Vista mare

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Si era ritrovata lì, in quel luogo che un tempo era stato magico per lei. Stava fissando il mare che dominava il panorama sottostante. Era una calda giornata di ottobre, il bel tempo le permetteva ancora di girare con le maniche corte senza dover indossare una giacca, almeno nelle ore calde. Il vento le scompigliava i capelli, ma lei non vi badava. Era troppo assorta per prendersi la briga di rimettere a posto quei ciuffi ribelli che svolazzavano sul suo viso. Tanto si sarebbero messi a posto da soli, una volta che il vento si fosse calmato.

Lei osservava il mare. Quel giorno era calmo nonostante il vento e di un cristallino così trasparente che, se si sporgeva oltre il bordo del muretto costituito da un blocco di marmo, poteva vedere i sassolini sott'acqua. Quella sarebbe stata la giornata ideale per farsi un bagno. Sospirò, quante volte lo aveva fatto con lui, Kris.

Kris. Quel nome rimbombò nella sua mente come un tamburo: incessante e tormentante. Sospirò di nuovo. Era venuta lì per svuotare la testa e non farsi travolgere dai pensieri, ma la verità era che quel posto le ricordava troppo Kris. Ambra lo sapeva, eppure era venuta proprio lì. Era una masochista, in fondo lo sapeva.

Un sorriso amaro si formò sulla sua bocca. Iniziò a ricordare. Quello era il loro luogo preferito. Venivano lì si sedevano sul muretto e con il mare alle spalle parlavano di tutto. Dalle cose più stupide a quelle più serie, poco importava. Bevevano birra, ridevano e si scambiavano baci. Tutto sembrava perfetto, ma era solo una bugia. Era solo un castello di carte destinato inesorabilmente a crollare.

Tutto all'inizio era perfetto. Quando si erano conosciuti – grazie a un amico in comune che li aveva presentati – lui era dolce con lei, la ricopriva di attenzione, la trattava come una regina. Poi era sparito, nel nulla. Non si faceva più sentire e quando lo faceva era sempre distante. Ambra soffriva parecchio in quel periodo.

Poi lo aveva scoperto: c'era un'altra. E lì l'ultimo pezzo del suo castello era crollato. Il suo cuore si era crepato e si sarebbe frantumato in mille pezzi se non fosse stato per il sostegno dei suoi cari. Era sconvolta.

Lei l'aveva vista: era stupenda, di una bellezza esotica. Alta, slanciata, con un fisico mozzafiato, il viso come quello di un'attrice, gli occhi grandi e da cerbiatta. Chiunque ne sarebbe rimasto affasciato, e Kris ne era rimasto sicuramente. Ambra, in confronto a lei, avrebbe perso, era consapevole di questo.

Lei, Ambra, era bassina, con l'eterno viso da ragazzina, il suo fisico non era perfetto e di sicuro non aveva alcun fascino da esercitare. In confronto a quella ragazza si sentiva piccola e inutile.

Kris era totalmente preso da quella ragazza, lei lo aveva capito non era una stupida. Pensava di avere trovato un ragazzo serio finalmente e invece si era sbagliata, Kris non era quello che credeva, anzi. Rappresentava l'ennesima delusione. Sospirò di nuovo mentre quella brezza autunnale, ma dal sapore estivo le accarezzava il viso.

Ci era abituata alle delusioni e ogni volta si rialzava a testa alta, ma quanto facevano male ogni fottuta volta. Era come ricevere una coltellata in pieno petto e lei ogni volta sentiva il suo cuore fare crack e aprirsi in due come una noce di cocco. Poi, però, lo ricuciva e andava avanti. Ci sarebbe riuscita anche questa volta, ne era certa, ma ci sarebbe voluto del tempo – come le altre volte d'altronde – ma prima di guarire soffriva sempre, era inevitabile.

Sospirò per l'ennesima volta. Era venuta lì per svuotare la mente e rilassarsi e invece si era ritrovata al punto di partenza: a pensare a lui e a quanto fosse stato stronzo nei suoi confronti e a quanto ciò la faceva soffrire. Perché lei, in fondo era ancora innamorata di Kris. Ed era questo che le faceva più male. Ma si sa che è più facile innamorarsi che disinnamorarsi di una persona e Ambra lo sapeva: prima o poi il suo sentimento verso Kris sarebbe mutato.

Poi sentì un auto frenare dietro di lei e uno sportello che si apriva e si richiudeva. Ebbe un brivido alla schiena. Si voltò con il cuore che le martellava nel petto per l'emozione.

«Ambra.» aveva sussurrato, Kris. Lei non rispose, si limitò solo a guardarlo. Poi si rivoltò verso il mare.

«Mi dispiace.» le aveva sussurrato.

Ambra non si voltò. Strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche. Cercò di trattenere la rabbia e le lacrime che premevano per uscire.

«Ti dispiace? È tutto quello che sai dire, Kris?» si era voltata verso di lui. Il tono della sua voce era smorzato a causa della rabbia. Le lacrime, alla fine, erano uscite. Fortuna che indossava gli occhiali da sole, non voleva dare la soddisfazione a quel verme di vederla piangere.

«Ne possiamo parlare?» lui si era avvicinato a lei e fissava il mare.

Anche Ambra aveva ripreso a fissare il mare. Era meglio, non avrebbe avuto il coraggio di affrontarlo se avesse dovuto guardarlo negli occhi. Il vento aveva ripreso a scompigliarle i capelli.

«E di cosa, scusa? Che ti sei innamorato di un'altra? Che mi hai preso in giro?» si voltò verso di lui, buttandogli addosso tutta la sua rabbia repressa e la frustrazione. Kris continuava a fissare il mare.

«Io... mi dispiace... non volevo farti del male, lo giuro.» aveva detto Kris. Ambra notò che aveva gli occhi lucidi, ma non si fece incantare, non più almeno.

«È tutto quello che hai da dire?» ad Ambra non bastava quella sua patetica giustificazione a lei interessava sapere il perché, così forse avrebbe potuto metterci una pietra sopra.

Kris non rispose, abbassò il capo e strinse i pugni. Voleva farle pietà? Ebbene in quel momento le suscitava solo rabbia, perché non riusciva ad assumersi le sue responsabilità.

«Non abbiamo più nulla da dirci. Addio Kris.» si voltò, le lacrime copiose le rigavano il viso. Pregò Dio che lui non la fermasse, perché se lo avesse fatto sarebbe crollata tra le sue braccia.

Non lo fece e Ambra ringraziò Dio, gli angeli e chiunque fosse in ascolto in quel momento. Attraversò a passo svelto la strada e si diresse verso la sua auto. Mentre partiva, guardò nello specchietto retrovisore l'immagine del suo ex ragazzo che fissava il mare. Sembrava un angelo caduto dal paradiso. Un angelo a cui lei aveva dato il suo cuore, ma che glielo aveva spezzato. Lei ora se l'era ripreso ed era pronta a ricucirlo di nuovo. 

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