Raccoon City, 23 Settembre 1998, ore 7:45 AM
Una normale giornata stava iniziando a Raccoon City: macchine che iniziavano a muoversi per il lavoro, persone che camminavano di fretta verso i loro uffici e ragazzi che tramite bus, treni o appiedati raggiungevano le scuole per iniziare la solita routine.
La nostra giovane protagonista, Mia Campbell, stava uscendo dal suo piccolo appartamento in affitto, poco vicino alla sua Accademia; si sistemò dal piccolo specchietto che aveva sul corridoio i suoi lunghi e mossi capelli color rosso mogano, applicò un po' di rossetto alle sue labbra e si guardò poi un attimo se fosse perfetta e non avesse dimenticato niente di importante, prese la sua borsa con gli album da disegno ed i vari materiali artistici e corse via dall'appartamento, recandosi verso l'Università.
Ore 8:10 AM
Mia si guardò attorno verso le varie classi dell'enorme istituto:nonostante fosse lì da quasi un anno, si perdeva quasi sempre, forse perchè aveva sempre la testa tra le nuvole e non prestava quasi mai attenzione all'ambiente che la circondava, finendo, molto spesso, a sbattere contro una colonna o una persona, per più di una volta, dipendeva da come andasse la giornata; oggi, fortunatamente, non era ancora successo, dopo aver trovato la classe, Mia aprì la porta silenziosamente e andò a sedersi: sentiva gli sguardi dei colleghi e del professore che a fissavano, come se avesse interrotto qualcosa di davvero importante.
''Riepilogando quello che dicevamo ieri.. L'Impressionismo è stato un movimento che mise come protagonista assoluta la natura, con una nuova tecnica della luce, essa non era più utilizzata casualmente, ma veniva messa nel quadro fatto in quella giornata con la luce del sole che era in quella stessa giornata...Ovviamente ricorderemo chi fosse il leader di questo movimento, vero...Campbell?'', domandò il professore guardando dritto negli occhi Mia, la quale era già distratta disegnando sul quaderno degli appunti, Mia alzò la testa un attimo disorientata e guardò il professore:
''O-Oh si, si... Era Monet, giusto?'', rispose Mia tentennando un attimo, avendo paura di aver fatto una figuraccia
''Corretto, Campbell, se ti mettesti d'impegno nella mia materia così come fai per i tuoi disegni saresti eccellente.'', disse schietto il professore e qualche universitario si mise a ridere sottovoce.
Mia si mise una mano in testa imbarazzata dall episodio appena accaduto, si era, nuovamente, distratta ed in più davanti al professore di Storia dell' Arte, però aveva ragione...se ci mettesse impegno come fa per i suoi disegni, sarebbe stata un'ottima studentessa, con degli ottimi voti; appena la lezione finì, la ragazza corse subito fuori e prese una boccata d'aria nel cortile dell'Università: la giornata era soleggiata, con un vento che dava quella brezza che bastava per stare meglio, il grande orologio segnava un quarto d'ora a mezzogiorno:
''Ancora un po' e posso andare a mangiare, ho una fame'', pensò Mia, era così distratta che si era dimenticata di fare addirittura colazione, stette in cortile fino all' ora di pranzo, almeno non aveva altre lezione nel mezzo e si poteva rilassare un po' e riempirsi lo stomaco, prima che la lezione di pittura potesse iniziare.
Ore 2:30AM
La lezione di pittura, sembrava andare tutto per il verso giusto, c'era un'atmosfera abbastanza tranquilla e tutti erano impegnati più o meno nei loro disegni e c'è chi chiacchierava del più e del meno ed una conversazione attirò l' attenzione di Mia:
''Hai sentito di quell'uomo trovato morto in nel vicolo vicino all'Accademia?'', chiese un ragazzo con fare preoccupato
''Si, dicono che dopo poco si sia rialzato ed abbia provato a mordere uno dei poliziotti!'', disse la ragazza accanto a lui, ''gli hanno sparato subito dopo e non si è più mosso'', aggiunge dicendolo con un certo tono di disagio.
A Mia la situazione era parecchio strana, come poteva un uomo resuscitare e cercare di mordere una persona? Tutto questo le ricordava uno di quei film sugli zombie, cosa abbastanza surreale, insomma, gli zombie non esistevano veramente, erano solamente frutto di fantascienza.
La professoressa richiamò l'attenzione di tutti, in aggiunta al tema che stavano facendo, dovevano inserire un oggetto di fantasia
''Bizzarro eh? Subito dopo quella conversazione'', pensò Mia, ''Ci manca che la prof lo faccia per coprire il tutto e siamo a cava-'', Mia non fece in tempo a finire la frase che le caddero tutti i colori ad olio a terra...di nuovo una distrazione, Mia raccolse il tutto, ancora con lo sguardo dei compagni addosso, come se la stessero giudicando di nuovo, come se tra poco le ridessero in faccia dicendole che sembrasse una bambina; lei sospirò, rimise in ordine i colori e tornò a disegnare, quello che uscì fuori da suo dipinto fu una bella campagna in fiore...con uno zombie, Mia forse aveva preso troppo in cuore la conversazione e si ripeteva in esta che mai al mondo potesse essere vera quella cosa:
''Andiamo...si saranno fumati qualcosa, non può essere vero, non può esistere una cosa del genere nella realtà, esistono solo nei film o nei giochi...non esistono, non possono esistere...'' continuava a ripetersi in testa Mia, ora lei serrava i pugni e sentiva il suo respiro farsi pesante
''Oh Campbell questo sì che è sublime!'', disse la professoressa, riportandola alla realtà, ''Un qualcosa di naturale e semplice, collegato ad un qualcosa di orrorifico...ho sempre detto che tu eri delle migliori''
Quella conversazione sollevò la ragazza, non era reale, almeno anche la prof la pensava così e tirò quasi un sospiro di sollievo, il resto della lezione proseguì tranquillamente e Mia, quasi non ricordò più la conversazione.
Ore 16.30
Le lezioni, finalmente, erano terminate e Mia poteva tranquillamente tornare a casa e rilassarsi un po', ci avrebbe pensato dopo alla cena, per ora voleva pensare a sé se stessa e avere un po' di silenzio; ad un certo punto il suo telefono cominciò a squillare, Mia lo prese e controllo chi fosse: il nome di ''Mamma'' comparse sullo schermo, Mia sopirò: le conversazioni con sua madre sono state sempre ansiogene ed asfissianti, infatti la conversazione seguì una piega strana
''Mia, tesoro...ho sentito di quello strano uomo, stai bene?''
''Si mamma...sto bene, non ti devi preoccupare e poi, anche tu con questa storia?'', chiese Mia, raccontandole cosa avesse sentito all'Università, "Sinceramente non ci credo molto...forse sarà qualcosa per un nuovo film o simile, non ti devi preoccupare-"
''Devi stare attenta!Non è il primo caso, ti prego Mia resta nel tuo appartamento o torna a casa sono preoccupata per te...''
''Mamma, posso cavarmela da me, davvero, vedrò cosa fare in questi giorni okay?Ti voglio bene...''Mia chiuse così la chiamata e di nuovo le ansie presero la ragazza: e se la storia fosse vera? E se veramente un attacco zombie stesse per attaccare la città? Cosa avrebbe fatto lei? Lei era debole ed indifesa, poteva morire subito e...
Mia saltò quasi urlando, un topo le era passato davanti
''Un topo? Qui? In una strada principale? Questo si che è strano...'' disse Mia sottovoce, per poi riprendere a camminare nel suo appartamento.
STAI LEGGENDO
Resident Evil:Institute
FanfictionMia Campbell è una ragazza di appena 20 anni, ed è una studentessa delle Belle Arti, la sua vita, come quelle di tante altre, trascorreva normalmente a Racoon City, questo questo equilibro si rompe con un evento catastrofico: un'epidemia di zombie c...