Capitolo 1

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<Avevo vinto io, ma questa volta per davvero. Avevo finalmente capito cosa significava quella frase, quella che mi avevano stampato in mente e che per anni non mi ha fatto dormire. "È nel disordine che ritroverai te stessa".>

-Facciamo un passo indietro, circa a un anno prima-

"Sono a casa". Era la voce di Evelyn.

Evelyn aveva 19 anni, viveva con i suoi genitori e con una delle sue sorelle, Maia. Evelyn era una ragazza riservata, misteriosa secondo alcuni. Era alta circa 1.68, aveva i capelli di un biondo scuro affascinante, gli occhi color ambra e la pelle chiara. Aveva finito il liceo classico a giugno, ma aveva deciso di prendersi un anno sabbatico per riflettere sulle decisioni da prendere. Era grande ormai, e si era stancata di vivere con i suoi genitori, mentre le sue sorelle avevano già una vita privata, una famiglia e una casa. Evelyn era la terza di cinque sorelle. In realtà per qualche minuto sarebbe stata la quarta, aveva una gemella. La prima delle sue sorelle era Daphne, seguita da Heather, poi c'erano Evelyn e la sua gemella Hope, e infine Maia, la più piccola.
Daphne era l'orgoglio della famiglia, aveva 29 anni e stava studiando medicina, era sposata con un uomo magnifico e avevano un figlio di due anni, Lewis. Per qualche giorno Evelyn sarebbe andata da lei; non la vedeva da parecchio tempo.

"Ma chérie! Come stai, tesoro?", lei era mamma Margot.
"Ciao mamma, bene grazie, tu?" le rispose sorridendo.
"Ti stavo aspettando, avrei bisogno di un favore"
"Oh certo, dimmi pure"
"Prima che tu parta per Edimburgo vorrei che passassi a riportare questo libro in biblioteca, mi ero completamente dimenticata di averlo"
"Certo mamma, sai che non riuscirei a stare nemmeno un giorno senza libri, e dovevo restituirne due anch'io, passerò a portarli verso le 15"
"Merci mon amour"

<Dopo esserci scambiate un sorriso andai in camera mia. Viviamo in Francia, a Parigi per essere più precisi. Mia madre è nata e cresciuta qui, mente mio padre è originario di Londra. Mia sorella è andata a studiare ad Edimburgo, dove ha conosciuto suo marito, e dove hanno deciso di stabilirsi. Questa settimana prenderò un aereo e starò da loro per qualche settimana, i miei genitori dicono che mi farà bene pensare ad altro, e mia sorella non vede l'ora di passare qualche giorno insieme, come ai vecchi tempi.

Io amo i libri, sono il mio mondo. Leggo di tutto, adoro immedesimarmi nei protagonisti, nelle loro vite avventurose, nei loro successi, non riesco a farne a meno. Vivo per sapere, ma i miei dicono che forse dedico troppo tempo allo studio e alla lettura. Ho finito il liceo classico qualche mese fa, mi sono diplomata con il massimo dei voti. Passavo ore e ore a studiare storia, leggere libri di filosofia, tradurre testi in latino... La verità è che amo il successo, amo l'idea di poter avere tutto quello che voglio, di essere soddisfatta.>

[...]
"Evelyn, tesoro! È pronto"
"Un attimo che finisco il capitolo e arrivo!"
-era sempre così, sempre a leggere. I genitori erano preoccupati per lei-

"Tesoro, ti ho chiamata 20 minuti fa, lascia stare il libro e vieni"

<pff, non posso nemmeno sapere come finisce il capitolo>

"Bonjour Evy. Comment ça va?"
"Ciao papà, è un piacere vederti a casa prima di cena" disse andando ad abbracciarlo.

Era suo padre, Henry. Le voleva molto bene, forse più di quanto ne volesse alle sue sorelle, Evelyn era la sua principessa.

"Tesoro dobbiamo parlarti", era la voce di sua madre, e sembrava davvero seria.
"Oh, certo, vi ascolto" rispose Evy preoccupata.
"Chérie, ci stiamo preoccupando per te. Passi così tanto tempo a leggere, a studiare, stai smettendo di mangiare, fai troppa attività fisica.." la madre, quasi piangendo, appoggiò la testa sulla spalla del marito, che continuò a parlare per lei.
"Vedi tesoro, non è uno stile di vita sano, il tuo. Non parlo della lettura, ma della tua alimentazione... Non va bene".
I due guardarono la figlia, con gli occhi pieni di tristezza.
"Sto mangiando, davvero. Sto bene, sto bene..." provò a rispondere, ma faceva difficoltà a credere alle sue stesse parole.
"No amore, non stai bene. Te lo si legge in faccia" replicò la madre, singhiozzando.
Evelyn abbassò la testa, non poteva mostrarli il suo dolore.

<"sto bene, sto bene...". Questo è ciò che mi ripetevo da mesi. Forse era vero. Forse avevano ragione... Sto davvero bene? Non lo so. Ho smesso di mangiare da qualche mese... mangio poco, e quel poco che mi forzano a mangiare lo devo smaltire. Corro due volte al giorno, vado in palestra ogni due giorni. Non dormo...
Sto male, lo ammetto>

"Amore"
[...]
"Amore?"
"Uh, io?" Evelyn sembrava essere tornata sulla Terra.
"Cara, hai dormito questa notte?", a domandarlo era il padre.
"Si, qualche ora si" rispose lei confusa.
"Non puoi andare avanti così Evelyn Cooper", era sempre il padre.
"Oh papà, ti prego, qualsiasi cosa ma non Evelyn Cooper. Sai che odio essere chiamata per nome intero da te"
"Evelyn, se vai avanti così sarò obbligato a portarti da un esperto. Sono davvero preoccupato." disse lui più serio che mai.

[...]
"Grazie ma', era tutto delizioso."
"Non hai mangiato quasi niente.. sicura di essere sazia?
"Mhm, sicura, vado in camera mia"

<ma chi voglio prendere in giro? Ha fatto il mio piatto preferito, pollo e patate al forno. Ho mangiato 20g di pollo e cinque cubetti di patate contati. Saranno 200kcal. Più tardi mentre vado in biblioteca faccio una corsetta, mi farà bene.>

[...]
<Mi sentii chiamare dal salone.>


"Eccomi"
"Amore, abbiamo una cosa per te. Ricordati questa frase per sempre. Ti vogliamo bene"

<ringraziai e tornai in camera mia>
<Cos'è? Che bello! È una collana con una frase incisa. Wow, è stupenda...
"È nel disordine che ritroverai te stessa"
La lessi più volte. Cosa dovrebbe significare?>

Fine primo capitolo

Sto bene, sto bene...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora