«È il terzo film, non il quarto.»
«Ancora? Mattè ti dico che è il quarto.»
«Oh la facciamo una scommessa?»
«Se ho ragione io voglio almeno cinquanta euro.»
«Se vinco io non voglio soldi invece.»
«E che vuoi?»
«Voglio che inviti Simone alla festa di sabato.»
«Ma Simone chi? Il figlio del prof? Ma che sei scemo?»
«Dai Manu, lo sanno tutti che ti sbava dietro.»
«Non ci penso nemmeno, ma poi l'hai visto? Come si veste, come parla. Un perfettone. Che ci fa uno come me con uno così?»
«Ci paghi il tuo debito perché Wikipedia dice che ho ragione io, è il terzo film, non il quarto.»
«Ma porca...»
«Vai vai, Romeo, vai ad invitare il tuo Giulietto.»***
Simone Balestra, quasi diciassettenne romano, ha tutto sotto controllo. Buoni voti a scuola, una routine fatta di semplici e piccole cose come riordinare la sua stanza e rifare il letto con il lenzuolo perfettamente allineato, come piace a lui.Non va particolarmente d'accordo con suo padre ma ci sta lavorando e per il momento riescono a convivere in modo pacifico, senza urlarsi contro. Non troppo almeno.
Simone non può chiedere niente di meglio, ha lo sport - il rugby che tanto ama - un discreto giro di amici, un paio di ragazze della sua classe che stravedono per lui, ma ha anche un segreto.
Un segreto grande quanto un grattacielo:
una gigantesca, colossale, dolorosa e devastante cotta per un ragazzo.Ma non un ragazzo qualsiasi, beh no. Un ragazzo che non solo è due anni più grande di lui, ma è anche uno dei più popolari, stronzi - e belli se gli è concesso dirlo - di tutta la scuola. Manuel Ferro.
Lo osserva da lontano più o meno dal primo giorno del primo anno. Lui, con la sua camminata sicura, quei riccioli scombinati ed il sorriso più abbagliante che si sia mai visto nel mondo. Sul serio, potrebbe comparire in qualche pubblicità di un dentifricio per quanto è bello.
Attraversa il corridoio della scuola come se fosse di sua proprietà, come se niente potesse colpirlo o ferirlo.
Simone invidia la sua sicurezza.Quando è iniziata però la sua cotta imbarazzante?
Forse dal primo momento in cui l'ha visto, lì nel parcheggio accanto alla sua moto. O forse da quella volta in cui per sbaglio gli ha urtato una spalla e, con un sorriso, ha alzato la mano e gli ha detto "Scusa amico, colpa mia."
Simone pensa che potrebbe essere una gran bella frase da tatuarsi sul petto, all'altezza del cuore.Manuel non lo considera, ovviamente, non si è mai nemmeno accorto della sua esistenza e, al di là di quelle quattro parole, non gli ha mai veramente parlato.
E Simone non pretende niente di diverso, è ben consapevole di essere invisibile ai suoi occhi. Si accontenta di guardarlo da lontano, fantasticare, scarabocchiare Simone Ferro sui libri di scuola.
***
La festa di ottobre organizzata da quelli del quinto anno è una specie di tradizione della loro scuola.
Tutti gli studenti più piccoli non sono ammessi a meno che non siano invitati. Ed essere invitati non è così semplice. Solo in pochissimi hanno questa fortuna.Simone non fa parte di questi pochi preferiti del Signore.
I due anni precedenti non ci ha nemmeno pensato o sperato, nessuno della sua classe è stato invitato e non immagina niente di diverso per il futuro. Andrà a quella festa quando avrà l'età giusta per farlo e sarà lui uno di quelli ad organizzarla e fine della storia.
È mercoledì mattina e Simone non ha mai particolarmente apprezzato quel giorno della settimana. Sta a metà, non è vicino al weekend, ma nemmeno vicino al lunedì. Né carne né pesce, un po' come lui.
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ScommetTIAMO?
Fanfiction«Oh la facciamo una scommessa?» «Se ho ragione io voglio almeno cinquanta euro.» «Se vinco io non voglio soldi invece.» «E che vuoi?» «Voglio che inviti Simone alla festa di sabato.»