Davanti uno schermo
o un libro
o un quadro,
perdo la mia giovinezza.
Non so cosa sia uscire da una stanza,
non so cosa sia un viaggio,
non so cosa sia un amico.
Non so cosa sia baciarsi,
prendersi per mano,
dichiararsi amore.
E mangiare senza preoccupazioni,
entrare in un negozio, pagare;
finire un gelato con un conoscente
che ti ha appena prestato due euro
e poterli ridare indietro.
Contare i propri sogni avendo speranze,
contare le stelle dopo una cena sulla strada
come i cani, che si giurano fedeltà,
e inseguono in eterno un odore permanente.
Non so cosa sia salutare con la mano,
non rimuginare su parole pesanti
lasciandole fluire dolcemente;
ed esplodere di gioia
dopo la fine di un temporale.
Ma dopo cinque lunghi anni
so cos'è l'apatia
di un cane che non abbaia più
alla parola "cibo", "padrone" e "palla".
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Thessalonica
Short StoryUna raccolta di racconti e poesie aventi in comune la sfiducia nel genere umano, ribrezzo e follia sociale. Sangue, vene e inchiostro su carta: non fa per voi se non siete capaci di guardare il mondo dalla prospettiva di chi ha perso la capacità di...