C'è un inizio, un durante e una fine nella nostra vita. Alcuni tasselli del puzzle potrebbero essere già stati posizionati, mentre altri no. Ma spetta a ciascuno di noi decidere come completare il nostro percorso. Personalmente, credo che la nostra fine sia predeterminata, ma il modo in cui viviamo, quindi il cammino che intraprendiamo è una scelta che dipende da noi.
Il problema si pone quando ci avviciniamo alla fine. È importante non avere paura. Il motivo di questa paura è un pensiero individuale che varia da persona a persona. Oggi, però, voglio condividere con voi un po' del mio puzzle, anche se apparentemente sembra pieno di colori, in realtà non lo è.
Parliamo del mio inizio, Probabilmente era un sabato caldo, e spero che i miei genitori fossero felici. "Mamma, ricordi i primi pianti?" "Papà, come è stata la prima volta che mi hai visto?" "Dottore, sono troppo grande?" Mi ricordo che mi dissero che pesavo 4 kg e, credo, finora sono stato abbastanza grande. Non sto cercando di vantarmi di quanto fossi perfetto e bellissimo appena nato. Non so nemmeno perché sto condividendo con voi questi ricordi... non lo so... Sono qui a scrivere ciò che penso perché, nonostante la vita sia breve, ognuno ha qualcosa da raccontare.
Allora, cosa vi racconto? Da dove dovrei iniziare? Ripercorrere tutto dall'inizio sembra troppo lungo, richiederebbe troppi volumi... e ammetto di essere una persona estremamente pigra per fare una cosa del genere. Anche nello studio ero pigro, non mi interessava molto passare le giornate sui libri, lo consideravo inutilile... o meglio, mi sembravano tali all'epoca.
"Sei un Marchetti e come tale ..."
mi ripetevano continuamente, come un mantra .
Sentivo una forte pressione addosso, soprattutto durante l'infanzia. Si attenuò un po' durante l'adolescenza, ma non del tutto. Alla fine, fui coinvolto nella società di famiglia e non per mia scelta.Voglio raccontarvi un po' della mia infanzia, del bambino spensierato che ero un tempo, prima che mio padre mi costringesse a diventare ciò che non desideravo essere.
Sono cresciuto dalla servitù e da mia madre Beatrice con la quale avevo un bellissimo rapporto .
Solo con lei, durante la mia permanenza in un collegio in Svizzera, avevo un riscontro epistolare.
In quei anni non c'erano telefoni, non è come adesso, che con un click arrivi ovunque .
Quando non ero in Svizzera , ero nella nostra casa in campagna della quale ne ho un lieto ricordo ... Mi piaceva fare lunghe passeggiate con la mia mamma, dedicandomi a sistemare insieme a lei la serra di rose. Non per vantarmi ma avevo il pollice verde già a 6 anni.Comunque il destino è beffardo ragazzi miei ... la scelta più importante la presero i miei genitori:
1940 Arrivò la fatidica lettera ...
Dovevo presentarmi sul fronte, combattere per la patria, ho ancora i brividi, ma comunque ricordo anche le lunghe discussioni tra mia madre è mio padre : "è il tuo unico figlio ..." diceva lei, "non puoi nasconderlo Bea, non permetterò che mio figlio diventi un disertore" urlava lui "non manderò mio figlio a morire " piangeva lei .Sono convinto che se mia madre non si fosse opposta, non avrei mai avuto modo di incontrare LEI. Ma la vita è strana, si prendono scelte complicate .Entrambi, con il passare del tempo abbiamo fatto scelte diverse. Ma durante quegli anni... siamo stati una cosa sola!
Se solo avessi una sua fotografia... ho ancora la sensazione di vederla davanti: i suoi capelli castani e quegli occhi color miele, la pelle color latte, quelle belle lentiggini sul suo viso ... quando sorrideva illuminava una stanza ...Ma sono andato troppo avanti. Torno un po' in dietro : Mio Papá è mio zio avevano una fabbrica tessile, molto in voga all inizio del 900' ... Eravamo una famiglia benestante e come avrete capito, sono figlio unico ed avevo il compito di prendere in mano l'attività di famiglia ... fin qui tutto liscio ...
Apparentemente ... io, Antonio, non volevo entrare negli affari di famiglia ! Volevo viaggiare, vedere il mondo e buttarmi con tutto me stesso nel mondo del arte ! Dei colori ! Delle tele !Potevo scappare ... iniziare una nuova vita ... ma ... non ne ebbi il coraggio ... come scrivevo prima, sono cresciuto in collegio , se non ero lì ero a casa con la servitù e mia mamma, quindi ero coccolato e viziato !
In quei anni il clima in Italia era sereno, nacqui praticamente dopo la fine del primo conflitto mondiale, l'Italia piano piano si stava riprendendo, mio padre e mio zio riuscirono in qualche modo a non crollare economicamente.
Tutto sommato avevo una vita felice.

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Dentro il ghiaccio
Любовные романыAntonio Marchetti ,racconta le sue memorie tra gioie e dolori ... ma nel 1940 in Italia, Tutto cambia. -romanzo inventato-