(I feel so alive, for the very first time)

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È una situazione che, a guardarla dall'esterno, ha quasi dell'assurdo. Rasenta i limiti del ridicolo.

Naruto lo sente negli angoli della bocca che vanno sempre più su, nella risata che sgorga fragorosa e incontenibile. Le membra doloranti, i colpi che si assestano e di cui sente il peso nelle costole, all'altezza della gabbia toracica - quasi un lontano ricordo.

Per quanto tempo hanno combattuto? Non sono poche ore, ne è sicuro. Gli sembra quasi siano passati decenni.

Uno dei suoi incubi ricorrenti, quando era bambino, era quello di morire da solo. Non perché cambiasse qualcosa rispetto alla realtà quotidiana, ma perché gli sembrava di aver fallito. Perché nel momento in cui avrebbe incontrato i suoi genitori - nell'aldilà, ché Naruto era sicuro che tra chakra, ninja e resurrezioni, i suoi in qualche modo li avrebbe conosciuti - beh, che arrivare lì e presentarsi da solo, senza amici, triste e sconsolato, non fosse un bello spettacolo.

Ora Naruto non è di certo un bambino, e i suoi genitori, per qualche assurda ragione, li ha pure incontrati! E ha combattuto contro i mostri più grandi, per diventare degno della loro memoria. E si è fatto tanti amici. E il villaggio che ha giurato di proteggere, lo ama e lo rispetta.Ora Naruto è quasi un adulto, ad un passo dalla morte nello scontro mortale con l'unico amico per cui ha smosso mari e monti - per cui ha percorso distanze incomparabili. Che percorrerebbe ancora, e ancora, pur di rivederlo felice. Sul viale del tramonto, vecchi ma mai abbastanza da non lasciarsi andare alle loro solite scaramucce, agli scherzi e alle sfide.Ora Naruto è con un piede nella fossa, un altro che sta per seguire. Quando si sveglierà, penserà che è il paradiso ad averlo accolto. Penserà che dopo tutte le battaglie, ce n'era per forza una che non poteva vincere.

C'è dignità nella sconfitta, nella caduta - questo gliel'ha insegnato suo padre.

Ma quando Naruto ci pensa, in questo mondo di mezzo in cui sosta mentre aspetta, e osserva scorrere il sangue da entrambe le loro braccia e ancora non sa se nessuno dei due si sveglierà, rimurgina - lui che a scuola non è mai andato bene e queste sfumature non può capirle -, pensa e ripensa e conviene che, in fondo, non è stato tutto vano. E che se finisce tutto ora, lui ha portato Sasuke a casa. Se ora non si sveglia, e va incontro ai suoi genitori che è un pezzo che lo aspettano, avrà tante storie da raccontargli.

Sua madre gli aveva detto di trovarsi una come lei - Naruto ancora non lo sa, che ha già trovato lui. Uno ancora più testardo di sua madre, con la capoccia dura come il marmo. Che Sasuke abbia una delle capocce più dure sulla terra invece già lo sa, e quella capoccia probabilmente la prenderebbe a sberle per giorni interi, e poi, forse, di soppiatto, gli poserebbe un bacio leggero sulla fronte, per scherzo - fin sul viale del tramonto.

Apre gli occhi e scopre la risposta a quei quesiti che non sapeva di essersi posto. Quella camminata sul viale del tramonto, forse l'hanno solo anticipata.

Poetico, no?

(Ero-sennin sarebbe fiero di lui.)
Quello che Naruto ancora non può sapere, mentre la sua anima riprende vita e rivive ancora - pronta a guidare il villaggio, sconfiggere il nemico, portare Sasuke a casa - è che al suo fianco c'è un'ombra che non scomparirà mai.Che mancano ancora diversi anni, al loro viale del tramonto. E mentre si volta, e assiste alla struggente bellezza di quella lacrima solitaria che solca il volto del ragazzo che gli sta di fronte, pensa che in fondo, lui, nella vita, non si è mai sentito così vivo.
E che se questo è il paradiso, allora ne è valsa veramente la pena.

C'è dignità nella sconfitta. (#SasuNaru)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora