- Ed un altra lunga giornata è giusta a termine!- Esclamò Vladimir una volta ritornato nel suo appartamento, l'orologio segnava le 22 per quanto volesse lanciarsi sul divano non ebbe nemmeno il tempo di formulare il pensiero che una voce dal tono molto esasperato lo rimproverò invitandolo prima a farsi una doccia. Seppur un po' indispettito non riuscì a darle torto, prese un cambio al volo e si diresse sotto la doccia. L'acqua calda era un vero toccasana, un ottimo modo per alleviare gli acciacchi della giornata, tuttavia, come spesso accade alle persone, sotto la doccia si inizia a pensare, rimurginare, fantasticare... tutto questo solitamente perdendo il senso del tempo, ciò accadde anche al protagonista di questa storia che si ritrovò a ripensare al suo passato, dalla sua infanzia fino alla sua adolescenza.
Il suo viaggio iniziale iniziò da quando aveva all'incirca otto-nove anni, si trovava a frequentare la scuola di una piccola cittadina del estremo oriente russo, nonostante fosse estate il clima non era caldo e afoso come si potrebbe immaginare, ma non vi era nemmeno la perenne tundra che molte persone immaginano pensando a quella zona geografica, era un ragazzino gracile, bassino anche per quelli della sua età, corti capelli castani ed un paio di gentili occhi nocciola. In sua compagnia vi erano due ragazze poco più alte di lui, la prima, la più alta dei tre, aveva dei bellissimi capelli biondo platino che le cadevano poco sotto le spalle ed occhi di ghiaccio, a vederla chiunque l'avrebbe scambiata per il tipico stereotipo di ragazza dell'est. L'ultima fanciulla occhi azzurri come il cielo e lunghi capelli corvini le cui punte più lunghe arrivavano quasi a sfiorarle i fianchi e la frangia a nasconderle il viso, tutti e tre indossavano la stessa identica divisa, dal banchetto presente sui loro tavoli uniti era facilmente intuibile fosse l'ora della merenda. -Ho letto uno dei libri di mio nonno, parlava di queste bestie mistiche chiamate chimere, sapevate che...- a monopolizzare il discorso fu la bionda la quale ad ogni parola trovava ogni volta sempre più entusiasmo nel raccontare ciò che aveva scoperto -Raye, capiamo il tuo entusiasmo, anche io sono molto emozionata quando leggo delle fiabe, ma ricordati di respirare tra un espressione e l'altra.-
Quell'estate fu l'inizio della fase più divertente della sua infanzia, sebbene l'anno scolastico fosse quasi alla fine ci furono due nuove studentesse, avrebbero dovuto iniziare a frequentare la nuova scuola da Settembre ma per una serie di ragioni si decise di dare la possibilità alle nuove studentesse di frequentare gli ultimi mesi dell'anno scolastico nella nuova scuola con la speranza di farsi degli amici o quantomeno d'ambientarsi. Per Vlad quella fu la più grande delle fortune, si era ormai rassegnato a finire la quarta elementare, e con molta probabilità, anche la quinta elementare in completa solitudine, non che fosse particolarmente poco socievole o vittima di bullismo bensì i compagni di classe, ed in un certo senso, anche gli insegnanti, seppur a modo loro, tendevano ad evitarlo per non dover avere a che fare con la sua famiglia. Un bambino certamente non può comprendere che quando tuo padre è il grande presidente di una compagnia, famoso per la sua inflessibilità, non hai molte colpe se la gente prega di non accattivarsi i tuoi parenti. Le due nuove ragazze non solo non lo evitavano ma quando interagivano dicevano la loro opinione ignorando se lui fosse o meno d'accordo.
Gli anni volano, le elementari giungono alla loro fine, la vita alle medie tra alti e bassi procede in allegria ed iniziano le prime separazioni, la scelta di cosa si vorrebbe fare nel futuro e la conseguente scelta di licei differenti. -Hey Su, alla fine Vlad sembra deciso ad entrare nel mondo dell'informatica, tu alla fine sei rimasta dell'idea di entrare nel mondo del doppiaggio o hai trovato qualcosa di nuovo?- la bionda, Raye, interrogò nuovamente i due, l'altra ragazza sospirando alzò gli occhi al cielo, il suo tono esasperato faceva perfettamente intendere quante volte fosse stata fatta e rifatta quella domanda. -Raye, veramente non c'è nulla che ti interessi un minimo? Nemmeno la vaga idea se ti attrae più un profilo scientifico che un profilo umanistico?- alla domanda del ragazzo la bionda ci pensò per un po' prima di rispondere - Per quanto mi riguarda mi farei assumere dalla tua famiglia e preferirei lavorare per te, perciò penso che sceglierò ciò che sceglierai tu!- alla sua risposta entrambi i suoi amici sospirarono pesantemente.
Le superiori iniziarono, nonostante due di loro andassero nella stessa scuola non ebbero la fortuna di capitare nella stessa classe, non che fosse la fine del mondo, potevano sempre vedersi durante la pausa pranzo cosa che puntualmente accadde. -Sai, ultimamente mi sto interessando alle storie sui vampiri, da bambina le avevo sempre evitate, l'idea di un mostro che fosse troppo simile ad un uomo mi faceva troppa paura e quando leggevo le loro storie non riuscivo a dormire- Durante quella confessione il ragazzo abbozzò un sorriso malinconico sospirando -Non che ora tu sia troppo diversa da quando eri giovane, anzi, ora sei anche gelosa della tua migliore amica senza una vera ragione.- nemmeno il tempo di terminare la frase che l'amica replicò, evidentemente se l'era presa abbastanza sul personale -Anche tu sei invidioso che Su ti abbia superato in altezza, e No! non dirmi che siete alti uguali, sei palesemente più basso di almeno tre centimetri- il ragazzo non rispose, voleva evitare di darle una qualunque soddisfazione, senza neanche guardarla si alzò con la scusa che il tempo stava per scadere e che dovevano tornare in classe.
Fu come se un fulmine gli attraversò il corpo, ritrovatosi sotto l'acqua della doccia, realizzando che era passato un bel po' di tempo decise che era ora di asciugarsi, mettersi nel suo pigiama, il quale a vista ricordava varie camicie da notte orientali e un biglietto di sola andata per il balcone in compagnia delle sue sigarette. La sua mente volava ancora ai suoi ricordi, sapeva benissimo che gli eventi subito dopo gli ultimi che aveva ricordato rappresentavano l'inizio del declino della sua infanzia felice, per quanto le ferite ormai fossero chiuse e non procuravano più il male di un tempo, preferiva comunque non ricordare quei momenti. Se avesse mai dovuto elencare un suo difetto, probabilmente avrebbe menzionato il suo fumare compulsivo, nei trenta minuti da quando usci sul balcone 1/4 del suo pacchetto, proprio quando accese l'ennesima sigaretta una voce alle sue spalle ruppe il silenzio che era calato -Ha visite.- annunciò freddamente una leggiadra voce dalle porte del balcone -Chiunque sia digli che o si prendono un appuntamento o direttamente che non ci sono, non è serata- borbottò il ragazzo che subito ebbe una crisi di nervi non riuscendo a ricordare in quale tasca avesse messo il suo accendino, quando finalmente lo ritrovò una nuova voce, più vivace dell'altra lo colse alla sprovvista -Guarda guarda, il nostro caro Vlad che tanto si vantava d'aver smesso di fumare, il lupo perde il pelo ma non il vizio dopotutto.- a quel commento la voce più pacata aggiunse -Temo non sarà possibile, la signorina Sumire non sembrava molto interessata alle sue scuse e si è fatta strada da sola.-
Si trovavano ora faccia a faccia seduti nel salotto -Allora, come sta andando la tua carriera? Devo essere onesto, quando eravamo ragazzini non mi sarei mai aspettato che saresti diventata cosi famosa Su- alle sue parole l'unica risposta fu il silenzio, interminabili minuti passarono nel silenzio più assordante, per quanto lui avesse tentato di sviare la discussione su qualunque altro frivolo discorso sapeva perfettamente del perché lei fosse li, le aveva promesso che un giorno le avrebbe raccontato la verità su quell'incidente, fino ad oggi tra una scusa e l'altra era riuscito a rimandare il momento ma ormai non solo era stato raggiunto nel cuore del suo piccolo paradiso ma perfino la sua coscienza non gli dava più tregua.
- Quel giorno... come ben saprai ci fu un incidente alla nostra scuola, rivelato al pubblico come una "scossa d'assestamento per movimenti imprevisti delle placche" non era altro che un "avvertimento" di alcuni individui mirati principalmente a me, ovviamente il loro scopo ultimo era mandare un segnale alla mia famiglia, o meglio, a mio padre, sicuramente vent'anni fa non avevo nemmeno un briciolo dell'importanza che ho oggi. Tagliando corto, dopo aver fatto esplodere solo dio sa cosa per la scuola un bel blocco di cemento stava per cadermi in testa, Raye mi spinse via ritrovandosi sotto le macerie dalla vita in giù, prima di perdere i sensi mi sorrise e scherzando mi disse "Non ti sei fatto male vero? Spero che la paga ne valga la pena"-
Il silenzio cadde nella stanza, le espressioni dei due cupe e serie, tuttavia la cameriera sorrideva, il suo radiante sorriso quasi materno mostrava un indescrivibile soddisfazione, passarono diverse decine di secondi, dopo apparentemente aver metabolizzato le informazioni, Sumire rispose - So che le sue condizioni erano critiche, i danni dovrebbero averla resa al pari di un vegetale... e allora perché, o meglio, COME fa Raye ad essere qui accanto a noi?-
Il dubbio era lecito, la domanda più che spontanea, Vladimir sorrise malinconicamente prima di prendere un attimo fiato -Arriverò subito a quella parte, prima fammi aggiungere un paio di dettagli- un breve silenzio segui le sue parole come se stesse ponderando il cosa dire e soprattutto il modo in cui dirlo - Dopo l'incidente mio padre mi disse quale era ipoteticamente l'obiettivo dell'attacco, accecato dalla rabbia e dall'odio decisi che mi sarei preso la mia rivincita e ovviamente chiesi di mantenere in vita Raye a qualunque costo, tutt'ora lei è attaccata ad un macchinario che mantiene il suo cuore vivo, ciò che vedi qui è il risultato dei miei interminabili studi, questa Raye non è altro che un ologramma, un sofisticato ologramma che sfrutta il magnetismo per trasportare oggetti, un ologramma programmato con un intelligenza artificiale che nasce dal suo stesso cervello, potremmo dire che lei è il "Bigfoot" tra l'uomo e la macchina-
Alle sue parole la ragazza non rispose inizialmente, le sembrava d'essere uscita da un film di fantascienza eppure tutto ciò che il vecchio amico le diceva era li davanti ai suoi occhi -Non mi permetterò il lusso di criticare la tua sete di vendetta, ma incatenare la volontà di una persona in un letto da ospedale costringendola a vivere co- prima che potesse terminare la frase Raye la interruppe, -Sumy, la prima cosa che ho dovuto fare appena "sveglia" è stata rispondere a questa domanda: "Vuoi continuare a vivere cosi o vuoi essere lasciata a Caronte?" perciò questa mia situazione è frutto di una mia serie di scelte, e conoscendo quanto tu possa essere scettica, ti ricordi di quella volta in quinta elementare quando eravamo nel parco sotto quel pino e tu mi di- Questa volta fu l'altra ad interromperla -Okokokokok, ho capito va bene, No! Non va bene ma suppongo debba accettarlo- sospirò, lo sguardo cupo che aveva era solamente l'ombra di quello che aleggiava nei suoi occhi ad inizio serata -Raye, è bello rivederti-
Finita la discussione i tre iniziarono a parlare dei vecchi ricordi ridendo e scherzando assieme -Ma una cosa che mi chiedo, Vlad, ma tu non invecchi mai? Non hai minimamente la faccia di un trent'enne, tra l'altro, ho saputo che vai di nuovo a scuola, una scelta particolare vista la tua pigrizia - il ragazzo imbarazzato cercò di far finta di nulla - E niente, speravo di non doverti raccontare tutta la storia ma suppongo di doverlo fare, riassumiamo in breve: Sai perfettamente che nelle mie vene scorre, in parte, per motivi di matrimoni politici e blablabla casini del Europa del 1800~, il sangue degli Asburgo, ebbene, sembra che i sovrani d'Austria, un tempo padroni della Transivlania abbiano scoperto l'esistenza dei vampiri, mescolando il loro sangue col proprio al fine d'avere una vita più longeva, ti sembrerà assurdo ma cose come le fate, i mostri, i vampiri, i demoni, potenzialmente anche Dio stesso, esistono. Questo è un dato di fatto, seppure i fenomeni non sono molti e i pochi che creano scalpore vengono insabbiati dai vari governi. Questo è il segreto dietro la mia giovinezza, ora per carità non sono un mostro, al massimo incasso meglio di una persona normale, se mi crivelli di colpi dovrei rimanere vivo a patto che tu non mi prenda in testa e non ho la minima idea se morirò a ottanta o a cento-ottanta anni. Quanto al perché vado a scuola, beh, diciamo che è per "riavere la mia gioventù" o una cosa del genere.
Come ti ho già spiegato anni fa feci l'impossibile per vendicarmi, andai ad una accademia militare su consiglio di mio padre, li mi sono fatto degli amici fidati, ho studiato i vari campi più disparati che potessero darmi una mano nel fondare la mia organizzazione, siccome mio padre fu chiaro che oltre ad una spinta, da parte sua non avrei avuto aiuti nell'inseguire i miei sogni, giusti o sbagliati che fossero, una volta fondata Avant Heim ho trovato le zecche dell'incidente e nulla, compiuto il mio obiettivo mi sentii vuoto, ho lasciato l'amministrazione ai miei compari e mi sono messo a girare per il mondo, per qualche anno sono stato in un orfanotrofio a fare la vita da eremita, poi ho incontrato un gruppetto di ragazzi simpatici e promettenti e nulla, una cosa tira l'altra e sono arrivato qui.
Difronte a quella spiegazione la ragazza rimase confusa, non riusciva ben a capire quanto ci fosse di vero e quanto ci fosse di falso nel suo discorso, probabilmente era tutta un elaborata storia per nasconderle qualcosa, per quanto ciò la ferisse preferi non darci troppo peso, dopotutto le aveva già confessato qualcosa di doloroso e non aveva intenzione di continuare ad infierire sul suo animo nel breve termine
-Va bene va bene come vuoi tu, quando vorrai raccontarmelo fammi sapere, io ora ho in piano di prendere un volo per Hannover,una città tedesca, da li partirà una crociera che navigherà mezzo globo, farà tappa a New York, tagliando l'America a metà a Panama, una tappa a Sidney, Jakarta approdando in fine ad Osaka giusto per la fine delle mie vacanze, se non hai impegni e se hai intenzione di farti una tratta con me fammi sapere e cercherò di rimediarti un biglietto.- A queste parole la ragazza si alzò, salutò i due ed usci dall'appartamento.