Capitolo 14

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-come cazzo...- sussurrò Kendal quando vide il nereide, del quale ancora non conosceva il nome, entrare in infermeria con la pelle del braccio sinistro che sembrava completamente bruciata.

-Elvan cos'è successo?- chiese invece Elise appena lo vide e Kendal sorrise nel essere finalmente riuscito a conoscere il nome del nereide.

-un tizio che non ha accettato un mio no quando ha provato a baciarmi- sbuffò Elvan alzando gli occhi al cielo -mi ha buttato addosso i carboni argenti che stava usando per cucinare-

-qui nella cittadella?- chiese ancora Elise avvicinandosi e controllando il suo braccio.

-no, fuori. Qui lo sai che non mi farebbero mai del male- sospirò Elvan per poi alzare lo sguardo per osservare il moro che era in infermeria e non si era minimamente aspettato li.

-Kendal puoi occuparti di lui? Io devo vedere se abbiamo delle scorte di aloe da qualche parte in magazzino- e Kendal annuì mordendosi il labbro inferiore mentre rimaneva completamente da solo con il nereide.

-stai bene?- domandò Kendal prendendo tutto l'occorrente per le bruciature.

-si, non mi fa male. Kendal quindi-

-e tu sei Elvan- sussurrò il moro prendendo delicatamente il braccio dell'altro e iniziando a tamponare la ferita. La cosa fece momentaneamente distorcere la bocca per il dolore -ti fa troppo male? Oppure è qualche erba che ti fa male?-

-mi da solo male perché è fresca- borbottò Elvan -non preoccuparti troppo e poi quanto cazzo sai dei nereidi tu?- rise poi notando la sua faccia.

-scusa se ho vissuto la mia intera vita in un paesino ai confini del regno dove le uniche creature che si vedevano erano elfi, nani o satiri- borbottò Kendal continuando a tamponare la ferita più delicatamente sotto lo sguardo attento di Elvan che ancora non riusciva a capire perché fosse così attratto dall'altro. Eppure aveva tentato di ucciderlo senza una ragione ben precisa.

-quindi cosa sai di noi?-

-che siete fortissimi in acqua ma più deboli fuori da essa e quindi possono prendervi più di mira. E che anche gli uomini possono rimanere incinta- rispose sinceramente Kendal mordendosi il labbro inferiore.

-sai un bel po'-

-solo per via di viaggiatori ma molto spesso ingrossano le loro parole e be' non credo a tutto quello che mi dicono, non da quando sono alla capitale-

-e cos'altro ti hanno detto di noi? Che siamo noi quelli che se la cercano?-

-si ma so che non è vero- rispose sinceramente Kendal sentendosi anche un po' in colpa nell'aver pensato per un momento che fosse tutto vero.

-tu sei sorprendente- sospirò Elvan chiudendo un momento gli occhi. -ma non ho ancora capito cosa sei-

-non si vede?- gli domandò Kendal sorridendogli e felice di parlargli in quel modo senza litigare.

-no, non si vede altrimenti non avrei chiesto-

-io sono...-

-eccomi- Kendal bloccò di colpo la sua frase mentre Elise entrava con l'aloe in mano -non è tato grave come pensavo- aggiunse osservando la bruciatura di Elvan -credo che restando un po' in acqua nel tuo caso potresti guarire velocemente-

-meglio così allora- disse Elvan scostando delicatamente Kendal per poter scendere dal letto dove si era seduto per farsi medicare dal moro -credo che farò come mi hai detto proprio adesso-

-mettiti questa crema subito dopo- concordò con lui Elise posandogli l'aloe che era andata a prendere.

-grazie Elise- sorrise Elvan -e grazie anche a te- continuò in direzione di Kendal -ora devo andare- sospirò uscendo velocemente dall'infermeria e mandando un veloce sguardo a Kendal sperando che l'altro capisse prima di chiudersi la porta alle spalle.

Kendal sospirò mordendosi il labbro inferiore prima di guardare in basso e cercare di non pensare all'ultimo sguardo che gli aveva lanciato Elvan, era chiaramente stato un modo per dirgli di seguirlo ma non poteva muoversi subito, non quando Elisa stava ancora nell'infermeria e sarebbe stato fin troppo evidente come cosa. almeno era quello che pensava Kendal e per quel motivo stava temporeggiando il più possibile sperando che il nereide lo stesse aspettando.

-vado a prender un po' d'aria- sussurrò Kendal ad Elise indicandole il prodotto che aveva usato per la ferita di Elvan e che aveva in realtà impuzzolito tutta la stanza. Quella si che era un'ottima scusa per andare dal nereide infatti Elise annuì senza fare domande e il principe uscì velocemente dall'infermeria guardandosi intorno in cerca dell'altro ragazzo. Lo individuò poco più avanti seminascosto dietro un'armatura mentre si fissava il braccio e lo raggiunse.

-quanto ci hai messo?- sbuffò il nereide senza guardarlo.

-non volevo far insospettire Elise. Cosa volevi?-

-sentire la fine della risposta- mentì Elvan, in realtà voleva sentirla veramente ma allo stesso tempo voleva anche altro dal moro che aveva difronte.

-mezzo elfo e mezzo umano- rispose allora Kendal sospirando -ma diciamo che per tutta la vita ho sempre preferito la parte da elfo- ed era la verità anche se quel viaggio gli aveva fatto completamente cambiare idea sul padre e quindi sulla sua parte umana che non odiava più come prima.

-ed ecco spiegato perché non riuscivo a capire cosa fossi- sussurrò Elvan osservandolo attentamente e solo dopo realizzò le parole dell'altro e quasi terrorizzato osservò i suoi capelli.

-che hai?- gli chiese infatti Kendal notando il suo sguardo.

-i tuoi capelli- sussurrò il nereide e il moro sospirò.

-si, la cineraria- sbuffò -ma non rischio di morire perché la mia parte umana fa da scudo a quella elfica- continuò vedendo poi lo sguardo dell'altro cambiare immediatamente -non so quanto diventeranno bianchi i miei capelli ma è l'unico effetto che la cineraria avrà sul mio corpo quindi non mi lamento-

-dovevo capirlo prima che eri in parte elfo per via dei capelli-

-a quel punto non avresti cercato di uccidermi come hai fatto?-

-ci avrei provato comunque a prescindere. Non mi terrorizzano solo gli umani Kendal ma tutti quelli che sono potenzialmente più forti di me fuori dall'acqua- Elvan prese un profondo respiro prima di continuare a parlare -mi dispiace per aver tentato di ucciderti e mi scuso con te. Hai ragione quando dici che non devo fare di tutta l'erba un fascio- e Kendal sorrise a quelle scuse.


Il principe mezzosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora