Prologo

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Era una tavola calda fuori città e poco raccomandata da tutti, ma la signora aveva deciso di fermarsi a mangiare qualcosa comunque.

Suo figlio faceva fatica a starle dietro, la seguiva tirandole la gonna intimorito. Era un bambino di otto anni e come tutti i suoi coetanei, aveva paura del bosco che limitava il piccolo ristorante, e l'ora tarda peggiorava le cose. Riusciva a vedere solo la prima fila di alberi, poi tutto sfumava nell'ombra.

Il piccolo credette di sentire l'ululato di un lupo, e si avvicinò alla madre.

<<Hai sentito il lupo, mamy?>>

<<No, tesoro.>> Rispose la donna in fretta, tirò dritta verso la porta ed entrò.

Le lasciò la gonna e il bambino si mise e guardare chi oltre a lui e sua madre era lì stasera.

C'erano due uomini sui quarant'anni con in mano una birra ciascuno, che discutevano animatamente, un altro uomo da solo, seduto in un tavolo all'angolo che mangiava un panino, girò lo sguardo e sorpreso si chiese: perché una ragazza carina come quella seduta ad un altro tavolo poco lontano fosse lì. Lei alzò lo sguardo e gli sorrise, lui le diede le spalle velocemente e vide di sfuggita un ragazzo vestito di nero uscire di fretta nella notte. Perché usciva al buio se faceva così tanta paura lì fuori?

Si accorse poco dopo che accanto alla porta c'era un flipper e prendendo qualche spicciolo lasciato in tasca corse via verso il gioco e cominciò.

La madre lo vide allontanarsi ma non se ne preoccupò, si mise a chiacchierare tranquilla con il barista mentre sceglieva cosa ordinare. Non era una madre eccellente, ma anche se qualche volta gli rispondeva stizzita o non lo guardava a dovere, gli voleva bene.

Il bambino giocava e guardava la ragazza che leggeva ancora, era bellissima con i suoi occhi grigi tendenti al celeste, le labbra rosa pallido e i capelli lunghi castani chiari, era bassa e non toccava con i piedi per terra, intanto lui cercava di vincere una partita, prima di finire tutti i soldi.

Era concentratissimo, sentì la porta aprirsi accanto a lui, guardò verso il tavolo della giovane e non la trovò. Doveva essere uscita, così prese coraggio e la seguì.

Uscì nel buio e la cercò, la trovò al limitare delle luci dei lampioni che guardava il bosco gridando se ci fosse qualcuno, aveva la voce delicata ma sembrava spaventata da qualcosa, ma lui non capiva perché e si avvicinò senza farsi vedere.

D' improvviso vide due punti di un verde brillante ravvicinati l'uno all'altro, poco prima non c'erano. "Occhi!" Pensò ma era abbastanza sicuro che nessuna persona avesse gli occhi così luminosi e verdi come quelli, lo tenevano incatenato, non riusciva a girarsi per non guardarli più.

Si ricordò di quei film horror che suo cugino più grande gli faceva vedere quando dormiva da lui, si sentiva come se ci fosse finito dentro, si chiese allarmato perché non riuscisse ad urlare, qualcosa lo bloccava.

Una mano lo afferrò, era la ragazza e lo guardava.

<<Che cos'hai visto laggiù?>> Sembrava preoccupata come la mamma quando a volte si sbucciava il ginocchio andando in bicicletta o come quando quella volta tornò a casa con un occhio nero dopo la partita di calcio.

<<Occhi... Verdi.>> Lei rabbrividì come se avesse visto la stessa cosa, in quel momento si sentì un ululato di lupo. "Lo stesso di prima." Pensò lui e intanto rimaneva immobile a guardare la ragazza che lo teneva, lei lo tirò su e guardò di nuovo verso gli alberi, c'era qualcosa che lei non voleva fargli vedere.

<<Che cos'era?>> Chiese il bambino, si accorse che gli stavano lacrimando gli occhi.

La ragazza gli rispose senza guardarlo. <<Non posso dirtelo, piccolo. Ma devi promettermi che non dirai mai niente a nessuno di tutto questo.>>

<<Perché?...Andiamocene via!>> Sentiva il cuore battergli nelle orecchie e forse anche la ragazza riusciva a sentirlo.

<<Vai.>> Disse lei con voce calma, in realtà era turbata ma non voleva andarsene, non la capiva ma voleva restare, non si mosse e cadde il silenzio.

Qualcosa si mosse nel buio tra i cespugli, tutti e due fecero un passo indietro, si avvicinava, il rumore aumentava, sentiva la paura serrargli lo stomaco.

Il bambino corse verso la porta e si nascose, non voleva lasciarla da sola anche se aveva troppa paura.

Qualcosa uscì dal buio, un lupo, troppo grande per essere un semplice lupo, aveva gli occhi verdi, li aveva visti poco prima e rimase di nuovo intrappolato dal loro colore, guardava la scena mentre la ragazza indietreggiava e guardava l'animale. Le faceva vedere i denti ma non ringhiava, teneva le zampe pronte a saltare ma non saltava.

Il bambino notò una cosa strana, c'era qualcosa di umano dentro quegli occhi, guardavano la preda come non fosse una preda, erano occhi buoni. Ma come poteva un lupo così grande sembrare così buono quando stava per uccidere?

Il lupo la seguiva passo passo, la studiava, le si avvicinava... Poi lei non si mosse più, lo guardò senza paura e annuì piano, si girò poi verso di lui e gli fece segno di andare via, ma lui voleva vedere.

In quel momento il lupo saltò e le morse il fianco, la ragazza rimase immobile come se non sentisse nemmeno dolore mentre guardava la maglia sporcarsi di rosso, il lupo la guardò, abbassò il muso come in segno di scuse, gli passò il muso sotto la mano libera, si fece accarezzare e poi corse di nuovo nel buio. Quell'enorme lupo gli passò accanto e lo guardò per un attimo prima di sparire. Si sentivano ancora le falcate della sua corsa quando lui urlò, la ragazza gli corse incontro, lo fece smettere di piangere e gli disse dolcemente di fare silenzio mentre teneva la mano stretta sul suo fianco.

La ragazza si rialzò velocemente e lo guardò per un momento, si sentì la porta aprirsi e lui vide sua madre comparire con la faccia preoccupata, pianse e le corse incontro.

<<Mamma, il lupo, l'ha morsa!>> Voleva indicare la ragazza ma si rese conto che era sparita anche lei. Si accasciò per terra esausto e pensò un'ultima volta a quei brillanti occhi verdi. <<Io te l'avevo detto che c'era...>>

Nessuna più paura dei lupiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora