Heaven and Hell

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"Dai Harry! Ci divertiremo anche qui." cercò di convincerlo Niall ma il riccio non sembrava sentir ragioni, scosse la ali bianche, sgranchendo la schiena che era rimasta leggermente incurvata davanti al bancone dell'Eden, il bar in cui lavorava Liam, un caro amico di entrambi e che gli scontava alcuni cocktail.

"Ma Niall, questo è l'Eden e ci veniamo tutti i sabati, vorrei andare all'Hell."

Niall scosse la testa guardando nella direzione di una ragazza dalle ali con le sfumature rosa "Amico lo sai che questo è il bar degli angeli, l'Ade è per i diavoli. Sono cose basilari. E ora, se vuoi scusarmi, mi si prospetta una serata fantastica." e così lo lasciò solo al bancone mentre beveva un 'purity'. In quel bar c'erano tutti nomi legati al paradiso. Del resto si trovavano nel paradiso.

Harry però aveva sentito cos'era successo a Lucifero e ciò che era successo agli altri angeli che non avevano seguito il volere superiore. Eppure ad Harry non sembrava così sbagliato, aveva sempre sentito un'attrazione verso il lato opposto della città. Certo, le sue ali bianche e oro avrebbero fatto alzare sguardi ma non era vietato oltrepassare i confini. Semplicemente era strano, ma il confine era stato abbattuto diversi secoli prima.

Harry si stava quasi per alzare quando arrivò Liam al bancone "Cos'altro ti posso portare?" chiese gentilmente. Lui era l'incarnazione di un angelo. Alto, muscoloso, gentile e sempre disponibile per non parlare dell'animo puro che aveva. A Giotto sarebbe piaciuto ritrarlo, Harry ci avrebbe potuto scommettere un'ala.

"Oh no grazie Liam, sto andando." disse prendendo la giacca.

"Ho visto che Niall ti ha abbandonato ma non sei obbligato a tornare a casa, insomma, puoi rimanere con me a chiacchierare." si guardò attorno e vedendo quando fosse popolato il bar rassicurò l'amico.

"In realtà non avevo intenzione di andare a casa ma volevo fare un salto all'Ade." 

Liam spalancò leggermente gli occhi prima di sorridere furbescamente "Sai, ero andato a fare un colloquio. Purtroppo non accettano angeli, ma la compagnia che ho trovato quella sera è stata...rivoluzionata." gli confidò "E se trovi un ragazzo moro dagli occhi marroni, pelle olivastra e un mucchio di tatuaggi dovresti dargli questo." poi gli passò un foglietto con il suo numero dentro. "Sai, nella foga del momento mi sembrava superficiale cercare carta e penna." poi rise vedendo l'espressione allibita dell'amico.

"Ma io-io pensavo che tu-"

"Oh Harry, lo so come mi vedete tutti, ma diciamo che il bene senza il male non esiste e fonderli ogni tanto non fa' troppo male." poi gli fece l'occhiolino e lo lasciò ai suoi pensieri continuando a servire i clienti.

Harry si riscosse il giusto per uscire dal bar ed incamminarsi verso l'Ade. Non aveva idea di come sarebbe andata la sua serata ma si era già ripromesso che se si fosse ritrovato a disagio sarebbe uscito e tornato a casa.

Appena varcò la soglia di quella metà della città vide diversi sguardi torvi seguire le sue lunghe e bianche ali. Lì ci vivevano i diavoli, dannatamente bellissimi e con ali nere come la pece che, come quelle degli angeli, prendevano diverse sfumature.

Raggiunse velocemente il locale e appena varcò la soglia si sentì come un pesce fuor d'acqua; eppure quella musica, vedere tutti quei corpi ballare uno vicino all'altro e sapere che lì c'era la trasgressione all'ordine del giorno, lo portarono a prendere posto su uno sgabello al bancone.

"Cosa ti posso port-" il barman si interruppe vedendo chi aveva davanti, fece un sorriso furbo e disse "Chi abbiamo qui? Un bell'angioletto." constatò facendosi avanti fino ad arrivare ad un soffio dalle sue labbra "Cosa posso portarti tesoro?" 

Harry gli diede un'occhiata. Le ali nere come la pece erano in contrasto con gli occhi azzurri di quello sconosciuto  "Non saprei, probabilmente avrei bisogno di un menù." rispose scaltro e muovendo piano le ali in modo provocante.

-Divine- l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora