Baby it's cold outside

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«Io non ce la faccio più Manuel, non è questa la vita che volevo.»
«E quindi che vorresti fare? Abbandonare tua figlia e scappare?»
«Lo sappiamo tutti e due che non sentirà la mia mancanza, mi odia. Con me piange e basta.»
«Sei sua madre, come puoi anche solo pensare di abbandonarla?»
«Starà meglio con te. Sei un genitore migliore di me. Non ho mai capito come sia stato possibile, ma guardando te sembra che fare il genitore sia la cosa più facile del mondo.»
«È naturale, è mia figlia.»
«Vedi? Ve la caverete benissimo anche da soli. Forse anche meglio.»
«Se esci da quella porta ora non disturbarti a tornare. Scordati di avere una figlia e scordati di me. Chiamerò un avvocato domani mattina, voglio mettere tutto nero su bianco.»
«Vuoi una firma su un pezzo di carta? Non ti fidi?»
«Di te? Ora che stai abbandonando Amelia? Come potrei?»
«Non essere ingiusto, non parlarmi così.»
«Ho il diritto di parlarti come mi pare.»
«Manuel... ho vent'anni, non voglio fare la madre.»
«Beh notizia del giorno, di là c'è una bambina di due anni che dimostra che lo sei. Ed ora vai via, se non vuoi sentirti dire cose spiacevoli.»
«Mi perdonerai mai?»
«Non contarci.»

***


Si è svegliato, come tutte le mattine, a causa di qualcosa di saltellante, sghignazzante e sovreccitato che zompetta sul suo letto canticchiando quella stupida canzone di Frozen.

Sei già sveglio oppure dormi?
Giochiamo insieme dai.

E non è veramente il caso di soffermarsi su quanto sia in grado di allungare le vocali quel piccolo demonietto.

«Dai papà! Ti svegli?»

Seeei già sveglio oppuuuure dooormi
Giochiaaaamo insieme daaaaai.

«Dai papà svegliati svegliati svegliati sveeeeeegliati!»

È sveglio sì, è sveglio. Come potrebbe non esserlo con quel terremoto di poco più di un metro che saltella sul suo letto e starnazza come un'oca?
Non la cambierebbe per nulla al mondo, naturalmente, ma farebbe volentieri a meno di essere svegliato da una carica di cavalleria ogni mattina.

«Ho provato a fermarla, ma è stato tutto inutile.»

Manuel, sentendo quella frase, alza la testa, con un occhio mezzo aperto e l'altro ancora chiuso e grugnisce in risposta. Ha l'impronta del cuscino sulla guancia e quando si mette a sedere sul letto viene investito dalla piccola Amelia, sua figlia, che gli spiaccica le manine in faccia per cercare di svegliarlo per bene.

Appoggiato allo stipite della porta, con il pigiama a quadrettoni, i piedi scalzi ed un ghigno un po' troppo divertito per i gusti di Manuel stampato in faccia, c'è Simone.
Simone è... non saprebbe spiegare cosa sia per lui, cosa significhi, quanto sia fondamentale. Pensandoci bene Simone è l'unica costante della sua vita, oltre Amelia, ovviamente.
Quando si è ritrovato da solo con una bambina da crescere ed una casa diventata improvvisamente troppo grande, Simone si è presentato davanti alla sua porta con una valigia in mano ed un sorriso incoraggiante.

«Sto qui per un po'. Ti posso dare una mano con la piccola, così per comodità.»

Quel per un po' si è trasformato in tre anni e Manuel non riuscirebbe ad immaginare la sua vita senza la presenza confortante di Simone nella stanza accanto alla sua. Hanno dovuto trasferirsi in una casa più grande ad un certo punto, non era proprio il caso che Simone continuasse a dormire sul divano-letto in salotto.

Sono diventati una famiglia alla fine e Amelia sta crescendo sana e felice, circondata dall'amore.
Ha uno zio acquisito che la ama alla follia ed ha trovato in Dante - padre di Simone e fidanzato di nonna Anita - un nonno affettuoso e che la vizia accontentandola in ogni cosa.
Quando papà dice no, ci pensano zio Simone e nonno Dante ed Amelia ormai l'ha capito e, piccola serpe, se ne approfitta. Nessuno riesce a resistere ai suoi occhioni stile Gatto con gli Stivali.

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