❛ and when I was younger
i knew a boy and a boy
best friends with each other
but always wished they were more ❜"Grazie mille." Oikawa salutò il tassista con una considerevole mancia, chiuse lo sportello della vettura e si voltò verso l'edificio. Non si stupì a scoprire che non era cambiato granché. I muri, una volta bianchi, ora erano grigi e l'intonaco era caduto in vari punti. Il tetto rosso era sbiadito, così come la vernice blu delle veneziane. Ciò nonostante, il vialetto e il giardino erano ancora gli stessi. La presenza della vicina, che ogni tanto veniva a curarsi di quest'ultimo, aveva permesso alle piante di non appassire e all'erba di mantenere una lunghezza accettabile. L'odore del mare, portato fin lì da una leggera brezza, era lo stesso che si annusava dieci anni prima. Alcuni granelli di sabbia erano ancora incastrati nelle fessure del viale in pietra; le siepi, che lo accompagnavano dal cancello fino all'entrata, erano colorate dalla fioritura di rose bianche e rosse, le cui spine avvertivano i passanti di non avvicinarsi troppo. Nel cielo azzurro e privo di nuvole il sole splendeva caldo e incessante creando piccole gocce di sudore sulla pelle chiara e curata del ragazzo.
Egli sospirò, spostandosi i corti ciuffi mori dalla fronte bagnata. Pochi giorni prima il suo allenatore lo aveva minacciato di non farlo più giocare se non si fosse preso almeno una settimana di riposo. Inutile dire che, dopo un iniziale rifiuto, Tooru era corso alla stazione, era salito sul primo treno disponibile e si era recato nella località di mare dove andava da piccolo con la sua famiglia. Non che ne avesse voglia; non sopportava l'idea dell'ozio e non poter giocare a pallavolo per sette giorni gli sembrava una tortura. Si avviò controvoglia per il vialetto. Giunto sul portico si chinò, prese le chiavi da dentro il vaso di terracotta ── nascondiglio comodo quanto scontato ── e le infilò nella toppa. Girò tre volte verso sinistra poi, quando sentì la chiave bloccarsi, fece leva con l'altra mano e completò l'ultimo giro. Lo scatto della serratura lo avvisò di essere riuscito nell'impresa. Abbassò la maniglia e spinse la porta in legno, ritrovandosi subito dopo nel piccolo ingresso della casa.
L'interno dell'edificio gli restituì alla mente ricordi infantili che ormai credeva lontani. Il divano azzurro su cui si metteva a guardare le partite di pallavolo; la vecchia tv ad antenna; l'accogliente cucina nella quale sua madre cucinava i migliori pranzi. Si tolse le scarpe e percorse lo stretto corridoio che portava alla sua camera, sorvolando sul piccolo bagno piastrellato e la stanza dei suoi genitori. Appena aprì la porta, il passato lo investì. Sul ripiano della scrivania, che era appoggiata al muro di sinistra, erano appoggiati disegni, fogli scritti, libri, matite colorate e penne, mentre vicino alla parete opposta c'era il vecchio armadio di legno. Oikawa vi si avvicinò e aprì le ante; l'interno era quasi vuoto, ad eccezione di una scatola di scarpe impolverata e qualche felpa appesa alle grucce. Richiuse le ante con una punta di delusione e si andò a sedere sul piccolo letto in fondo alla camera. Il copriletto era lo stesso azzurro con i razzi di quando era piccolo e, infilato tra la coperta e il cuscino, c'era il piccolo pupazzo a forma di alieno che gli teneva compagnia la notte. Lo prese in mano e sorrise avvicinandoselo al petto. Sul comodino, lì accanto, c'era una fotografia in cui ── all'età di circa 6 anni ── giocava a pallavolo sulla spiaggia, il mare sullo sfondo. Chiuse gli occhi e pensò che forse non era stata una cattiva idea tornare lì. Mise al suo posto l'alieno e si alzò per sbloccare la finestra. Il cambio d'aria lo colpì in pieno, ma non fu quello a fargli venire i brividi.
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THE STORY ★ iwaoi
FanfictionPLOT ☆ oikawa è costretto a prendersi una pausa dalla pallavolo. e quale luogo migliore, se non la vecchia casa al mare? oikawa è lì per rilassarsi, ma il suo scorbutico amico d'infanzia Iwaizumi non glielo permetterà tanto facilmente. INFO ☆ hajime...