Avevano appena finito uno scontro con la gang rivale della Toma e Chifuyu si stava godendo un beato riposo steso su un gradino di una scalinata in periferia, in un parcheggio buio, a pochi passi da lui c'erano Baji e Kazutora che parlavano tra loro e potè sentirne le voci distrattamente: ridevano di qualcosa, ridevano con lo scopo di far nascere un sorriso sul suo volto perchè la risata dei suoi ragazzi era imbarazzante. Diceva sempre che Kazutora era un anatra sotto effetto di qualche acido e Baji semplicemente una statua perchè non emetteva nessun verso, eppure nonostante questo non riusciva a trovare una nota negativa nel sentirli, anzi ringraziava ogni giorno quel capellone nell'avergli fatto conoscere quell'anatra spennacchiata.
Voltò lo guardo a guardarli, si sentiva più stanco che mai, più dolorante, e il metallico sangue sulle labbra non aiutava così tanto alla nausea di averne ingoiato tant'altro, così decise di alzarsi - sentì una fissa sulla schiena nel farlo - e andare a seguire l'esempio di molti altri membri della Toman, ovvero tornare a casa o qualsiasi altra parte che non sia quel parcheggio desolato chissà dove.
Guardò per l'ultima volta quel posto, guardò le chiazze di sangue e le moto ben parcheggiate una al fianco all'altra, a far una bella cornice a quella desolazione c'era un cielo stellato e le poche luci lì presenti che lasciavano intravedere qualche costellazione di cui Chifuyu ignorava e forse neanche gli interessava così tanto sapere, quello che gli interessava in quel momento era tornare a casa con Baji e Kazutora, mangiare e magari ritrovarsi a letto in quei momenti così quotidiani dove l'uno si scambiava effusioni del tutto innocenti e caste con l'altro, come quando si è troppo innamorati per non far sfociare tutto nel sesso. Ed è esattamente questo quello che sentiva per quei due, amore più sincero. Vedeva quei due mentecatti inscenare una sorta di lotta tra loro, in cui Baji aveva preso Kazutora per il collo e questo lo incintava a stringere di più perchè ciò lo eccitava: a quel punto il primo di questi mollava la presa, non voleva che gli altri della Toman ascoltassero e Kazutora lo sapeva bene siccome subito dopo lo riattaccò bloccandogli le mani dietro la schiena.
«Ehi, tu, dove vai?» domandò Baji.
Chifuyu si voltò verso di lui e accese la moto, poi lo vide avvicinarsi con Kazutora al fianco, sembravano preoccupati per non avergli detto di voler andare a casa, forse era troppo stanco per poter anche pensare lucidamente sulle sue azioni.
«A casa, ho fame e non volevo disturbare i vostri approcci molto... interessanti!» disse, a fine frase fece un ghigno abbastanza interessato su come veder quei due in quella situazione.
«Potevi disturbare unendoti al mio tentativo di tener fermo Baji e sbatterlo al muro!» disse.
«Tu contaci, non mi faccio sottomettere così facilmente, lo sai.» gli rispose.
Le labbra a sussurrare sul suo orecchio quelle parole lo fecero rabbrividire e peggiorò lo situazione quando il carnefice pensò bene di dare un occhiata fugace alla Toman con la coda dell'occhio e far scendere quelle fameliche labbra su quel collo per baciarlo un paio di volte.
«Come puoi sottomettermi quando mi basta così poco per farti crollare come un cagnolino?» sussurrò ancora.
Chifuyu vide quella scena con malizia, guardando come le labbra del suo fidanzato si posassero su quel tatuaggio marchiato sul collo di Kazutora, come le accarezzassero e come quest'ultimo reagisse a tale gesto perchè comprendeva bene i pregi di quel ragazzo, comprendeva in modo così chiaro perchè ora la sua vittima stringesse i pugni per controllarsi dalla voglia di saltargli addosso in quel lugubre parcheggio, magari in quell'angolo dove la luce era così assente da non poter vedere a un palmo dal naso: per un attimo la visione di loro due farlo in quel posto gli venne così limpida che dovette distrarsi in qualche modo o sarebbe stato un problema per lui, già sentiva la strana morsa allo stomaco e certo non era fame.
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We owe it to the night.
FanfictionVoltò lo guardo a guardarli, avevano vinto l'ennesimo scontro e si sentiva più stanco che mai, più dolorante, e il metallico sangue sulle labbra non aiutava così tanto alla nausea di averne ingoiato tant'altro, così decise di alzarsi - sentì una fis...