II

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Forse era una scena già vista nei film comici, ma in quel momento volevo solo urlare dall'iniziale spavento al successivo sollievo, così come si può chiamare. Sicuramente era meglio avere Louis in casa che un sessantenne pedofilo.
Però poi ripresi a urlare.
«Ma che cazzo»
Io buttai il coltello per terra, facendo attenzione a non farlo cadere sui piedi, lui invece ancora teneva il manico di una spazzola, mentre con l'altra mano cercava di reggere l'asciugamano.
Ebbi tante domande da fare, tipo perché aveva il manico di una spazzola impugnato come se fosse un coltello, ma la prima che mi salì in mente era perché era dentro la mia fottuta casa.
«Che cosa diavolo ci fai nella mia casa?!» urlai.
«Nella tua casa? Questa è mia, che cosa ci fai nella mia casa?!» a malapena reggeva l'asciugamano.
«Già ti manco?» riprese a parlare.
«Vaffanculo Louis, esci da casa mia»
«È casa mia, esci tu Cicely»
«Non te l'ho ripeto un'altra volta. Che. Cosa. Ci. Fai. A. Casa. Mia.»
«Giuro sul benedetto Dio che l'ho affittata io. Lo giuro»
Allora a quel punto domandai perché aveva il manico della spazzola come arma.
«Pensavi che un manico della spazzola potesse essere utilizzata un'arma?»
«Vedo che non ti manca il senso dell'umorismo, Cicely» disse posando il manico sul piano del rubinetto.
«Meglio se ti vesti» ero molto imbarazzata a vedere il mio vicino di viaggio con un solo asciugamano che copriva la parte bassa.
«Già»
Chiusi la porta scioccata e stupita da ciò che avevo visto. Dovevamo sistemare la faccenda della casa. Io ho affittato quella benedetta casa e io volevo starci. Avevo pianificato di starci solo io, per cui la camera era una, il bagno era uno, la cucina era condivisa con il salotto. Non era pianificato il fatto di avere qualcun'altro in casa. Giuro che lo ammazzo quel figlio di puttana che mi ha affittato la casa.
Sentii una porta aprirsi e vidi Louis uscire dal bagno vestito.
«Louis, dobbiamo sistemare la faccenda»
«Secondo te non ci stavo pensando? Giuro che ammazzo quel figlio di puttana che mi ha affittato la casa» abbiamo pensato la stessa cosa?
Non sapevo minimamente che cosa fare. Mettere a posto le valigie? Stare seduta sul piccolo divano fino a quando avremmo risolto la faccenda? Chiamare quel bastardo e chiedergli spiegazioni sulla casa? Uscire? Non sapevo minimamente che cosa fare.
«Che cosa faccio?» chiesi come una stupida.
«Lo hai il numero di quel bastardo?»
«Sì»
Corsi a prendere il telefono nella borsa a tracolla, controllai la rubrica e chiamai Travis, il pezzo di merda che ci aveva incasinato a entrambi.
Cercai di essere il più educata possibile, cosa che Louis non fece.
«Ciao Travis, non so che cosa è successo ma mi sono trovata con un'altra persona in casa, e non so che casino tu abbia fatto. Voglio solo che tu risolva questa faccenda e il più in fretta possibile»
Pure Louis si immischiò nella conversazione.
«Ciao brutto bastardo, che cosa cazzo hai combinato? Sistema questa dannata faccenda» Da quando lui era così diretto? Con me non aveva mai usato parolacce.
«Ciao Cicely, ciao Louis, state tranquilli. C'è un piccolo problema. Mia nonna è morta, sono in Vietnam a fare il suo funerale...Le tradizioni e le culture sono diverse là... sapete, starò qui per due mesi.»
«Ma porca puttana Travis! Tu lo sapevi che sarebbe andata così, sapevi che entrambi avremmo pagato il costo totale, in modo che tu incassassi di più» Questa volta ero stata io ad arrabbiarmi.
«Brutto bastardo, giuro che ti ammazzo! O ti vado a denunciare, o ti pago la metà, cosa che farà pure Cicely»
«Mi stai dando un ultimatum Louis?»
« Ficcatelo nel culo l'ultimatum. O quello o questo. Ci hai messo nella merda Travis» wow, mi sorprendeva Louis. Sapeva fare affari.
«Ok, ok, state calmi. Cercherò di sistemare la faccenda prima dei due mesi... e pagherete la metà. Vi devo salutare, ciao.»
«Fanculo Travis. Ciao» riattaccai nervosa, ma contenta allo stesso tempo per la questione dei soldi.
«Bene, ora cosa faremo?» domandò Louis dopo un momento di silenzio.
«A quanto pare dovremmo stare insieme per un po' di tempo. Questo appartamento era l'unico disponibile, Londra è piena di appartamenti, ma questo era l'unico economico. Non so cosa fare» ero nervosa, stressata e confusa. Mi trovavo comunque a condividere la casa con uno sconosciuto, di cui sapevo solo il nome e il fatto che amava orgoglio e pregiudizio, che andava alla Imperial College. Del resto non sapevo nulla.
«Mi sistemo la valigia, fallo pure tu» concluse prendendo il suo trolley e il suo borsone. Lo seguii con il mio trolley viola e il borsone nero.
«Questa è la mia parte, questa è la tua» Mostrai prima la parte destra, la più grande, poi quella a sinistra,la più piccola.
«Ma non è giusto» ribadì lui.
«Vedrò se mi avanzerà dello spazio»
A quella risposta, lui sbuffò.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 09, 2023 ⏰

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A flight without return [Louis Partridge] ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora