La prima notte fu abbastanza movimentata per alcuni, tra molti proprio Samu ed Ivy trovarono delle difficoltà nel riuscire ad addormentarsi.
Ivy decise di alzarsi per prepararsi una camomilla, per calmarsi, per cercare di addormentarsi.
Fu proprio quando valcò la soglia della cucina che notò che non solo lei aveva avuto quell'idea idea.
<<hey>> sussurrò al ballerino dagli occhi verdi.
<<hey, ansia da prima notte?>> chiese Samu guardando la ballerina.
<<Assolutamente, non sono proprio abituata a dormire fuori>> disse la ragazza sorridendo.
Il ballerino concordò con lei, rigirando fra le mani la sua tisana calda.
Fu così che lei lo imitò, prendendo una tazza e preparando il poco occorrente necessario per preparare una camomilla.
<< Sei fenomenale quando balli,sai?>> disse il ballerino, interrompendo, così, quel momento di silenzio che si era creato.
<<Oh, grazie davvero, anche tu lo sei, sai? Riesci a coinvolgere tutti, sono sicura che qua farai un bel percorso>> rispose l'altra ballerina sedendosi,con in mano la propria tazza di camomilla oramai pronta, di fianco al ragazzo.
Parlarono del più e del meno, argomenti sereni. Ivy gli spiegò quanto fosse legata al proprio papà e Samu di corrispondenza quando fosse legato alla propria mamma.
Seguì un silenzio, tutto tranne che imbarazzante, era un silenzio sereno, pacifico, un silenzio che scaldava il cuore.
Un silenzio senza imbarazzo, un silenzio che serviva ai due ragazzi; ragazzi legati da un legame di cui loro ancora non ne erano a conoscenza, ma che col tempo avrebbero capito, avrebbero capito come amarsi.
Perchè tutte le cose belle sono un po' complicate, c'è bisogno di lavorarci su.
Loro sono solo all'inizio, hanno una conoscenza di poche ore, col tempo si conosceranno e impareranno ad amare ognuno i difetti dell'altro.
Tempo al tempo.
<<Allieva della Celentano e allievo di Emanuel Lo, andranno d'accordo?>> disse il ragazzo, rompendo il lungo silenzio.
<<Lo scopriremo iridi verdi, lo scopriremo>> concluse la ragazza, sciacquando la propria tazza e la tazza del ragazzo, per poi fargli un semplice occhiolino, decidendo di dirigersi in camera con la speranza di prendere sonno facilmente.
Il ragazzo le sorrise, scuotendo la testa, non la conosceva bene, sarebbe stato strano il contrario, ma sapeva che quella ragazza gli avrebbe dato del filo da torcere.
Quella fu la prima notte nella casetta.
Si concluse così, tra sveglie con orari decisamente mattutini, con respiri leggeri e alcuni pesanti, con speranza, tanta voglia di fare e di imparare.
E così si coricarono nei rispettivi letti i due ragazzi, con un sorriso stampato nel volto; un po' per la gioia di quell'esperienza nuova, un po' per la conversazione appena avuta.
Era solo l'inizio