Capitolo 1

25 2 2
                                    

A Dany non piaceva la notte.

I poeti e gli scrittori potevano lambriccarsi il cervello quanto volevano nel tentativo di farla apparire misteriosa e affascinante, piena di stelle e sospiri: tutto ciò che vedeva lei era una strada buia senza neppure lo straccio di un lampione, gelida e umida, di quell'umidità irritante che penetrava nelle ossa. Senza contare che l'inquinamento luminoso della città nascondeva praticamente tutto ciò che brillava sulla volta celeste, che fossero stelle o navi aliene.

L'unica luce che le impediva di finire dritta distesa per terra era quella proiettata dal fanale della vecchia bicicletta blu, pallida e abbacinata. Anche così, era talmente debole che doveva prestare costante attenzione per non rimbalzare in una delle migliaia di buche che tappezzavano l'asfalto come una fetta di groviera.

A quell'ora non c'erano mezzi pubblici, così era costretta a tornare a casa pedalando. Un tempo aveva pensato di comprarsi un'auto ma alla fine aveva dovuto rinunciare: ogni volta che cercava di mettersi da parte un gruzzoletto c'era sempre qualcosa, qualche stupido motivo che la costingeva a spenderlo tutto: un braccio rotto, il crollo del tetto di casa, una nuova lavatrice, un prestito al solito amico che, sapeva, non le avrebbe mai restituito un solo centesimo... e poi, nonstante avesse la patente non guidava da anni e non era poi così sicura che sarebbe stata capace di ricominciare. Una volta Frank le aveva consigliato di prendersi almeno una moto, ma la sola idea le aveva dato la nausea: non era più riuscita neppure a guardare una moto da quando sua sorella aveva avuto l'incidente.


Una volta le piaceva, con quella sensazione del vento che accarezzava la pelle e il paesaggio che scorreva tutt'intorno a lei come una fotografia sfocata. Lei e Lizzy avevano macinato chilometri interi sulla sua Honda e non riusciva mai a non sorridere davanti a quel ricordo. 

Lizzy... bionda, alta, affascinante. Una di quelle ragazze che quando entrava in una stanza tutti si giravano a guardare, con quel suo portamento elegante e le trecce che le ballonzolavano sulla schiena. Era una donna intelligente e decisa, e quando diceva allo spasimante di turno che era già fidanzata lui si rabbuiava così tanto da sembrare una di quelle grottesche maschere del teatro giapponese. Poi, quando lo informava che aveva una sorella, tornava di nuovo allegro solo per deprimersi per la seconda volta quando Lizzy gli presentava lei.

Una ragazzina minuta, gli occhi scuri e i capelli castani perennemente arruffati, qualsiasi cosa facesse per tenerli a posto. 

Non potevano esistere due sorelle più diverse di così, anche caratterialmente. Ma forse era per questo che si volevano così bene. 

Lizzy era sempre stata protettiva come una madre, una specie di leonessa, laddove lei era schiva e ritrosa come una lepre.

Sua sorella era anche coraggiosa, amava sfrecciare a tutta velocità lungo le strade deserte finché lei, seduta dietro, non la stringeva così forte in vita da soffocarla e la supplicava di rallentare.

Il giorno dell'incidente era più allegra del solito: era andata a trovarla sul lavoro e le aveva annunciato che aveva una sorpresa, che quella sera la voleva a cena da lei per raccontarle qualcosa...

Quando era arrivata davanti a casa sua, Lizzy non c'era. Aveva suonato una decina di volte, aveva aspettato lei e il suo ragazzo per quasi due ore prima di andarsene a casa stizzita. A mezzanotte l'avevano chiamata dall'ospedale, ma quand'era arrivata...


Schivò all'ultimo momento una buca profonda, con una virata così brusca che la ruota anteriore della bici le rimandò indietro uno stridio indignato.

Niente moto, pensò sospirando. Non voleva neppure sentirne parlare.

La sua bici andava benissimo. 

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 17, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Moon windDove le storie prendono vita. Scoprilo ora