Capitolo 15.

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Dušan's pov.

Mi sveglio con Alice tra le braccia. Mi sembra che stia per esplodermi il petto e devo trattenermi per non schiacciarla contro di me. Sono ancora frastornato e mi sto crogiolando nella gioia di ieri notte. Probabilmente sembro un grande idiota, ma non riesco a smettere di sorridere. Respira ritmicamente, la sua schiena si muove contro il mio petto. Voglio lasciarla dormire, ma ora che sono sveglio non riesco a smettere di baciarla. Il mio cuore batte all'impazzata e le bacio un orecchio, il collo, una spalla.
Cazzo, è così bella. In realtà non è solo bella. È tutto.

La nostra prima volta è stata troppo veloce ma è stata incredibile. Meglio di ogni donna con cui io sia mai stato, e purtroppo la lista è fin troppo lunga. Ognuna di loro impallidisce di fronte a lei.
Mi riempio il naso con il suo profumo, e stavolta non è una tortura come l'ultima volta, è il paradiso. Non c'è praticamente nulla tra di noi.
La sua pelle è nuda contro la mia. Sono stato dentro di lei. Le ho riempito ogni centimetro. L'ho baciata, toccata, tenuta. E non devo smettere.
Muove un po' i fianchi e fa un suono gutturale quando si sveglia. Si volta per guardarmi oltre la sua spalla.
«Ehi.»
«Ciao, piccola,» dico. Le bacio il naso. «Hai dormito bene?»
«Come avrei potuto fare altrimenti?» chiede.
«Mi hai sfinita ieri sera.»
«Ho intenzione di sfinirti tutte le sere.»
Ride e le bacio ancora la spalla. «Mi assicurerò che tu mi voglia ogni giorno.» Rimaniamo in silenzio alcuni minuti e mi innervosisco. Sta bene? Dobbiamo parlarne?
«Ali?»
«Sì?»
«Stai bene?»
Rotola sulla schiena e puntello la testa con la mano così da poterla guardare in faccia. Le lenzuola le coprono lo stomaco, lasciando libero il suo seno meraviglioso. Suppongo che la sua mancanza di imbarazzo sia un buon segno. Ma ha la fronte corrugata, un piccolo solco tra le sopracciglia.
«Credo di sì,» risponde.
«Non sei sicura di quello che abbiamo fatto?»
«È solo...» Si interrompe e guarda il soffitto.
«Non mi aspettavo che capitasse questo. Non so bene come sia capitato. Cioè, sei tu. Siamo noi.»
«Sei felice?» le chiedo. Per favore, di' di sì.
«Sì.» Sorride, e rilascio un sospiro di sollievo.
«Sì, sono felice. Ma... non sapevo che mi volessi in questo modo.»
Inarco un sopracciglio. «Sei seria?»
«Non ne avevo idea,» dice. «No, non è proprio vero. Avevo dei dubbi. A volte, il modo in cui mi guardavi o le cose che dicevi mi facevano immaginare che forse potessi volermi così, ma ho sempre creduto che stessi solo scherzando come al tuo solito, sai? Non pensavo fossi serio.»
Le tocco il viso, godendo della sensazione della sua pelle sotto la mia mano. «Ero serio ogni singola volta.»
«Non è possibile,» dice.
«Perché no?»
«Flirti con me dalla prima volta che ci siamo conosciuti.»
«Ti voglio da quando ci siamo conosciuti.»
«Non è vero.»
«È vero, lo giuro.» La bacio, ed è un bacio dolce e gentile.
«Sei sempre stata tu, Ali.»
Mi fissa ancora. «Perché non me lo hai mai detto?»
Distolgo lo sguardo. È una buona domanda.
«L'ho quasi fatto, probabilmente un migliaio di volte, ma c'era sempre qualcosa di mezzo. Stavi frequentando qualcuno, oppure lo stavo facendo io, e quando eravamo entrambi single, non so... non volevo rovinare tutto. Avevamo questo limite da non superare e, non importava quanto volessi, avevo paura di rischiare.»
«Cosa ti ha fatto rischiare ieri sera?»
«Dopo aver lasciato l'ultima ho deciso che sarei stato pronto per te, la prossima volta. Non importava quanto tempo avrei dovuto aspettare.
Se le cose fossero finite con Federico, io sarei stato lì. Non avrei perso un'altra occasione perché, se lo avessi fatto, il prossimo uomo avrebbe potuto essere quello che ti avrebbe portata via per sempre. Non potevo permettere che succedesse.»
Si gira verso di me e la avvolgo tra le mie braccia, baciandole la testa. Non vedo l'ora di essere ancora dentro di lei ma, soprattutto, sono stupito che sia qui, nel mio letto.
«Alice?» chiedo. «Sei sicura di star bene?»
Annuisce contro il mio petto. «Sto più che bene.»
Sorrido e la stringo a me. È morbida, calda e soprattutto è mia.
«Allora, cosa succede ora?» mi chiede.
La allontano un po' per farla sdraiare sulla schiena e mi chino per baciarle il collo. Mi muovo sul suo seno e faccio scorrere la lingua su un capezzolo. Non mi basta quello che è successo
ieri sera.
«Ora,» le dico leccandola. «Rimaniamo a letto.
Se hai fame, più tardi ti preparerò la colazione, ma adesso voglio solo che tu sia mia. Sogno questo momento da troppo tempo. Non ho ancora finito.»
Trema mentre le mordo piano un capezzolo con i denti. «Ma, Dušan...»
La sua voce è troppo seria. Non mi piace.
Sembra preoccupata. «Sì?»
«Cosa diremo a tua sorella?»
Sapevo che avrebbe voluto parlarne.
Immagino che fosse inevitabile, ma speravo di fare l'amore ancora una volta prima di dover discutere di quel particolare problema.
Torno su un fianco e appoggio la testa sulla mia mano. Non riesco smettere di toccarle il seno, è impossibile lasciarlo in pace quando é così scoperto, quindi vi traccio dei cerchi con le dita.

Head or Heart. {Dušan Vlahović}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora