Stavo male, tutti i ricordi mi torturavano. Mia nonna aveva minacciato mia madre di chiamare gli assistenti sociali 《non ci sono prove》la risposta mi fece gelare il sangue.non riuscivo a smettere di piangere.
Ero piccola, stavo giocando e correvo ridendo, decisi di prendere qualcosa dalla libreria e all'improvviso sfioro qualcosa che sembra un tubicino di vetro, cade e si rompe, un liquido bagna il pavimento, era medicinale, terrorizzata mi nascondo sotto una poltrona, sapevo quello che mi aspettava, piangevo, quando mia madre mi trovò aveva un bastone in mano, mi prese e iniziò a picchiarmi.
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Ricordo che non riuscivo ad allacciarmi le scarpe, chi é riuscito ad allacciarle al primo colpo? Lui mi guardava nervoso, aspettava impaziente, al terzo tentativo mi arrivò un ceffone, riuscii ad allacciarle.
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Non sono mai stata brava in matematica, quando sbagliavo qualcosa mia madre si innervosiva, non era bello farla innervosire, quando si innervosiva iniziava a picchiare forte.
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Ricordo che mi insultavano,dandomi della stupida,della fallita, non mi hanno mai conosciuta e non mi conoscono nemmeno ora, cerco di evitarli il più possibile.
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Cercava ogni scusa per poggiare le sue luride mani su di me, ogni scusa era buona per insultarmi, ogni scusa era buona per picchiarmi. A causa loro iniziai ad autolesionarmi, facevo dei tagli profondi e molto accurati, conficcavo la lama più che potevo, non sentivo dolore, era troppo straziante quello che provavo dentro di me per sentire dolore, aspettavo di essermi calmata per pulirmi,perdevo un sacco di sangue e bagnare la ferita faceva troppo male, mi limitavo a tamponarmi con 300 fazzoletti, ricordo che dovevo buttarli dopo un secondo per quanto sangue perdevo, alla fine mi arrendevo e me li appiccicavo al braccio cercando di premere forte, indossavo sempre maniche lunghe. Ancora oggi quando mi guardo le braccia noto piccole strisce bianche dove le lentiggini non crescono.
