12 anni prima
La tensione era quasi palpabile. Anche l'aria stessa in quel lugubre scantinato sembrava avere un suo peso, come una spada di Damocle che pendeva inesorabile sulle teste dei presenti.
"Ho paura, mamma" sussurrò la ragazza più giovane. La luce delle candele si rifletteva sul suo viso sconvolto, rendendolo quasi spettrale.
"Sei convinta che sia veramente la cosa giusta da fare, Cecile?" L'uomo più anziano fece un passo in avanti, lo sguardo fisso sulla donna più anziana inginocchiata in terra, le dita imbrattate di sangue mentre completava il simbolo mistico attorno al suo corpo.
La donna - Cecile - si alzò lentamente, una stanchezza aggrappata alle ossa che aveva poco a che vedere col suo corpo fisico. Non si era mai sentita tanto prosciugata mentalmente come in quel momento.
Capiva l'esitazione dei presenti. Lei stessa avrebbe preferito non dover arrivare mai a prendere quella decisione.
Fece oscillare lo sguardo da sua figlia Nicole, i capelli aggrovigliati, gli occhi sbarrati, le lacrime agli angoli - come se indecise se uscire o no - ad uno dei suoi più cari amici, lo sguardo serio, spento, consapevole a pieno di cosa sarebbe successo da lì a poco.
"Non esiste giusto o sbagliato" rispose lei infine, alzandosi stancamente e dirigendosi verso il mobile all'angolo della stanza. Prese le candele con delicatezza sistemandole poi al loro posto all'interno del cerchio di sangue "quando si tratta del destino di noi tutti."
"Ti rendi conto cosa vuol dire andare contro i Cavalieri?" chiese lentamente lui. "Non so nemmeno se ce lo permetteranno. Qui non si parla di una questione di poco conto, Cecile. Si tratta di andare contro l'antica profezia. Tutta la nostra storia si è costruita su quella dannata profezia."
"Be', magari è ora di cambiare la storia. Oppure magari, il mio Destino è proprio questo, non pensi?" Cecile si inginocchiò di nuovo a terra. "Capisco la tua esitazione, ma ho bisogno del tuo aiuto, amico mio. È qualcosa che solo tu puoi fare." Sollevò poi lo sguardo sulla figlia. "E ho bisogno della tua approvazione, Nicole. Anche se so che ti sto chiedendo tanto."
Nicole scosse la testa, e finalmente una lacrima scese dall'occhio sinistro, scivolandole sulla guancia. "Fai ciò che ritieni giusto per lei."
"Anch'io sono con te. Te lo devo, Cecile."
"Bene." Cecile sospirò, stancamente "Su, Nicole, portala qui."
Nicole sembrò improvvisamente ancor più spaventata. "E'... è proprio necessario? Che sia presente, voglio dire" chiese poi con un filo di voce.
"Si, deve essere nel cerchio. E... avremo bisogno di un tributo."
"Tributo?" Lo sguardo di Nicole si spostò sull'uomo, che intanto aveva già estratto qualcosa dalla tasca. Era un mazzo di quelli che sembravano tarocchi.
"Non è niente di pericoloso, tranquilla. Almeno, non per lei." rispose lui, guardando Cecile gravemente.
"Dobbiamo procedere in fretta, Nicole. È tardi, e presto sorgerà il sole." Aggiunse poi Cecile, una nota di impazienza nella voce, al che Nicole uscì dalla stanza rassegnata.
Il silenzio cadde seduta stante, al punto che si poteva chiaramente sentire il temporale che infuriava all'esterno della casa. Cecile sollevò lo sguardo sull'uomo davanti a lei. Il suo più caro amico. L'uomo con cui aveva combattuto tante di quelle battaglie da averne perso il conto.
"Lei non può gestirlo. Non ora, non così." Si sentì in dovere di dire, la voce angustiata. "Arriverà un tempo in cui non potrà sfuggire al suo Destino, e dovrà fare i conti col fardello che questo comporta, ma quel giorno non sarà oggi"
"So come stanno le cose, Cecile, non devi darmi spiegazioni. Non ne ho bisogno, altrimenti non sarei qui. Se ci fosse stata mia nipote al suo posto, avrei fatto la stessa cosa. Nessun prezzo sarebbe stato troppo alto."
Cecile annuì, lasciandosi a malincuore andare ad un sorriso tirato.
"Sai, Cecile. Non te l'ho mai detto, ma sei la migliore Daimon che io abbia mai conosciuto." continuò lui dopo qualche istante di silenzio. "E' stato un onore combattere al tuo fianco."
"Mi hai tolto le parole di bocca, vecchio mio."
L'uomo tolse una carta dal mazzo e si chinò di fronte a lei, posandola al centro del cerchio mistico. La carta riportava lo stesso simbolo del sigillo impresso a sangue sul pavimento.
"Finito il rituale, vuoi veramente eseguire anche la manipolazione della memoria?" chiese lui.
Cecile annuì. "Sì, voglio che dimentichino. Entrambe. Sarà la cosa migliore anche per Nicole. Non devono convivere con questi ricordi."
"Bene. Ho capito." Con lentezza, prese posizione, inginocchiandosi dall'altra parte esatta del cerchio.
"Saranno qui a momenti." Sussurrò poi lei tirando indietro la testa per fissare il soffitto.
"Le tue ultime parole?" chiese lui, sorprendendosi della fermezza nella sua voce. Cecile chiuse gli occhi e trasse un profondo respiro.
"Hoc pretium est" disse lentamente, le labbra che istintivamente si piegavano in un sorriso, guardandolo poi negli occhi.
"Si pro mundo." completò lui, imitando il suo sorriso e sorreggendo il suo sguardo.
E nessuno dei loro motti era mai stato più vero.
"Spesso s'incontra il proprio destino
nella via che s'era presa per evitarlo."
- Jean de La Fontaine
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Daimons ~ Il Sigillo del Destino {Volume I}
FantasyIn un mondo dove la Ruh plasma il destino, Sarah, una ragazza all'apparenza ordinaria, scopre di essere legata a un'antica profezia che potrebbe decidere il futuro dell'umanità. Mentre nemici misteriosi collegati in qualche modo al suo passato cerca...