La Maledizione della Primula Nera
(Il Kinjutsu di Nonna Yamanaka)
"Sposa me!"
"No, sposa me!"
"Io non vivo senza di te!"
"Ti prego, amami!"
Una schiera di uomini aveva invaso il cortile antistante l'ospedale di Konoha. Urlavano verso le finestre della struttura come dei Romeo in preda a una crisi isterica, attendendo che la bella Giulietta si affacciasse da una di esse. Ognuno di loro aveva portato seco qualcosa: un mazzo di fiori, una scatola di cioccolatini o semplicemente un cuore innamorato. Considerando che era il giorno di San Valentino non era poi tanto strano che un gruppo di shinobi si fosse ritrovato proprio in quel luogo dato che la maggior parte delle donne di Konoha lavorava lì, ma la cosa straordinaria, assurda, era che fossero lì per un'unica persona; per una ragazza che fino a quel momento era sempre stata considerata "intoccabile", una specie di vedova bianca, una suora di clausura, in virtù delle persone che normalmente frequentava. Avvicinare la migliore amica di Naruto Uzumaki nonché "compagna di Team" - solo compagna di Team - di Sasuke Uchiha, detto il nukenin, non era mai stata una delle aspirazioni degli uomini di Konoha, tranne di coloro che presentavano patologie psichiatriche depressive o autolesionistiche tendenti al suicidio. Naruto Uzumaki era molto protettivo nei confronti della ragazza benché lei fosse perfettamente in grado di provvedere da sola, mentre Sasuke Uchiha... beh, Sasuke Uchiha incuteva timore solo a guardarlo con quel ciuffo che mascherava il letale rinnegan e quell'espressione perennemente incazzata stampata sul viso. Sakura Haruno era una outsider da cui era meglio girare al largo, ma in quei giorni sembrava quasi avere addosso un dolcissimo miele, un nettare irresistibile per quelle piccole api affamate.
Tutto aveva avuto inizio qualche giorno prima quando Sakura, Hinata, Ten Ten e Temari erano state convocate d'urgenza da Ino Yamanaka.
Sakura era accorsa immediatamente, da buona amica; Hinata aveva chiesto prima il permesso a Naruto, abituata a portare rispetto al pater familia nonostante il marito le avesse più volte ripetuto che non fosse necessario e le aveva raggiunte insieme a Ten Ten che aveva obbligato Rock Lee a tenere aperto il negozio.
Temari aveva sbuffato, sonoramente sbuffato: dover sopportare il Nara era di per sé già abbastanza impegnativo, ma frequentare anche la sua compagna di Team, nonché migliore amica, nonché pseudo candidata per il posto di signora Nara tempo addietro, andava oltre i normali obblighi matrimoniali e se ne fosse stata a conoscenza a tempo debito probabilmente avrebbe preferito rimanere a Suna e sposare una delle marionette di Kankuro. Almeno quelle non rompevano costantemente.
Controvoglia, si era presentata all'appuntamento e, appena capito il motivo di quella convocazione urgente, ebbe quasi l'impulso di compiere una strage. Niente più amiche del cuore, pseudo signore Nara e soprattutto... niente più stupidi, inutili, fiori! Nel deserto di Suna cresceva appena qualche cactus e la sola vista la nauseava. Come poteva , quindi, una piantina dimensioni bonsai con i fiori neri come il carbone, suscitare in lei un minimo di interesse?
"É rarissima" le informò Ino, guardinga, come se quel piccolo vasetto con tre fiori spennacchiati fosse un ordigno bellico letale "Non avete idea di quali incroci pazzeschi io abbia dovuto fare per ottenere questo colore" continuò con una certa soddisfazione.
"Cosa c'è di tanto eccezionale in una pianta nera?" chiese Temari, a braccia conserte, battendo nervosamente un piede. Non era contrariata, nooo; avrebbe solo voluto incenerire quell'esemplare di stupida femmina e la sua piantina, ma Shikamaru non ne sarebbe stato contento.

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La maledizione della primula nera (Il Kinjustu di Nonna Yamanaka)
FanfictionE' comica, irriverente e sono stata in forse fino all'ultimo se inserire l'avvertimento ooc o meno perché uno dei personaggi, con i capelli rosa, non è esattamente se stessa... o forse no? A voi l'ardua sentenza. Buona lettura.