica, attaccato a flebo e stordito di pastiglie.
«Sei davvero stupido.»
Sussurró il biondo.
«Già. Lo sono.»
Caló il silenzio dopo quell'affermazione da parte del piú basso.
«Quanto ti resta?»
«Qualche settimana, non di più. Sto peggiorando piú velocemente del previsto.»
«Dio...»
San rimase sconvolto. Fino a quel momento aveva pensato a mesi. Ma quei mesi erano già diventati settimane.
«Sai una cosa?»
Chiese Wooyoung stringendo quel poco che poteva la mano del ragazzo che era venuto a trovarlo dopo due anni. O forse piú.
«Cosa?»
«Vivo o morto, credo che non smetteró mai di amarti.»
I due si guardarono a lungo negli occhi. Wooyoung piangeva di nuovo. San gli asciugava le lacrime con la manica della felpa verde.
«Nemmeno io smetteró mai di amarti.»
Il biondo poggió la fronte a quella del piú basso, sentendolo singhiozzare piú forte. Il cuore di San piangeva.
«Me lo prometti?»
Chiese tra i singhiozzi il moro.
«Te lo prometto. Non smetteró mai di amarti.»
«Nemmeno dopo che saró morto?»
«Nemmeno dopo che te ne sarai andato.»
San non sarebbe mai riuscito a ripetere le esatte parole di Wooyoung. Non sarebbe mai riuscito a pronunciare quelle parole indirizzate al moro.
«Promettimi che verrai a trovarmi in questi giorni.»
«Lo prometto.»
«E promettimi che mi porterai una brioche la prossima volta.»
San ridacchió.
«Lo prometto.»
Il biondo guardó a fondo negli occhi di Wooyoung. La scintilla che un tempo ardeva dentro di loro, si stava lentamente spegnendo. Eppure era sempre Jung Wooyoung.
Gli prese il viso scarno tra le mani e lo bació, senza dire nulla, perché sapeva di non dover dire nulla. Sapeva che anche il moro lo desiderava. Entrambi attendevano quel bacio da piú di due anni. Avevano aspettato in silenzio, sperando che un giorno si sarebbero incontrati di nuovo.
«Ti amo.»
Wooyoung sussurró piano sulle labbra dell'altro. Non pronunciava quelle parole da tempo.
«Ti amo, anch'io.»
San bació dolcemente ancora una volta le labbra del moro, facendolo sorridere.

Ogni giorno San era nella camera 27 a far visita al suo amato, sempre raggomitolato nel suo letto bianco. Passarono 17 giorni. E poi il letto bianco rimase vuoto. San era lí anche quel giorno, seduto sulla solita poltroncina azzurra affianco al materasso sottile e scomodo, che in silenzio piangeva. Le lacrime gli scendevano dagli occhi e gli rigavano il viso. Gli lasciavano cicatrici. Gli sembrava che il viso gli si stesse sciogliendo in quel pianto senza suono. Il mondo era muto attorno a lui.
San rimase seduto su quella poltrona a lungo, ben oltre l'orario disponibile ai visitatori. Rimase seduto su quella poltrona in silenzio, come in attesa di vedere entrare dalla porta il suo amore eterno, sorridente e bello come lo aveva conosciuto sei anni prima.

<3

Vi prego non odiatemi. Prometto che impareró a scrivere cose felici e non solo roba con finale triste.

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𝐃𝐞𝐚𝐝 𝐨𝐫 𝐚𝐥𝐢𝐯𝐞 •𝐖𝐨𝐨𝐒𝐚𝐧•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora