La ragazza, assieme ad una bambina e ad uomo correvano velocemente verso la piccola casetta semi distrutta. Ci entrarono dentro, iniziando a cercare velocemente quanti più rifornimenti possibili, ma era già tardi. Quella piccola casetta era già stata saccheggiata, e non solo. Fu la ragazza a sentire per prima i passi.
«Nascondiamoci» sussurrò ai suoi compagni, aiutando la bambina a trovare un posto sicuro dove state. Purtroppo era quasi tutto vuoto, la ragazza dovette provvedere da sé a crearsi un nascondiglio. Piazzò una chesta mimetica in un angolo non distrutto e ci si nascose dentro velocemente. Quando i passi si fecero vicini, tutti e tre i compagni pregarono di non essere scoperti. La ragazza sbirciò fuori dalla chesta solo per vedere che da lì a breve il gruppo appena arrivato avrebbe scoperto la bambina. La piccola era ancora troppo inesperta per fuggire da sola. Proprio per questo la giovane uscì di colpo dal nascondiglio, facendosi notare subito. Lanciò una bomba fumogena e iniziò a correre. Come programmato, tutto il gruppo di ragazzi e uomini la seguì. La ragazza corse a perdifiato e quando stava per raggiungere l'apice della sua stamina, fu miracolosamente salvata da un altro gruppo di ragazzi. Fermandosi un attimo a riposare, la ragazza osservò i suoi salvatori. Il ragazzo un po' più vicino a lei era palesemente uno stregone, si capiva dall'abbigliamento e dalle abilità che stava utilizzando. Aveva i capelli grigi lunghi e gli occhi celesti, un abbigliamento dal colore verdognolo che però non stonava con i suoi lineamenti. Più avanti c'era il probabile tank. Data la corporatura robusta e l'enorme scudo, difficilmente la ragazza pensò di sbagliarsi. Il ragazzo aveva un'armatura argentata, lo scudo dorato, i capelli corti rossastri e gli occhi grigi. Accanto al tank c'era il combattente. La ragazza lo definì così perché non ricordava con precisione il nome di quel ruolo. Il ragazzo era nella mischia a tirare spadate in giro. Aveva anch'esso un'armatura argentata ma era meno spessa di quella del tank. I capelli del ragazzo erano castani e gli occhi erano azzurri, la spada che usava era in ferro. Probabilmente non aveva ancora un equipaggiamento adatto al suo ruolo. Poco dietro di lui, l'healer. La ragazza si domandò se l'avatar usato fosse quello femminile o quello maschile, non riusciva a capirlo. L'healer aveva una tunica panna, i capelli a caschetto lilla e gli occhi violacei. Ma quei tre, evidentemente, non erano soli. La ragazza notò anche delle frecce arrivare dall'alto e si voltò verso la direzione da cui arrivarvano. Riuscì a scorgere una ragazza dai capelli biondi chiari lunghi, legati in due codini. Un'arciere. Aveva un abbigliamento marroncino e un arco di legno roseo pallido. Come ultimo, la ragazza notò l'assassino. Non riusciva ad osservarlo bene, arrivava solo a colpire alle spalle alcuni nemici e subito spariva nuovamente. Avrebbe dato un'occhiata al suo aspetto a fine lotta. Purtroppo la lotta era molto in stallo, entrambi i gruppi sembravano molto bravi. La ragazza non sapeva se riprendere a fuggire o se intervenire. Ma i ragazzi la stavano proteggendo, poteva davvero lasciarli indietro? Nonostante fosse ancora una giocatrice in erba, cercò di sfruttare come poteva il suo ruolo: l'evocatore. Si rilesse velocemente le proprie abilità, poi provò ad evocare un cerbero. Era davvero convinta di farcela. Si ricredette quando in soccorso dei suoi salvatori andò un cagnolino zampettando allegro. Era davvero quello il meglio che sapeva fare? Evidentemente sì. Con un sospiro, andò a nascondersi e si limitò ad osservare la battaglia da dietro le quinte.Dopo la battaglia, la ragazza andò timidamente dal gruppo che l'aveva salvata.
«Vi ringrazio a tutti!» disse subito, grata. I ragazzi si guardarono tra loro, poi le risposero cordiali.
«Nessun problema. Quella gilda se la prende sempre con i giocatori più inesperti, fecero così anche con noi agli inizi» le rispose il mago. Il nickname sulla sua testa recitava Diesis.
«Piuttosto, come ci sei finita a fuggire da quei tipi?» domandò il tank, la quale nickname Barrier. Molto scontato, ma di effetto.
«Io e due miei amici stavamo cercando dei materiali, ma evidentemente ci siamo trovati in un loro rifugio» spiegò la ragazza.
«Dovreste fare più attenzione. Qui in zona molti luoghi sono già stati distrutti da loro o da altre gilde. È pericoloso se non sapete dove andare a cercare» intervenne l'arciere. Il nickname era Jeanne.
«Purtroppo i miei due compagni sono nuovi e giocano poco, io ho poca più esperienza di loro ma non so ancora come muovermi»
«Ti possiamo aiutare noi!» intervenne subito il combattente, evidentemente entusiasta. Il nickname era Arion. La ragazza si chiese se fosse il suo vero nome o semplicemente un nome che gli piaceva.
«Assolutamente no!» all'improvviso apparve accanto all'arciere anche l'assassino «Non sappiamo nemmeno chi è. Non avremmo nemmeno dovuto aiutarla in primo luogo!»
La ragazza osservò, finalmente, l'aspetto dell'assassino. Aveva i capelli rosa pallido, corti, e gli occhi gialli. Il nickname era Red, cosa che la ragazza non capiva. L'avatar non c'entrava nulla col colore rosso. Chissà perché quella scelta bizzarra.
«Non serve che mi aiutiate ancora, davvero! Avete già fatto molto per me, non preoccupatevi!» intervenne la ragazza, non volendo creare problemi all'interno del gruppo.
«Non preoccuparti, Red è solo un po' diffidente. Ma non ci pesa darti una mano, sta tranquilla» intervenne l'healer. Il nickname era Lux.
«Siete sicuri?» chiese cautamente la ragazza.
«Nessun problema Nix» disse allegro Arion, rispondendole utilizzando il suo nickname. Nix accettò l'aiuto molto volentieri.Aitor sospirò notando l'orario. Era rimasto online da solo da un'oretta. Lui e gli altri avevano passato tutta la serata ad aiutare quella stupida principiante. Avevano sprecato un sacco di tempo che avrebbe potuto usare in modi più produttivi. Uscì a malavoglia dal gioco, nonostante sarebbe rimasto più che volentieri a fare nottata lì da solo. Ma Gabi l'aveva rimproverato così tante volte, che ormai per lui era diventato automatico staccare dal gioco ad un orario semi decente. Dopo essersi alzato dalla scrivania, il turchese andò a cambiarsi per potersi mettere a letto. Stava ripensando alla principiante. Ha passato tutta la serata a chiacchierare con gli altri, erano tutti fin troppo gentili con lei. Non avevano bisogno di un evocatore. Bastava Aitor a guardare le spalle a tutti. Il ruolo dell'assassino era molto meglio rispetto a quello dell'evocatore per questo compito. Poteva arrivare e andarsene in un lampo, pronto ad aiutare tutti senza prendere danno. C'era già Aitor, non servira una novellina. Tra l'altro la principiante aveva un avatar femminile, ma non era detto che fosse una ragazza. Anche Gabi usava l'avatar femminile, infondo. E in un certo senso anche Lucian, nonostante il suo fosse molto ambiguo. Chi gli assicurava che la principiante non fosse in realtà un vecchio pedofilo? Tra l'altro Arion era così stupido da aver usato il proprio nome come nickname. Era un idiota. In più, in quel periodo giravano alcuni hacker sul gioco. Fidarsi di una sconosciuta era pericoloso. Aitor si buttò sul letto dopo essersi messo il pigiama, sbuffando. Stava diventando paranoico. Gabi probabilmente glie l'avrebbe fatto notare il giorno. Il ragazzo si accigliò nel pensare al rosato. In quel periodo, il ragazzo più grande aveva iniziato a dire che Aitor si era calmato parecchio nell'ultimo periodo, che stava diventando più docile. Il turchese si decise di volergli dimostrare il contrario. Voleva dimostrargli che aveva ancora bisogno di tutte le sue attenzioni, per essere tenuto a bada. E con quei pensieri, si addormentò.

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Love in game
FanficEra da poco tempo che avevano iniziato a giocare a quel gioco tutti insieme. Aitor ci giocava già da solo da parecchi anni e aveva scoperto che anche alcuni suoi amici erano abbastanza pratici. È per questo che avevano creato insieme una gilda ed av...