Avevo già fumato hashish,in tre o quattro occasioni.
Non era stata un esperienza spiacevole, affatto; mi ero solo sentita un filo più leggera, ma solo perché in ognuna di queste occasioni avevo fatto solamente qualche tiro.
Questa volta però è stato diverso. Non so cosa sia successo, ma non è come lo descrivono o come mi sembrava che fosse. È cento volte meglio ma allo stesso tempo, cento volte peggio.
All'inizio ero convinta che fosse stato esattamente come tutte le altre volte, nonostante avessi fumato molto di più; scesi dalla scaletta che dava sul tetto e mi stendetti sul letto. dopo poco, però, sentii il fiato mancare, la tachicardia aumentare, il soffitto girare vorticosamente. risi, all'inizio, almeno finché ne fui ancora in grado.
Dicevo cose come " non mi sento più le dita dei piedi" o "allora è questo, lo sballo".
Continuavo a dimenticarmi come si respirava.
Ogni cosa attorno a me stava precipitando , e la fine del mondo stava arrivando .
Il mondo stava crollando e io crollavo con lui.
Precipitavo sempre più in fondo e piano piano smettevo di divertirmi. Iniziavo ad avere paura e questo peggiorò solo le mie condizioni. L'ansia mi uccise e la tachicardia esplose; pensavo a mille cose, non avevo la mente vuota.
Non penso l'avrò mai, nemmeno così fatta o ubriaca da non riuscire nemmeno ad aprire gli occhi.
Arrivarono la nausea e il male alla testa, cosa che mi costrinse a trasferirmi in bagno, trascinandomi sul pavimento. Ero appoggiata alla tavoletta del water, quando il mio amico mi chiamò e mi disse che dovevamo scendere per la cena.
All'inizio mi sembrò facile, al punto che mi chiesi se stessi solo fingendo; mi sedetti a tavola e mangiai,e mi venne un po' da piangere perché pensai che stavo deludendo tutti, facendo una cosa del genere. Che i genitori dei miei amici e i miei professori pensavano fossi una brava ragazza, e che se avessero scoperto cosa facevo al di fuori delle loro case o della scuola non mi avrebbero più guardato con gli stessi occhi, mentre a me piaceva, piacere alla gente, fingere di essere quella che non ero.
Ma in fondo quelli non erano nemmeno i miei genitori. Li avevo visti si e no cinque volte e probabilmente non avevano idea dello sforzo che stessi facendo in quel momento per tagliare il pesce o per bere dell'acqua .
Le mani mi tremavano violentemente. Cercai di farle smettere, perché sapevo che se qualcuno se ne fosse accorto allora sarebbe stato palese che avevo qualcosa di più di semplici crampi da mestruazioni.
Ma poi la testa iniziò a farmi male nuovamente, e il mondo stava di nuovo per crollare, così ebbi giusto il tempo di chiedere se potevo usare il bagno, precipitarmici e accasciarmi sul water.
Fui scossa dal primo conato e vomitai , senza che nessuno fosse lì a tenermi i capelli o a pulirmi la bocca.
Fu disgustoso ed umiliante, e nonostante avessi i crampi ovunque rimasi in quella posizione per un tempo infinito, perché temevo che se mi fossi mossa anche solo di un millimetro sarei stata scossa di nuovo da una violenta nausea.
Arrivarono altri quattro conati e vomirai qualsiasi cosa avessi nello stomaco.
Bevetti un po'. Mi pulii.
Riuscii ad andare a stendermi sul letto. E mi addormentai. Mi sembrava di aver dormito solo per una decina di minuti , eppure passarono un paio d'ore. Grazie al sonno trovai la quiete e tutto smesse di girare e di fare male.
Quando mi svegliai stavo bene.
Ma mi fece così schifo quell'esperienza che pensai che non l'avrei mai più fatto.