L'aereo finalmente atterra dopo delle leggere turbolenze dovute al tempo poco sereno di New York, durante il volo non facevo altro che pensare ai miei genitori troppo cocciuti per capire quello di cui avevo realmente bisogno.
Abbiamo iniziato a litigare quando a 16 anni ho partecipato ad un corso di pittura, e mi trovai talmente tanto a mio agio con il pennello che mi sentivo come se fossi nata solo per questo, ma quando confessai ciò ai miei genitori loro si arrabbiarono e dissero che io dovevo seguire le loro regole, mi sarei dovuta iscrivere all'università di legge e diventare un avvocato come a loro...pensavo di poterli dissuadere ma non era così.Due settimane fa arrivarono a casa mi fecero sistemare e uscimmo a cena con un coppia che lavorava con loro e il figlio, inizialmente ero tranquilla ma poi mi hanno presentato quest'ultimo come il mio futuro sposo e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso , non ce la feci più così me ne andai.
Ora però non voglio più pensare a tutto ciò, voglio riuscire a farmi una nuova vita e magari sfondare nel mondo dell'arte come pittrice, so che non sarà facile, ma voglio riuscirci a tutti i costi.
Quando arrivai a New York presi un piccolo appartamento, anche se era piccolo per me era perfetto. Avevo una camera da letto, un bagno, e una piccola cucina, ma la mia camera preferita era una piccola stanza dove potevo dipingere! Infatti sistemai la tela, i pennelli, gli acrilici.... Insomma andava bene.
Dopo aver sistemato alcune cose andai a fare un giro per New York, avrei voluto vedere molte cose ma purtroppo mentre mi dirigevo a Central Park iniziò a piovere molto forte e io non avevo un ombrello, iniziai a correre ad entrai nel primo coffee shop che vidi.Mi sedetti a un tavolino e ordinai una cioccolata calda che con quel freddo era l'ideale. Mi iniziai a guardare intorno quando appeso ad un muro vidi un volantino che diceva: cercasi barista, era la mia occasione così mi alzai a andai spedita davanti al ragazzo che mi aveva servito poco fa - Vorrei fare un colloquio di lavoro per il posto da barista - lui allora senza rispondermi si girò verso alla sua collega e disse - Elle vai a chiamare il capo - la ragazza dai capelli biondi platino andò nel retro per poi uscire da lì con una signora sulla cinquantina alta con i capelli rossi che mi portò subito nel suo ufficio per fare un colloquio.
Ad essere sincera non ho mai preparato un caffè, a casa mia avevamo i maggiordomi quindi io non alzavo mai un dito.La signora mi guardò e mi disse - tu saresti?- mi faceva paura, era fredda e distaccata come se non gliene importasse nulla - Salve, io sono Jennifer Colin- mi guardò con il suo sguardo gelido e disse - mh...ok Jennifer hai qualche esperienza?- okey ero fottuta
- sinceramente no, sto cercando un lavoro part-time -
La signora mi guardò dall'alto in basso poi rispose con un tono freddo - comincerai domani dalle 7 alle 14, non deludermi-
Ero sorpresa non pensavo che mi avrebbe assunto in così poco tempo,
-la ringrazio moltissimo, prometto di non deluderla-
Me ne andai, nel frattempo smise di piovere, è tornai a casa, avevo il tempo libero quindi decisi di fare un giretto in città.
C'erano tantissimi negozi! La città era enorme, ho pensato per un momento di essermi persa, presi una scorciatoia, e nel frattempo che camminavo un volantino mi arrivò in faccia, non sapevo che volantino fosse, ma appena lo vidi iniziai subito ad urlare, era un concorso di arte! Questo si che era un colpo di fortuna! Ed ero ancora in tempo per iscrivermi, dovevamo portare un dipinto basato su un tema particolare, cioè "la tristezza", non ero certa di farcela però il premio erano dei corsi completamente gratuiti da dei pittori famosi, praticamente un sogno.Arrivata a casa presi subito il mio portatile e mi iscrissi al concorso, le idee per questo dipinto erano tante non riuscivo a decidermi, iniziai a fare bozzetti e scarabocchi finché un idea ben precisa non si fece spazio tra le altre e mi si disegnò in testa.
La disegnai subito, una donna sott'acqua con delle manette seduta su un masso con le mani in viso come per asciugarsi le lacrime. Non so perché ho scelto proprio questo ma secondo me mi rappresenta al meglio, quando sono triste o mi sento abbattuta mi chiudo in me stessa e mi circondo da tutte le mie paranoie, come la ragazza circondata dal mare.
Forse è per questo che amo l'arte, è l'unico modo per esprimermi veramente. Il concorso è fra 3 mesi, penso di farcela anche se il lavoro mi toglierà molto tempo.
Dopo aver finito di fare alcuni schizzi guardai l'orario e notai che erano le 20 e mi era venuta molta fame, così andai su internet alla ricerca di una buona pizzeria dove mangiare che fosse vicino a casa mia, e dopo 10 minuti di ricerca trovai un buon posto così mi misi una tuta e ci andai.Arrivai in pizzeria e ordinai una semplice pizza, non c'era quasi nessuno in pizzeria, c'erano una coppia, un ragazzo che disegnava ed io, non so per quale motivo ma ero curiosa di sapere cosa stesse disegnando quel ragazzo, era sicuramente più grande di me di qualche anno. A un certo punto mente lo fissavo mi notó, ero super imbarazzata, mi stava ancora fissando, forse gli davo fastidio? Oppure odia quando la gente lo fissa? Per fortuna nel frattempo mi arrivò la pizza - ecco a lei signorina- gli risposi - la ringrazio - Così mi misi a mangiare in modo da liberare la mente da tutte quelle domande da undicenne innamorata.
Devo ammetterlo,quel ragazzo mi intrigava, non so il motivo ma ero attratta dal modo in cui disegnava era molto concentrato, il suo ciuffo riccio gli ricadeva sulla fronte coprendo parte dei suoi occhi color verde smeraldo.
Mi resi conto troppo tardi che sembravo una stalker in piena regola, avevo una tuta grigia i capelli raccolti in una coda e non ero nemmeno truccata, praticamente ero sorpresa che qualcuno non si fosse già messo a gridare:Aiuto uno zombie!.Avevo finito di mangiare la mia pizza così andai a pagare,ma quando tornai per prendere le mie cose trovai un biglietto sul mio tavolo.
Domani vieni qui alle 20:30 così potrai parlare con me invece che fissarmi
~Max
Quando girai il biglietto trovai un mio ritratto, era bellissimo non ci potevo credere ero felicissima.
Presi il biglietto me lo misi in tasca e tornai a casa, mi lanciai sul letto per la troppa stanchezza ma nella mia mente continuava a girare solo il suo nome, anche se era probabile che si presentasse domani con una denuncia per stalking. Dopo aver pensato ciò ed essermi tranquillizzata, mi abbandonai a Morfeo.
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Una Pittrice A New York
RomanceJennifer Colin, o meglio Jenny ha 18 anni e vive in California con la sua famiglia. Per colpa della sua famiglia di avvocati prestigiosi è cresciuta secondo una scala immaginaria disegnata da loro che parlava dei suoi hobby, del suo futuro lavoro e...