two kisses.

two.

E quando qualcuno era vuoto nessuno poteva salvarlo.
Justin era così, era bello ma nessuno poteva salvarlo.
Poteva sembrar una nave che navigava in piena tempesta.
Non potevi raggiungerlo, sarebbe stato pericoloso e nessuno era pronto per rischiare davvero, se non i suoi amici.

Chanel e Vienn erano tornate subito a casa dopo il loro incontro, visto che quest'ultima aveva detto che avevano l'aspetto poco affidabile e dopo che il ragazzo dagli occhi caramello aveva lanciato loro degli sguardi di fuoco.

"A tavola!" La voce della madre, Marie, rimbombò in tutta la casa quasi, facendo ritornare sul pianeta Terra, Chanel.
La prima a svendere fu Vienn, seguita dall'amica.
Si sedettero a tavola e iniziarono mangiare silenziosamente, facendo sentire solo il rumore delle posate.

"Allora? Come vi sembra?" Domandò entusiasta la donna, guardando le ragazze difronte a lei.

"Mi piace tantissimo qui-" fu a parlare Vienn. "Domani dovremmo iniziare l'anno, giusto?" continuò, cercando una conferma.
Intanto Chanel restava in silenzio, ascoltando i loro discorsi.

"Sì, domani vi ci accompagno io, così imparate anche il percorso. E a te Chanel, come sembra?" le domandò curiosa la madre.

Alzò lo sguardo, bevendo un sorso d'acqua per poi fare spallucce.
"Mi va bene, credo." disse semplicemente, finendo di mangiare anche se c'era del cibo nel suo piatto, ottenendo uno sguardo pieno di tristezza dall'amica e un sospiro da parte della madre.
Sapevano il suo passato e non volevano davvero che ci ritornasse.
Ma non dissero nulla.
Sapevano che Chanel si chiudeva in se stessa quando nominavano il suo passato.

Quest'ultima si alzò e decise di andare in camera. Indossò il suo cappotto nero e un cappello di lana, per coprirsi dal freddo. Per coprirsi dal mondo.
Portò con sè solo il pacchetto da venti, per poi fare un cenno alla madre, facendole capire che sarebbe uscita.

Chiuse la porta alle sue spalle, portando la sigarette alle labbra. Era sera, le 8:45pm precisamente, e le strade erano deserte, illuminate dai lampioni, che di tanto in tanto si spegnevano e riaccendevano.
Chantel si ritrovò a pensare che tutto ciò fosse terrificante, quindi decise di restare nei paraggi della sua villetta, senza allontanarsi troppo.

E poi li vide, li vide scendere da sei macchine - che sicuramente solo una costava più di lei - per poi sedersi su dei muretti.
Pensò di distogliere lo sguardo prima che l'avrebbero notata, o meglio andarsene.
Ma era troppo tardi.
Un ragazzo di pelle scura mormorò qualcosa all'orecchio di un altro ragazzo, facendolo voltare lentamente verso di lei con un ghigno sul volto.

E si ricordò.
Era il ragazzo dell'altra volta, il ragazzo dagli occhi color caramello, che in quel momento erano scuri e freddi.
E si domandò come potesse cambiare così in fretta personalità. E parlava di quella che aveva negli occhi.

Si ritrovò a alzarsi di fretta buttando quel poco di mozzicone che era rimasto della sigaretta, vedendo che quei ragazzi in lontananza stavano andando verso di lei.
Avanzò a lenti passi verso la sua casa, camminando all'indietro, notando che avessero velocizzato il passo.

Si ritrovò a correre verso casa, sbattendo poi le mani sulla porta, sperando che la madre l'avesse aperta presto, visto che aveva scordato le chiavi. E si maledì per quello.
E proprio quando il ragazzo le stava afferrando il polso, la porta si spalancò, facendo vedere il viso preoccupato della madre, sicuramente per quello sbattere così violento.
Chanel si voltò dietro, sapendo che avrebbe trovato quei ragazzi che la stavano inseguendo.
E rimase pietrificata.
Non c'era nessuno.
Ma, come poteva non esserci nessuno, se quel ragazzo era a pochi millimetri da lei?

Cos'era stato?

~

macciao, sono ritornata, e volevo davvero farmi perdonare per aver aggiornato un mese (o più?) dopo.
quindi il prossimo capitolo, che è già scritto obv, lo pubblicherò domani.

ADDIOS.✈️