1.

10 1 0
                                    

Un pugno, un calcio...del sangue, mamma urlava. Le ultime cose che vidi prima di andare a dormire.
A soli diciassette anni, mi sento costantemente in disparte. Un po' come se il mondo mi si ritorcesse contro. Ogni singolo giorno.
Soffro la povertà della mia famiglia, l'impossibilità di avere ciò che mi serve. Anche le cose più basiche! L'unica mia luce in questi momenti è Ailith, la mia migliore amica.
Abbiamo fatto amicizia alle scuole medie, appena ci siamo conosciute! Eravamo le strane della classe, quelle prese di mira perché ascoltano musica diversa e hanno interessi diversi. A dodici anni, anziché uscire la sera, preferivamo stare buttate sul divano a guardare i video sulle creepypasta, o qualche gameplay violento. È ancora così...ma non siamo più additate come le "strane", siamo additate come le pluriripetenti.
Venerdì mattina, prima ora.
Questa è una giornata diversa dalle altre...sono arrivata con ben cinque minuti di ritardo, sembra poco tempo, ma un altro ritardo da giustificare sul registro potrebbe costarmi un voto in meno in condotta, e addio alla borsa di studio!
Entro di fretta, tenendo lo zaino su una spalla e il telefono nella mano libera. Correndo, quasi vado a sbattere contro la schiena di un ragazzo.
Alto circa 1.90, capelli biondi, jeans neri e giubbotto in pelle nero, in spalla lo zaino nero. L'ho visto ogni tanto nei corridoi, sta sempre con le cuffiette. Abbiamo un ora insieme il venerdì, spicca nella corsa, ma di certo non in velocità nei corridoi!
Lo sorpasso dopo pochi passi e corro in classe, apro il quaderno di matematica alla pagina degli esercizi e lo butto al primo banco cercando di ignorare i miei compagni che, sin dalla prima ora, urlano come animali.
La professoressa ha deciso di non mettermi il ritardo, mi ha graziata, nonostante la matematica non sia il mio forte, lei è davvero brava.
Guardo il banco affianco a me, quello di Ailith, e lo vedo vuoto.
È più in ritardo di me, non è da lei... Sta per succedere qualcosa, ne sono certa.

«Zelda, hai la testa fra le nuvole! Torna tra noi!»

Dice la professoressa per riportarmi alla realtà, scuoto la testa e la guardo, nella lavagna sono apparse circa tre formule diverse, di cui non ho capito niente.
Sbuffo e inizio a copiarle, senza rispondere alla prof.
Non passano nemmeno cinque secondi, la porta della classe si apre di botto e, la prima cosa che noto è un cespuglio di capelli rossi fare capolino dalla porta dell'aula, Ailith.
Portata in classe dal nostro professore di storia, signor sexy-come-non-mai. Alto, biondo, barba ben curata, sempre vestito bene.
Trattengo una risata guardando la mia amica, che nota la mia espressione e inizia a scusarsi trattenendo le risate.

«Mi scusi professoressa, scusi anche lei professor Chapman!»

Ailith riusciva sempre a scamparsela in qualche modo, con quella faccina da angelo e gli occhioni azzurri.
La prof la fa entrare, lasciandola con un semplice ritardo, probabilmente solo per fare la bella figura da altruista davanti al professor camicia-stretta.
La guardo mentre si avvicina pian piano al suo posto accanto a me, cercando di non farsi vedere troppo, alla prossima ora avremo storia...solo gli dei sanno com'è Chapman in circostanze normali, quando non si incazza per un ritardo o per un quaderno dimenticato. 
Passarono le ore, due interminabili ore di storia che ogni volta mi sembravano sette! Non che la materia non mi piaccia anzi, è una delle mie preferite, ma Chapman è assurdamente prolisso, così noioso da far crescere la barba anche ad una donna che ha appena subito un trattamento al laser per la rimozione del peli. 
Esco dall'aula, trascinando dietro la mia amica dai capelli rossi che non perdeva tempo a cercare di lusingare il  nostro giovane professore dalle maniche aderenti. 

<<Gesù Ailith, sei assurda...>>

Anche se le parlo così, sa che infondo la amo da morire. Farei di tutto per lei, anche se spesso la sua incontrollabile attrazione per gli uomini adulti mi manda in subbuglio, ho sempre paura che incontri l'uomo sbagliato e decida di scappare con lui sul suo immaginario destriero bianco, per poi ritrovarsi incinta a fare la baby-mama ad un uomo già sposato che la abbandonerà e farà perdere le sue tracce. 
Questo Ailith non lo sa, ma io la proteggerò da tutti gli uomini pervertiti e meschini che ci sono in giro, costi quel che costi, Chapman non avrai mai la mia amica. 
E mentre camminiamo e Ailith scappa con Chapman nella mia immaginazione, ci dobbiamo bloccare nel bel mezzo del corridoio. 

<<Quest'anno il ballo studentesco si terrà nella palestra, le cheerleaders si occuperanno di organizzare i balli di gruppo e delle decorazioni, mentre...>>

Mi giro e faccio per scappare via, cammino veloce verso l'uscita di sicurezza in modo da fare il giro della scuola ed arrivare nella mia aula, almeno questi sono i miei piani. Sono tutti così fissati col ballo della scuola che nessuno, e dico NESSUNO si è ricordato della verifica di Biologia, e mi ritrovo in classe da sola, con la professoressa così anziana da sembrare un chicco di uva secca. Si alza dalla cattedra e mi passa un foglio con quelle sue mani pallide e tremolanti, foglio che io prendo ed inizio a leggere in silenzio, mentre sbatto la penna sul libro di chimica che userò come supporto per  il test. 
In quel momento qualcun'altro varca la porta, io alzo lo sguardo, lasciandomi stupidamente distrarre dalla vista di un paio di Air-Force nere da uomo come se fossero qualcosa di effettivamente interessante. 

<<Jaroslav siediti pure, sei in ritardo di qualche minuto ma te lo lascio passare, dato che né la tua classe né quella in co-presenza si sono presentate.>>

Gli spiega la professoressa, e finalmente posso vederlo da vicino... Alto, occhi blu e capelli biondi, uno sguardo perso verso il nulla e due auricolari nelle orecchie, non si ferma a guardarsi attorno, ne pensa di tornare indietro a fare baldoria, no...lui si siede in classe e dà un'occhiata al compito, poi, clicca un pulsantino del cellulare ed inizia a muovere leggermente il piede a ritmo della musica che ascolta. Rimango per qualche secondo ad osservarlo, come succede ogni volta che lo vedo in corridoio o al cancello di scuola. Almeno finché lui  non ricambia e io mi giro, sprofondando nella vergogna più totale. Mi alzo di corsa e porto il test completato alla professoressa Schaf, si dice che i suoi nonni fossero tedeschi scappati dalla seconda guerra mondiale. Sono abbastanza brava in Biologia, ma lei proprio non la sopporto. Mentre cammino incrocio il suo sguardo, che cade leggero ed innocente sui miei capelli neri che sfiorano le mie clavicole, leggermente scoperte dalla scollatura larga del mio maglioncino nero. Mi sfugge un sorrisino e mi  sento tremendamente in imbarazzo, lui è così carino da far invidia a molti modelli famosi, io invece sono una normalissima ragazzina che vive nel ghetto della sua città, niente di speciale a dirla tutta. 

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 29, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Quarta ora del venerdì.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora