capitolo ventiquattro

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'per quanto lontano, io un giorno possa andare, tu sarai per sempre casa e una casa rimani'

la mattina, come ormai di routine, mi sveglio con ari che mi riempie di baci, mentre gli altri due ancora dormono. ci allontaniamo dai teli, ormai pieni di sabbia e ci sediamo sotto una tenda, delle poche ancora integre, mi prende in braccio sedendosi su una sedia e mi abbraccia, lasciandomi un bacio sul collo.
"che famo?" le chiedo tentando di alzarmi dalle sue gambe, ma mi trattiene.
"resta qui"
"non scappo mica eh"
"si invece"
"vabene, che famooo?
"svegliamo quegli altri due, che sennò restano lì tutto il giorno"
"devo restare in braccio a te anche mentre li svegliamo?"
"no, per questo c'è un eccezione dai"
"ecco" allora mi alzo e torno da ale e marco cercando invano di fargli aprire gli occhi. interviene ari che letteralmente gridando li fa spaventare
"BUONGIORNO FIORELLINIII"
"PORCO DUE ARIÁ" dice ale con voce assonnata, dopo aver preso un colpo.
"SVEGLI DAI"
"no"
"porco due ti tiri su da sto telo, che è pieno di sabbia"
"come pieno di sabbia?"
"embè" si tira su di scatto e osserva tutta la sabbia su di esso, per poi puntare lo sguardo dove è marco e notarla anche lì. finalmente riusciamo a svegliarli tutti e due e ci avviamo a casa
"pranzino da me?" dice Marco scuotendosi ancora i capelli
"ci sta" rispondiamo quasi in coro tutti e tre
"passate da casa o venite subito?"
"no, io passo da casa che mi cambio, poi vi raggiungo" dico mentre mi giro verso la via di casa mia
"ti accompagno" mi segue ari e intreccia la mia mano con la sua.
"siamo rimasti io e te marcolì, annamo a casa, famo la mitica pasta" dice ale quando noi siamo ormai lontane.
"annamo" risponde marcolì per poi andare a casa sua.
arriviamo e salgo in camera per mettermi qualcosa di pulito, sai dormire in mezzo alla sabbia non è proprio il massimo. ari si siede sul letto, mordendosi il labbro e mi osserva mentre provo diversi outfit.
"ci sta questo?" mi giro verso di lei e le faccio vedere cosa ho addosso, semplici pantaloni a zampa, a vita bassa e un top sul verde.
"sei perfetta"
"grazie cuore"
"cuore non mi ci dici" fa il broncio e punta lo sguardo sullo schermo del telefono che teneva in mano
"scusa amore"
"ecco meglio" torna a sorridere guardando me
"ma che hai, che ti mordi le labbra così?"
"ehh"
"ehh che?"
"sono gli effetti che mi fai"
"addirittura"
"senti, mi dai un bacio che ho le labbra secche?"
"no io guarda non so che dire"
"dai dammi un bacio"
"no"
"si"
"no"
"sii"
"no punto"
"perché no?:("
"perché no"
"fanculo"
"nooo piccii non ci restare male" "te lo do si un bacio" mi butto sul letto accanto a lei, le afferro il viso tra le mani e la bacio.
"meglio?"
"decisamente"
"perfetto, allora possiamo andare"
"annamo" usciamo e andiamo da marcolí.
pranziamo se si può dire così, più che altro abbiamo bevuto e fumato, però vabbè consideriamolo come pranzo. andiamo sul terrazzino e mi faccio passare da ale le cartine lunghe e l'occorrente per fare una cannetta. prima di accenderla rientro e come se fosse casa mia ormai, apro il frigo e prendo quattro bottiglie di birra, una per ognuno, torno fuori e ne porto una a tutti che ovviamente prendono subito.
"mi passi l'accendino ale" gli chiedo tenendo il mano il capolavoro, fatto con le sue magnifiche cartine.
"tó" me lo lancia e lo afferro al volo, per poco.
"che gentilezza"
marcolì si siede accanto a me e iniziamo a parlare noi due di affari nostri senza fare intromettere gli altri, sembra che non gliene freghi, allora continuiamo a parlare normalmente. dopo poco interrompo il discorso, mi alzo, prendo il posacenere che era sul tavolino e lo metto vicino a me, poggiandoci dentro il mozzicone.
"mettiamo un po' di musica?"
"metto io" dice ari un po' fredda. fa partire 'DUBBI' di Marracash e lascia scorrere la playlist. continuiamo a farci i fatti nostri poi entriamo per il freddo. nonostante sia presto decidiamo di tornare a casa, saluto ale e marco e esco con ari.
"non mi accompagni oggi?" le chiedo vedendo che stava girando verso casa sua e non mi stava tenendo la mano come al solito
"non ho voglia"
"che hai?"
"nulla"
"che hai ari?"
"andiamo a casa, ne parliamo"
"mi accompagni quindi"
"si"
non mi tiene la mano, ma mi sposta verso l'interno del marciapiede così che non sono in mezzo alla strada. la cosa mi fa letteralmente impazzire. arriviamo, saliamo in camera e le chiedo nuovamente che ha.
"marco, mi scassa i coglioni" risponde nervosa
"'che ha fatto?"
"ti sta troppo addosso"
"amore, ma lo fa da amico"
"no io non credo"
"si tranquilla"
"no mi fa incazzare quando fa così"
"ma amo tranquilla, siamo amici è normale che ci stia addosso"
"CI? solo a te e sta cosa non mi va giù" si innervosisce e inizia a alzare il tono di voce. si sposta vicino alla finestra, si siede su una sedia e prende le cartine e il tabacco dalla borsa di tela che aveva con sé. 
"vabene si"
"no che cazzo dici si"
"ari sei gelosa"
"no"
"bla bla"   smette per un minuto buono di parlare e guarda fuori, è buio anche se è presto e a giro non c'è nessuno. mentre lecca la cartina si incrociano i nostri sguardi
"oh" le dico fredda
"che c'è?"
"mi odi perché marco mi sta vicino?"
"si"
"uffa"
"mhh vieni qui dai" mi alzo dal letto e vado da lei, mi afferra il fianco con una mano mentre con l'altra teneva il drummino appena acceso fuori dalla finestra. mi bacia, con il sapore di fumo in bocca e stringe la mano che mi teneva addosso.
"mi odi sempre?" le chiedo staccandomi da lei e guardandola negli occhi.
"mh si"
"mi fai fare un tiro?"  mi passa la sigaretta e faccio un paio di tiri, poi gliela rimetto tra le mani.
"non mi odiare amore" "io ti amo"
"anche io tata"
"ecco vedi, marco lascialo stare"
"va bene" mi bacia sul collo, poi finisce la sigaretta e ci mettiamo sul letto abbracciate a parlare e coccolarci.

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