Passo molto spesso davanti a quel parco, a quella panchima, e lei è sempre li.
Fissa il vuoto, immobile.
Ha gli occhi gonfi, il trucco sulle guancie.
Un giorno l'ho vista mentre si tagliava i polsi, non soffriva.
Il sangue colava e lei restava impassibile.
Ho sempre voluto conoscerla, salvarla, portarla via da questa vita.
Dirle "Io ci sono".
Non ho mai avuto il coraggio.
Verso la metà di Settembre non l'ho più vista.
"Avrà cambiato panchina, Sarà scappata." pensavo.
Ma mai avrei pensato a quello che successe.
Sul giornale lessi di una ragazza scomparsa, c'era una foto.
Sorrideva.
Gli occhi azzurri e due bellissime fossette.
Non l'avevo mai vista sorridere.
Catherin Mender.
Che bel nome, mi é sempre piaciuto.
Mi misi in contatto con i genitori e passai tre mesi a cercarla.
Poi un giorno la vidi.
Gli occhi chiusi, sorrideva.
Il suo piccolo corpo giaceva senza vita su quella panchina.
Era felice, non desiderava altro che morire.