Io, te e Timothée Chalamet (perché fa rima)

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Se lo ricorda perfettamente, Manuel, il momento esatto in cui aveva capito di essere innamorato di Simone.

Era un primo pomeriggio piovoso di metà maggio. Era stato invitato, come al solito, al tradizionale pranzo domenicale dei Balestra. Il lavoro al museo di Anita pagava bene, ma la obbligava a lavorare tutti i fine settimana e lui, rimasto solo, avrebbe dovuto provvedere al suo sostentamento in maniera autonoma.
Nonostante la maggiore età, però, nessuno in quella famiglia di scettici sembrava fidarsi abbastanza delle sue abilità culinarie da lasciarlo senza supervisione, e allora, già tentato dalla promessa della pasta al forno di Virginia - portata oramai imprescindibile da quando si era lasciato sfuggire che era la sua preferita- e convinto definitivamente dalla minaccia, sempre di Virginia, che sarebbe passata a prenderlo perfino con Paperella se necessario, si ritrovava una volta a settimana ad apparecchiare la tavola di quella che ormai considerava una seconda casa.

Capitava spesso infatti, per comodità ovviamente, che Manuel si fermasse a dormire alla villetta già dalla sera prima.

A volte lui e Simone rientravano alle prime ore dell'alba, dopo che avevano trascorso la serata in compagnia degli amici, ed erano così stanchi che tirar fuori la brandina pareva un'impresa titanica e allora decidevano, senza dirselo esplicitamente, di condividere il letto.

Altre, invece, preferivano rimanere in camera a guardare un film, anche se in realtà la maggior parte del tempo la passavano a sceglierne uno che potesse piacere a entrambi. Andava più o meno così:
"È un horror Simò."
"E quindi?"
"Quindi dopo ti lagni che non riesci a dormì. Perché non ci vediamo questo?"
"É un musical, a te non piacciono."
"Ma non lo so, Simò, te sembra normale che la gente nel bel mezzo de una litigata se metta a cantà e ballà?"
"Non mi sembra normale nemmeno andarse in una casa fatiscente dove non c'è segnale, ma è il tuo genere preferito. Io col cazzo che mi separerei dal gruppo per fuggire urlante verso una stanzina esplicitamente pericolosa quando qualcuno mi insegue con un'ascia."
"No, infatti, te pur di non fa du metri de corsa all'assassino je diresti "te prego uccidimi subito", vè?"
"Ti ricordo che sono un rugbista io-"
"E no eh, n'altra volta 'sta storia anche no. Dai, fallo partì, e dammi il cuscino più alto."
"Ma è quello con cui dormo io!"
"Aò, ma ancora che parli? Guarda che è già tardi, poi va a finì che t'addormenti prima della fine".

Ed in genere era proprio quello che succedeva. Come mosso da un sesto senso, Manuel si voltava nel momento esatto in cui, a nemmeno metà pellicola, le palpebre di Simone sbattevano più lentamente, fino a che non si abbassavano del tutto e il respiro si faceva più pesante. Attendeva qualche minuto, poi, quando lo vedeva socchiudere appena le labbra - segno inequivocabile che il sonno aveva preso il sopravvento - gli toglieva gli occhiali da vista e lo copriva meglio. Era inutile a quel punto estrarre l'altro lettino e correre il rischio di svegliarlo, quindi, ancora una volta, si ritrovavano a dormire sotto un'unica trapunta, col naso affondato nella federa del cuscino più alto.

Si sentiva sempre un po' in imbarazzo per quell'ospitalità e cercava di sdebitarsi nell'unico modo che gli consentivano: lavando i piatti.

Quel giorno si era tirato su le maniche del maglioncino color vinaccia, aveva indossato i guanti in lattice e stava già insaponando le prime stoviglie. L'altro, invece, trafficava con una vecchia radiolina, di quelle che per sintonizzarti su una nuova stazione devi necessariamente ruotare la manopola. Lei aveva gracchiato per un po' per poi arrendersi - come succedeva a tutti, del resto - al volere di Simone, e dalle sue casse era uscita chiara e inconfondibile la voce di Rino Gaetano.

Il tempo di riconoscere il pezzo e anche quella di Simone si era aggiunta alla melodia, andando clamorosamente fuori tempo, tanto che si era sentito in obbligo di lanciargli un'occhiataccia.

Quella in cui Simone ha una cotta per Timothée Chalamet - SIMUEL Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora